Tempi di pandemia e venti di guerra recano ansia e paura tra molti. E così la mente si rifà al terzo segreto di
Fatima.
La profezia che più di tutti gli altri fa ancora discutere. Il mistero è fitto perché è stato espresso in maniera
chiara e esente da interpretazione come gli altri due, e perché periodicamente è possibile rileggerci un
riferimento ai grossi eventi mondiali che recentemente stanno prendendo forma: il confronto ha fatto
emergere la possibilità che il terzo segreto di Fatima facesse riferimento alla pandemia di Covid-19 iniziata
nel 2019, o alla possibilità di una terza guerra mondiale nell’era del nucleare (ipotesi di cui si parla
seriamente dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia nel 2022). Resta dunque un interrogativo
importante capire cosa davvero quel terzo segreto aveva predetto.
La Madonna rivela una guerra nucleare
L’ultima profezia di Fatima: «Non uscite di casa, ci sarà un grande terremoto, città e villaggi rasi al suolo»
Svelata una lettera con la drammatica visione di suor Lucia: «Vedo la terra scuotersi e tremare, città e
villaggi sepolti, rasi al suolo, inghiottiti, montagne di gente indifesa, vedo i fiumi e i mari che trabordano e
inondano e le anime che dormono il sonno della morte»
Nel libro Fatima. Tutta la verità, scritto da Saverio Gaeta per le Edizioni San Paolo (240 pagine, 15 euro), si
trova la più aggiornata e completa inchiesta sulla storia e il messaggio delle apparizioni ai tre pastorelli
portoghesi. Pubblichiamo in esclusiva l’ anticipazione che riguarda uno dei temi più significativi e attuali:
quello relativo all’ ipotesi di un testo scritto da suor Lucia in allegato al cosiddetto “terzo Segreto”, che ne
spiegherebbe con chiarezza la visione e la profezia. Le apparizioni di Fatima furono sei e si susseguirono
mensilmente fra il 13 maggio e il 13 ottobre 1917, sempre in presenza di Lucia e dei suoi cuginetti
Francisco e Jacinta, proclamati beati nel 2000 (anche per suor Lucia è in corso il processo di
beatificazione).
Come riporta Famigliacristiana.it, il 13 luglio ci fu la rivelazione di un Segreto diviso in tre parti: le prime due
vennero rese note nel 1942, mentre l’ ultima è stata comunicata soltanto nel 2000, per decisione di Papa
Wojtyla, con un commento dell’ allora cardinale Joseph Ratzinger, che all’ epoca ricopriva l’ incarico di
prefetto della Congregazione per la dottrina della fede. La prima e la seconda parte del Segreto contengono
la spaventosa visione dell’ inferno, la devozione al Cuore Immacolato di Maria, la Seconda guerra mondiale
e i problemi causati al mondo dalla Russia e dall’ ateismo comunista. La terza propone l’ immagine delle
sofferenze della Chiesa e del Papa, nel quale si riconobbe Giovanni Paolo II. Ma diversi accenni, fatti in
passato da personalità ecclesiastiche che avevano letto integralmente il terzo Segreto, non coincidono con
il testo reso pubblico, avallando l’ idea che motivi prudenziali abbiano fatto mantenere riservata una parte
dello scritto di suor Lucia.
Fu sostanzialmente il timore che Lucia potesse morire senza aver comunicato a nessuno la terza parte del Segreto a spingere il vescovo di Leiria, monsignor José Alves Correia da Silva, durante la visita che le fece il 15 settembre 1943 e la lettera che le inviò il 15 ottobre successivo, a chiederle per obbedienza di mettere tutto per iscritto. In effetti in quei mesi la veggente (ultima sopravvissuta dei tre pastorelli, ndr), aveva seri problemi di salute e dovette anche subire un’ operazione chirurgica alla gamba, a causa di un’ infezione che la debilitò molto.
Quando le forze glielo permisero, provò a eseguire l’ ordine per ben cinque volte, fra novembre e dicembre, senza risultati: «Non so che cos’ è, ma, nel momento in cui tento di accostare la penna alla carta, la mano si mette a tremare e non sono capace di scrivere neanche una parola: mi sembra che non sia nervosismo naturale, perché, nel momento in cui mi metto a scrivere una cosa differente, la mia mano è ferma. Mi sembra che non sia nemmeno timore morale, perché la mia coscienza agisce secondo la fede, e credo che sia Dio che mi dice di farlo tramite sua eccellenza. Allora non so che fare».
Il 3 gennaio 1944 avvenne la risolutiva svolta, chiarita soltanto di recente con la scoperta degli scritti inediti di suor Lucia: «Mi inginocchiai vicino al letto che, a volte, mi serve da tavolo per scrivere, e provai di nuovo, senza riuscire a fare niente; quello che più mi impressionava era che riuscivo a scrivere senza difficoltà qualsiasi altra cosa. Chiesi allora alla Madonna che mi facesse sapere qual era la volontà di Dio. E mi diressi alla cappella. Sentii allora che una mano amica, affettuosa e materna mi toccava la spalla, sollevai lo sguardo e vidi la cara Madre celeste».