Federico Salvatore, addio al cabarettista e cantautore napoletano reso celebre da Maurizio Costanzo

Federico Salvatore, morto il comico napoletano

L’artista, chansonnier e cabarettista partenopeo, aveva 63 anni. Il 13 ottobre del 2021 era stato colpito da un’emorragia cerebrale

È morto il comico napoletano Federico Salvatore. Aveva 63 anni. Nel 2021 era stato colpito da una emorragia cerebrale e aveva affrontato un percorso di riabilitazione. Chansonnier e cabarettista, era noto per i suoi testi comico-satirici ambientati soprattutto nel mondo napoletano. Come i brani umoristici della serie IncidentiIncidente in Banca, Incidente al Vomero, Incidente in Paradiso, Incidente telefonico, nei quali proponeva episodi grotteschi e battibecchi in cui contrapponeva il personaggio snob e arrogante di Federico a quello popolano e rozzo di Salvatore.

Nato a Napoli, fin da bambino appassionato di musica, chitarrista mancino, iniziò a studiare Giurisprudenza ma lasciò l’università per dedicarsi alla carriera di cantautore. Le prime apparizioni nei cabaret, la popolarità nel 1994 con la vittoria al concorso BravoGrazie che lo fa debuttare al Maurizio Costanzo Show. Le numerose partecipazioni al programma gli fanno guadagnare fama e successo: i suoi album Azz… e Il mago di Azz vendono più di 500mila copie.

L’ironia in musica

Salvatore trattava anche temi forti, storie di grande impatto psicologico e sociale. Come quella volta che portò una sua canzone in gara al Festival di Sanremo, era il 1996, in cui affrontava il tema dell’omosessualità. Nato nel centro di Napoli, a due passi dalla storica Via Santa Teresa degli Scalzi, Salvatore si era dedicato alla musica già da giovanissimo, iniziando a suonare la chitarra da autodidatta a 8 anni e, mancino com’era, aveva imparato a suonare, piuttosto che cambiando l’ordine delle corde, cambiando la posizione delle dita sulla tastiera.

La carriera

Dopo il successo di Azz… e Il mago di Azz, nel 1995, partecipa al Festivalbar come ospite fisso e nel 1996 arriva al Festival di Sanremo dove interpreta Sulla porta, un brano in cui parla del rapporto contrastato tra un ragazzo omosessuale e la madre. Nel 1997 ecco l’album Coiote interrotto, con un brano dedicato ad uno dei suoi idoli, Totò.

Nel 2002 con l’album L’osceno del villaggio il cantante cabarettista lascia definitivamente il posto al cantautore di denuncia, ad esempio in brani come Se io fossi San Gennaro, in cui elenca tutto ciò che Salvatore pensa abbia rovinato la città di Napoli negli ultimi anni. Con Dov’è l’individuo? del 2004 approfondisce i temi trattati nel disco precedente.

Nel 2007 è stato ospite in tre puntate del programma di Rai Uno Apocalypse Show, condotto da Gianfranco Funari il sabato sera. Il suo ultimo lavoro discografico nel 2020 ‘Sta luna pare ‘na scorza ‘e limone