Svizzera, ragazza 22enne guarda tv sul cellulare sotto carica in bagno: muore folgorata



Tragedia in Svizzera giovedì sera: una giovane ragazza ha perso la vita, folgorata in bagno mentre era nella vasca a guardare la tv sul telefonino sotto carica. Una leggerezza che le costata la vita: da definire le cause correlate, una spina difettosa, oppure il telefono può essere finito in acqua con tutto il carica, come avvenne nel 2017 a una ragazza di Crotone. In quel caso la ciabatta elettrica cadde nella vasca e per lei non ci fu nulla da fare.

Era nella vasca da bagno, stava guardando il suo programma televisivo preferito sul cellulare mentre questo era sotto carica, così, quando le è scivolato ed è finito in acqua, lei è morta folgorata. Una banale disattenzione è costata la vita a una ragazza di appena 22 anni. La tragedia si è verificata giovedì poco prima delle 21 in un’abitazione di Gossau, nel Canton San Gallo, in Svizzera.

Secondo quanto ricostruito dalla polizia cantonale, la giovane era entrata nella vasca da bagno piena di acqua attorno alle 20, portando con sé il telefonino. Stava guardando il suo programma televisivo preferito, ma questo era scarico così lo ha collegato alla rete elettrica tramite una spina non lontana dalla vasca. Un gesto apparentemente innocuo, che facciamo tutti, più volte al giorno, ma che in quel contesto è diventato estremamente pericoloso.

Poco dopo, per qualche ragione, forse urtato o forse scivolato dalle mani della povera ragazza, il telefonino è finito nell’acqua. La giovane è rimasta uccisa folgorata sul colpo perché il cellulare era attaccato alla fonte di energia da 220 volt. Ovviamente, se il telefonino fosse stato staccato dalla rete, non sarebbe successo assolutamente nulla.

Però, spiegano gli esperti, bisogna specificare che:

All’interno dei telefonini odierni c’è una batteria che non rilascia corrente verso l’esterno anche quando il dispositivo è acceso. Non a caso, cresce sempre più il numero di smartphone con certificazione IP67 o IP68, capaci di resistere a cadute accidentali in acqua o a immersioni più profonde e durature, fino a 3 metri e a 60 minuti. Il problema qui è la connessione del cellulare ad una sorgente elettrica, che porterebbe a seri incidenti solo in determinate situazioni. C'è un però: la potenza da 220 volt non viene trasferita, totalmente, al cellulare perché ridotta e canalizzata dal trasformatore inserito nel caricabatterie. Al contrario, avremmo smartphone bruciati al primo caricamento. Le cause vanno allora ricercate altrove. Lo smartphone di per sé non veicola elettricità. Anche se fosse agganciato alla presa a muro e da questa si staccasse per finire in acqua, la quantità di corrente che dalla porta di alimentazione passa per il cavetto non sarebbe tale da causare una folgorazione (si parla di 3 volt). Certo, porte difettose o cavi sbucciati con parti scoperte indurrebbero esiti fatali ma sono solo congetture che le indagini dovranno chiarire. Una possibilità, la principale da vagliare, è quella della caduta in acqua di tutto il caricatore, i cui “dentini” potrebbero essere il presupposto del passaggio di corrente da una fonte primaria attraverso il conduttore, e da qui alla persona immersa. Una potenza sicuramente minore di 220 volt ma resa rischiosa da alcune condizioni, come l’assenza di un salvavita. Ed è quanto successo nel 2017 ad una ragazza di Crotone, folgorata da una ciabatta caduta nella vasca, alla quale era attaccato un telefonino in ricarica.