IN UCRAINA E’ UNA CARNEFICINA: OLTRE DUEMILA MORTI TRA I CIVILI, COLPITI ANCHE OSPEDALI E ASILI – “CI VOGLIONO CANCELLARE, È UN GENOCIDIO”, TUONA IL PRESIDENTE ZELENSKY

Otto giorni di guerra e un bilancio di migliaia di morti. Reagisce l’Ucraina alla furia russa, reagiscono i civili,

incitati dai sindaci, ma non basta. Le città sono distrutte, crateri enormi vengono provocati sull’asfalto dalle

bombe lanciate dal cielo. È il peggiore dei terremoti quello che sta vivendo la gente di Kiev, di Karkiv, di

Mariupol, di Odessa. A cadere per prima nella notte è la città di Kherson, centro strategico nell’Ucraina

meridionale, «conquistata dalle forze russe», ammette il sindaco Igor Kolykhaev.

Ovunque i soldati di Putin lasciano scie di morte e sangue, anche se tanti dei giovanissimi e inesperti che

compongono le truppe dello zar, restano sul campo. Ieri Mosca, per la prima volta ha emesso il bilancio

delle sue vittime parlando di 498 soldati uccisi e di 1.597 feriti. Non si sa quanto questi dati siano reali, ma

le pressioni dei cittadini e delle famiglie che hanno figli in guerra hanno costretto il ministero della Difesa a

fornire almeno qualche dato.

IL BILANCIO Dal fronte ucraino, il bollettino è più pesante. Le autorità locali hanno reso noto che oltre 2.000

civili sono stati uccisi dall’inizio dell’invasione. «Bambini, donne e forze di difesa perdono la vita ogni ora»,

è il comunicato diffuso dai servizi di emergenza ucraini e rilanciato dai media internazionali. «Durante i

giorni di guerra, la Russia ha distrutto centinaia di snodi di trasporto, edifici residenziali, ospedali e asili»,

aggiunge la nota.

Mentre i soccorritori hanno spento più di 400 incendi scoppiati dopo i bombardamenti in tutto il paese e

hanno disinnescato 416 esplosivi. Gli Usa hanno consegnato «centinaia di missili Stinger antiaerei»

all’Ucraina nelle ultime ore, rivela la Cnn. A vedere le immagini che circolano sui social e arrivano dalle città

ucraine, però, si capisce che la realtà è un’altra e che le cifre sono certamente più elevate. Un primo bilancio

– sostengono alcuni funzionari del Pentagono sarebbe di circa 1.500 russi e 1.500 ucraini. Mentre il

governo ucraino rilancia con 5.840 russi uccisi.

Di questa guerra senza senso, circolano anche tanti video di soldati di Mosca, alcuni appena maggiorenni, che sono stati fatti prigionieri e ora dicono di non aver saputo che andavano a uccidere i loro fratelli e che non hanno cibo né rifornimenti. Eppure, la battaglia è appena cominciata e ora il rischio è che Putin, isolato, alzi il tiro e cerchi di coinvolgere altri paesi.

«Ci vogliono cancellare, è un genocidio», avverte il presidente Zelensky al consesso del Palazzo di Vetro. E non usa mezzi termini l’ambasciatrice Usa all’Onu, Linda Thomas-Greenfield, nel corso del suo intervento prima del voto sulla risoluzione contro Mosca. «Abbiamo visto video di forze russe che spostano armi eccezionalmente letali in Ucraina – tuona -.

Ciò include munizioni a grappolo e bombe termobariche, che sono vietate dalla Convenzione di Ginevra. Putin continua con la sua escalation, mettendo in allerta le forze nucleari russe, minacciando di invadere Finlandia e Svezia. A ogni passo, la Russia ha tradito le Nazioni Unite. Le sue azioni vanno contro tutto ciò che questo organismo rappresenta».

LE ARMI ILLEGALI Solo nei giorni scorsi, d’altronde, un lanciarazzi multiplo termobarico russo è stato individuato dal team della Cnn a sud di Belgorod, in Russia, vicino al confine ucraino. A volte sono chiamate bombe a vuoto perché aspirano l’ossigeno dall’aria circostante per generare una potente esplosione e una grande onda di pressione che può avere enormi effetti distruttivi.

Non ci sono prove che questo tipo di armi siano state usate nel conflitto in Ucraina, ma non si può escludere che Putin possa decidere di utilizzarle se l’escalation dovesse continuare. A conferma della pressione che lo zar vuole esercitare sull’Europa, ieri la Svezia ha segnalato la violazione del proprio spazio aereo da parte di quattro caccia russi. La notizia è stata diffusa dalle Forze armate svedesi, che hanno riferito di 2 SU-27 e 2 SU-24.

