SORELLA CON FRATELLO di Alberto Bassetti

SORELLA CON FRATELLO
di Alberto Bassetti
con Alessandro Averone E Alessandra Fallucchi
regia Alessandro Machía
scene Maria Alessandra Giuri
costumi Sara Bianchi
luci Giuseppe Filipponio
assistente alla regia Nicole Mastroianni
produzione Zerkalo
18 e 19 gennaio 2024
Il Rossetti – Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia – Sala Bartoli
(prezzo dei biglietti posto unico interi € 19, ridotti € 16, last minute € 15)
24 e 25 gennaio 2024
Teatro Stabile di Catania – Sala Futura
24 gennaio (20,45) | 25 gennaio (17,15) 

Sarà in scena il 18 e 19 gennaio al Rossetti – Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia – Sala Bartoli e il 24
e 25 gennaio presso il Teatro Stabile di Catania – Sala Futura, lo spettacolo SORELLA CON FRATELLO di
Alberto Bassetti, con Alessandro Averone E Alessandra Fallucchi; regia di Alessandro Machía.
Una donna trentenne è rinchiusa in un istituto correzionale nel quale, giunta quasi al termine dei
dieci anni da scontare, può usufruire di uno spazio dove sfogare la propria passione per il canto
durante le visite quotidiane del fratello. Tra canzoni, ricordi familiari, si disvela progressivamente,
con forza, l’entità di una tragedia che ha visto coinvolti i due fratelli in un omicidio familiare di cui
lei, forse innocente, sta pagando la colpa di lui, un ormai affermato avvocato preda di un sentimento
morboso, di un’ossessione, un amore distorto per la sorella, che vorrebbe sempre con sé. Un testo
teso tra il dramma analitico e il thriller con molte verità nascoste e intriso di colpi di scena che
ribalteranno completamente la situazione iniziale.

Note di regia

«Di fatto nessun desiderio è mai esaudito letteralmente, |
proprio a causa dell’abisso che separa il reale |
dall’immaginario». |

con il sostegno di

(Jean Paul Sartre | L’immaginario) |
Ultimo testo di Alberto Bassetti che chiude una ideale “trilogia della famiglia” (composta da Le due
sorelle e I due fratelli, premio Vallecorsi 2013), Sorella con fratello è un testo dall’atmosfera ambigua,
costruito come un thriller, che affronta il tema della violenza all’interno della famiglia
unendo la tragedia di fondo della storia ai toni spesso sarcastici di una commedia nera, cinica. Una
storia privata di espiazione e redenzione, una storia borghese in cui la famiglia, da luogo di
costruzione della realtà diventa luogo cortocircuitato di oppressione, violenza e deprivazione
dell’identità. Qui la figura limite dell’incesto, da archetipo tragico sembra quasi diventare metafora
bruciante del destino dell’Italia.
Il fascino del testo di Bassetti consiste proprio in questa tensione tra la tragedia che abita i due
fratelli e il linguaggio con il quale il tragico viene espresso, fatto di un lessico semplice e di una
scrittura che anche nei momenti più drammatici rimane leggera, ironica, decide di situare il tragico
nel non detto chiedendo alla regia di farlo emergere attraverso un lavoro minuzioso sulla parola, sulla
postura dei corpi, sui rapporti spaziali. Una regia a cui però viene anche chiesto di rimanere sulla
soglia, in un atteggiamento di lirica oggettività, con una sorta di pudore verso un dramma che qui si
dispiega attraverso una tecnica analitica di progressiva rivelazione del passato. Nella semplicità quasi
straniante che contraddistingue il dialogo dei due fratelli (i cui nomi – Lea e Leo – segnalano una
certa condizione infantile) e nel movimento asfittico e circolare che connota il testo, la scrittura,
quasi come per una segreta vocazione, tocca due temi fondamentali come l’identità e il desiderio,
vero centro gravitazionale della pièce: un desiderio lasciato alla sua opacità, alla sua profonda
ambivalenza, che emerge dalle parole dei due fratelli come uno scarto, un resto, qualcosa destinato
soltanto a una vita immaginaria.

Alessandro Machìa

Stralci di rassegna stampa
“Calzanti Alessandro Averone e Alessandra Fallucchi aderenti e intensi nei ruoli, nella regia asciutta,
rigorosa, di Alessandro Machìa per un racconto che alterna brevi squarci di canzoni rock famose a
magmatici monologhi in cui tutto il torbido viene dapprima evocato, poi mostrato in una acre autopsia
dei sentimenti”. (Andrea Porcheddu | Gli Stati Generali)
«La regia di Alessandro Machìa si concentrata sui movimenti, sulle posture dei corpi, sui giochi di luce in
grado di tagliare e svelare sfumature espressive che rendono cariche di maggior enfasi le rivelazioni dei
personaggi». (Enrico Ferdinandi | La Platea)
«Averone apre con l’inesorabilità del metronomo la torbida complessità interiore del fratello e mostra
pezzo per pezzo il meccanismo psicologico che ne governa le parole e l’agire [..] Si mette al servizio del
personaggio accompagnandone l’evoluzione fino alla tragica caduta». (Marcantonio Lucidi |
Marcantoniolucidi.it)

con il sostegno di

«Come due mosche che, pur continuando a sbattere contro la finestra, non mutano comportamento e
compiono sempre lo stesso giro, fino allo sfinimento. Interpretazioni forti e ricche di silenzi che
gridano dolore, desideri inconfessabili, torbidi, devastanti come può esserlo pensare autentica una vita
infantilmente immaginata. Condizione ben rappresentata dall’interpretazione di Alessandra Fallucchi
ed Alessandro Averone, due tra i migliori attori nel nostro panorama teatrale». (Paolo Leone | Corriere
dello Spettacolo)
La sapiente regia di Alessandro Machìa e i bravissimi Alessandro Averone e Alessandra Fallucchi
mettono in luce la solitudine dell’uomo, quel senso di soffocamento che è insito nelle famiglie. Aiutati
da una sobria ma inquietante scenografia di Maria Alessandra Giuri (due sedie, una pianola e un
crocifisso) e dai costumi di Sara Bianchi, il pubblico si sente immerso nell’ambiente spettrale, delirante
e delle volte bigotto delle famiglie. (Marco Rossi | Culturalmente)
«Alessandro Averone e Alessandra Fallucchi, sotto l’attenta regìa di Alessandro Machìa, hanno dato il
meglio di loro stessi, sorprendendo per la capacità di calarsi nel dramma del copione, emozionando e
commuovendo, divertendo e sorprendendo, di sicuro mai
annoiando». (Barbara Carmignola| Contrappunti.info)
«Sorella con fratello è uno spettacolo intenso, denso, profondo, che scava nelle intricate dinamiche
familiari, nei nodi e nei tessuti dei nastri che avvolgono i legami di sangue di un fratello e una sorella [..]
una recitazione toccante, precisa, misurata, forte e talvolta commovente di Alessandro Averone e
Alessandra Fallucchi». (Maresa Palmacci| Recensito.net)