Padre umilia figlia anoressica: “Sei un mostro, fai schifo”/ “Volevo solo spronarla”

Padre umilia figlia anoressica: “Sei un mostro, fai schifo”/ “Volevo solo spronarla”

Il tribunale di Torino ha condannato il 65enne per avere sottoposto a violenza psicologica continua la figlia anoressica. “Cercavo solo di spronarla”, ha dichiarato il padre

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Un padre di 65 anni è stato condannato a due anni e 6 mesi di reclusione per avere umiliato la figlia anoressica. A decretare la pena è stato il tribunale di Torino, giunto a tale verdetto dopo avere esaminato approfonditamente il caso e soppesato le frasi che l’uomo rivolgeva alla giovane. Tutto sarebbe iniziato nel 2008, quando la ragazza era soltanto una sedicenne e lui la apostrofava in termini lontani anni luce dalla sfera della buona educazione: “Pesi troppo, non sei più la mia bambina”. Parole che, a quell’età, hanno avuto un impatto devastante sulla psiche dell’adolescente, che ha iniziato ad allontanarsi dal cibo, sino ad arrivare a pesare appena 35 chilogrammi.

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Da quel momento, la situazione si è ribaltata: il papà, quello stesso papà che prima la ripudiava perché sovrappeso, ora la vessava per la sua eccessiva magrezza. Guardati… Sei un mostro, fai impressione, fai schifo, le diceva. Nel corso del processo, il genitore ha dichiarato di volere soltanto spronare sua figlia attraverso quelle frasi e non maltrattarla e sottoporla a violenza psicologica, come invece hanno stabilito i giudici, riconoscendo peraltro che l’uomo non ha mai accettato la malattia della ragazza, rifiutandosi addirittura di interfacciarsi con medici ed esperti del settore per trovare una soluzione al suo problema.

PADRE UMILIA FIGLIA ANORESSICA: AVEVA PROBLEMI DI ALCOL E HA PUNTATO LA PISTOLA CONTRO LA MOGLIE

Come riferisce “Il Messaggero”, le indagini condotte dal pubblico ministero hanno contribuito a far emergere “un regime di vita particolarmente penoso, caratterizzato da notevoli sofferenze morali e fisiche”, tanto che in aula, la moglie e le figlie, di 29 e 27 anni, hanno parlato di umiliazioni continue. “Temevo di perdere l’affetto di papà se fossi cresciuta e non fossi stata più la sua piccolina”, ha affermato la giovane.

Inoltre, scrive il quotidiano, il 30 giugno scorso, l’uomo, affetto anche da problemi di alcolismo, era tornato nella casa coniugale e aveva con sé una pistola: “Prima l’ha puntata contro la moglie, poi ha minacciato di uccidersi. Alla fine se n’è andato, ma prima ha chiuso la figlia maggiore nell’appartamento”. È stato proprio dopo questo episodio che madre e figlia hanno chiesto l’aiuto dei carabinieri, facendo arrestare il 65enne