«La Russia sta colpendo deliberatamente obiettivi civili», ha sottolineato il presidente americano Joe Biden, che ha anche approvato l’invio di ulteriori 3.000 soldati Usa per rafforzare il fianco orientale della Nato. Le truppe, compresi 1.000 uomini in Germania, andranno in Polonia e Romania, come annunciato nei giorni scorsi. Tutto questo mentre il vice ministro degli Esteri russo, Alexander Grushko non ha perso l’occasione per sottolineare che «per Mosca esiste il rischio di incidenti con la Nato». «Non ci sono garanzie che non ci saranno incidenti – afferma parlando con Rossiya 24 -, non ci sono garanzie sul fatto che questi incidenti possano subire una escalation in una direzione completamente non necessaria».

Allo stesso tempo, il viceministro aggiunge che Mosca presta attenzione a «qualsiasi manifestazione di ragionevolezza» da parte della Nato, se l’Alleanza «dice di non avere piani o intenzioni. Se si risolve questo tema delle garanzie – insiste Grushko – allora si potrà pensare a una nuova architettura di relazioni tanto con l’Alleanza quanto con altre organizzazioni che esistono attualmente in questa regione». E conclude: «Mosca ha avvertito per tutto questo tempo che se non si riesce a risolvere la situazione politicamente, sulla base del buon senso, non si possono escludere incidenti, il rischio di scontro esiste».

Che tradotto dal più schietto ministro degli Esteri Sergej Lavrov significa: «Se dovesse scoppiare una Terza guerra mondiale sarebbe nucleare e devastante». Nel frattempo, emergono altri particolari sui progetti di espansione dello zar. L’Esercito ucraino ha fatto sapere che i documenti sequestrati alle truppe russe mostrano che Putin intendeva occupare l’Ucraina dal 20 febbraio al 6 marzo». Ma secondo il New York Times che cita fonti dell’amministrazione Biden, la Cina avrebbe chiesto alla Russia di non invadere prima della fine delle Olimpiadi.

Pechino, dunque, sarebbe stata almeno in parte a conoscenza dei piani di guerra prima che l’invasione iniziasse. Il presidente russo contava, poi, su una guerra lampo che, invece, non è avvenuta. Gli ucraini stanno reagendo sul fronte militare, e anche su quello dell’informazione. Nei giorni scorsi, infatti, per spingere sul morale già fiaccato delle truppe russe, hanno aperto un sito 200rf.com per avere gli aggiornamenti riguardo alle vittime e ai feriti, ma ieri la Russia lo ha bloccato. E a segnalarlo è stato lo stesso sito che resta operativo un canale Telegram dal titolo Cerca il tuo, che è arricchito in continuazione di foto e video.

LA CENTRALE E la resistenza ucraina si sta facendo sentire in ogni parte del paese. Nelle vicinanze di Enerhodar, città del sudest, c’è la sede di sei reattori nucleari dell’era sovietica: sui social media e sulle testate online sono state diffuse immagini dei residenti intenti a costruire barricate con l’obiettivo di impedire ai carri armati di raggiungere la centrale di Zaporizhzhia. Nel pomeriggio di ieri, però, la corazzata russa ha attaccato con granate e spari. E anche le forze armate ucraine che erano lì ad aspettarli, hanno risposto al fuoco.

L’accatto sul paese è continuato per tutta la giornata: bombe su Kiev, sulle chiese, sugli ospedali, sulla linea ferroviaria. Bombe su tutta la parte costiera a ridosso del Mar Nero. È alla conquista di quella zona che Putin punta maggiormente, perché da lì è più facile collegare il Donbass con la Crimea. Ma non tutto sta funzionando sul campo. Avverte il Pentagono: «L’avanzata russa verso Kiev è in stallo». Due giorni fa un convoglio lungo più di 60 chilometri minacciava la capitale, ma la colonna è bloccata in parte a causa della resistenza ucraina, in parte per la mancanza di carburante e di cibo per i militari.

Accerchiati. «Le forze armate continueranno ad avanzare in quest’ area per porre fine ai bombardamenti delle aree residenziali», così aveva assicurato ieri in mattinata il portavoce della milizia separatista Eduard Basurin e invece a Mariupol, città circondata da giorni, non possono neppure uscire per contare i morti e soccorrere i feriti in strada: senza acqua, perché i russi hanno deviato l’acquedotto, senza riscaldamento, né medicine e cibo.

Le bombe hanno centrato diverse centraline di distribuzione della corrente. E il diluvio di fuoco non cessa, da almeno 15 ore. La presa della Mariupol è strategica: rappresenta il ponte di terra tra la Crimea e il Donbass. Da Est sono arrivati i miliziani di Donetsk e da Ovest le truppe sbarcate dal mar Nero e così 500mila abitanti sono rimasti in trappola. Ora quella città, che nel 2014 si era ribellata al nuovo corso filo occidentale e aveva dichiarato la secessione, ma che l’Ucraina aveva in fretta ripreso, è sotto assedio. E dalle altre zone non possono arrivare rinforzi.