Firenze: distrugge un hotel e ferisce 4 poliziotti per cercare una donna inesistente

Firenze: distrugge un hotel e ferisce 4 poliziotti per cercare una donna inesistente


Un uomo di 33 anni ha danneggiato la porta d’ingresso dell’hotel “Strozzi” di Via de’ Vecchietti, in pieno

centro storico di Firenze, e ferito quattro agenti di polizia. Cercava una donna rivelatasi poi del tutto

inesistente.

Momenti di panico la scorsa notte a Firenze, dove un cittadino italiano di 33 anni ha sfondato la porta

d’ingresso dell’hotel “Strozzi” di Via de’ Vecchietti, in pieno centro storico, mandando in frantumi la vetrata

della struttura ricettiva a suon di calci e pugni. L’uomo cercava una donna risultata in seguito non solo

assente, ma anche inesistente.

I dipendenti dell’albergo non hanno esitato a chiedere l’intervento della sala operativa del 112: sul posto

sono giunte cinque pattuglie della polizia che hanno cercato di fermare il 33enne. Operazione che si è

rivelata tutt’altro che facile, visto l’uomo – in escandescenze – si era asserragliato al quarto piano

dell’hotel.

Come se non bastasse durante la successiva colluttazione coi poliziotti intervenuti per bloccarlo, il 33enne

avrebbe sferrato una serie di calci e pugni contro gli agenti delle volanti, ferendone lievemente quattro, per i

quali è stato necessario il ricovero in pronto soccorso, da cui sono poi usciti con 5 giorni di prognosi.


L’uomo, originario di Catanzaro, risultato in evidente stato di alterazione, alla fine è stato condotto in

questura. Una volta arrivato in via Zara ha continuato ad agitarsi tanto che gli agenti sono stati costretti a

richiedere l’intervento dei sanitari del 118.

Definitivamente sedato, è stato accompagnato all’ospedale di Santa Maria Nuova, dove è tuttora piantonato

dagli agenti.

Appena verrà dichiarato ristabilito dai medici, i poliziotti stringeranno le manette ai polsi del 33enne per

condurlo a Sollicciano, con le accuse di resistenza e lesioni a pubblico ufficiale e danneggiamento, in

attesa delle disposizioni dell’autorità giudiziaria.