Aquileia, uccide la moglie: “Mi ha chiesto di misurare tre pigiami, poi non ricordo nulla”
Livio Duca alla Corte d’Assise di Udine ha reso la sua testimonianza sui fatti avvenuti lo scorso 22
settembre ad Aquileia. Ma sul giorno del delitto è “buio totale”.
“Quella mattina mia moglie mi ha chiamato e mi ha chiesto di misurare tre pigiami nuovi. Quando le ho
chiesto il motivo, lei mi ha risposto che ‘servono perché ti portiamo via, ti ricoveriamo perché sei matto’. Poi
non ricordo niente altro”. Ha esordito così in aula, nel processo in corso nei suoi confronti davanti alla Corte
d’assise di Udine, Livio Duca, 67 anni, accusato di aver commesso l’omicidio della moglie Marinella Maurel
lo scorso 22 settembre ad Aquileia, colpendola con un’unica coltellata alla base del collo, ha esordito così
in aula, nel processo in corso davanti alla corte d’assise di Udine.
Salii in camera mia. Poi non ricordo più nulla, solo che mi ritrovai seduto, insanguinato e ammanettato dai
carabinieri a pochi metri da Marinella distesa ferita sul prato. Dissi che dovevo aver combinato qualcosa di
grosso”
Duca ha affermato che nei quattro mesi precedenti alla morte della consorte, all’epoca 66enne, era
convinto di essere finito nel mirino della Guardia di Finanza per la sua azienda in Croazia e che i vicini
avevano installato tre telecamere per spiarlo. “Spiegavo la situazione – ha continuato l’uomo – a mia
moglie e a mio figlio, ma loro mi prendevano in giro. Alcuni giorni prima Marinella mi disse che l’avevo
stufata e mi piantò le unghie sul volto. Era la prima volta che era così aggressiva”. L’imputato ha ammesso
che durante il lockdown, quasi astemio, cominciò a bere vino e vodka. Solo sei giorni prima dell’omicidio,
l’uomo si sarebbe fatto prescrivere dal medico di famiglia benzodiazepine per poter dormire.
Come è stata uccisa la vittima
Durante l’udienza il medico legale, Carlo Moreschi, ha descritto anche le modalità dell’omicidio: la coltellata
è stata inflitta alla donna sopra la clavicola mentre assassino e vittima erano uno difronte all’altro. Il
medico ha infine affermato che il coltello a serramanico che il marito custodiva in camera da letto, e da lui
mai utilizzato prima di quel giorno, sarebbe compatibile con la ferita mortale.