Bergamo, operaio cade dall’altezza di 8 metri e muore in una fonderia: aveva 36 anni

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«Occorre non considerare la salute e la sicurezza sul lavoro un costo ma un investimento e bisogna agire sulla prevenzione. Questo significa ridurre la precarietà, formare i lavoratori e anche a chi deve dirigere le imprese». Così il segretario della Cgil, Maurizio Landini, intervistato da Radio Anch’io Rai, che sottolinea: « È il momento di fare investimenti seri. E serve anche una patente a punti affinchè le aziende dove ci sono troppi incidenti non continuino a partecipare alle gare». 

Landini ricorda come gli organici del sistema di prevenzione e controlli si siano ridotti negli anni: « Dieci anni fa nei servizi di medicina del lavoro c’erano tra le 7 e le 8 mila persone ora gli organici sono ridotti a poco più di 2.000». «Bisogna introdurre il diritto alla formazione permanente sia per le imprese sia per i lavoratori», e «non ragionare nella logica del massimo ribasso che mette a repentaglio la vita dei lavoratori». «Serve un piano nazionale per la salute e la sicurezza», dice ancora e per questo abbiamo chiesto di «attivare un confronto già nel mese di agosto». «Sul piano legislativo siamo molto avanzati ma le legge occorre applicarla».

sa di incidenti sul lavoro o malattie professionali — causando più di 2,3 milioni di morti all’anno

. Gli incidenti che si verificano annualmente sul posto di lavoro sono 317 milioni, molti dei quali

portano ad assenze prolungate dal lavoro per malattia. Il costo umano di queste tragedie quotidiane

è enorme e l’onere economico causato dalle scarse pratiche di messa in sicurezza dei luoghi di lavoro è stimato essere ogni anno nel 4 per cento del prodotto interno lordo mondiale. L’Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro (INAIL) riporta che, in Italia nel 2017 le denunce di infortunio sul lavoro presentate all’INAIL sono state poco più di 641 mila. Gli infortuni riconosciuti sul lavoro

sono poco meno di 417 mila, di cui circa il 19 per cento “fuori dell’azienda” (cioè “con mezzo di trasporto”

o “in itinere”). Il dato “fuori azienda” è rilevante per la valutazione accurata delle politiche e delle azioni

di prevenzione. Gli infortuni accertati “sul lavoro” sono stati 617 (di cui 360, pari al 58 per cento,

“fuori dell’azienda”). Nei primi cinque mesi del 2018, i casi mortali denunciati sono stati 389, 14

in più rispetto allo stesso periodo del 2017. L’attività che l’ILO svolge in materia di salute e sicurezza

sul lavoro intende sviluppare e accrescere la consapevolezza, a livello mondiale, circa le conseguenze degli infortuni, delle lesioni e delle malattie professionali sui luoghi di lavoro, attraverso attività di informazione e assistenza per tutti i lavoratori e le lavoratrici a livello internazionale, e sostenendo azioni pratiche a tutti i livelli. L’ILO ha adottato più di quaranta convenzioni e raccomandazioni riguardanti specificamente la salute e la sicurezza sul lavoro e ha adottato oltre quaranta codici di comportamento.