Saman Abbas, il fidanzato: “Dovevamo sposarci: avevamo già comprato i vestiti”
Saman e il fidanzato Saqib avrebbero dovuto sposarsi. Ed è per questo che la 18enne
scomparsa da Novellara lo scorso 30 aprile era tornata a casa dalla sua famiglia: voleva
i documenti che le avevano sottratto e che erano necessari a poter celebrare il matrimonio.
Intervistato da “Chi l’ha visto?” il fidanzato di Saman spiega: “Saman è il mio unico amore,
farò di tutto per avere giustizia – conclude Saqib – a me non frega niente della mia vita, non
mi frega di morire”.
ATTUALITÀ 30 GIUGNO 2021 22:29di Chiara Ammendola
Si amavano molto Saman e Saqib e per questo avevano deciso di sposarsi così da poter
vivere la loro storia d’amore liberamente. Un matrimonio che però non si è mai celebrato
perché la giovane Saman è sparita nel nulla, uccisa, secondo gli inquirenti, dalla sua stessa
famiglia per aver rifiutato un matrimonio combinato con un cugino in Pakistan. La sera della
sua scomparsa, lo scorso 30 aprile, la 18enne ha inviato gli ultimi messaggi al fidanzato
allertandolo: “Se non mi senti per due o tre giorni, vai dai carabinieri”. Per questo Saqib si
è rivolto alle forze dell’ordine per raccontare della scomparsa del suo amore, quell’amore
conosciuto un anno prima attraverso i social.
L’anello regalato il giorno del loro primo incontro
“La prima volta che sono andato a Bologna, Saman mi ha regalato questo anello” spiega
alle telecamere di “Chi l’ha visto?”, il giovane che mostra con orgoglio quel pegno d’amore
che la fidanzata gli aveva regalato al loro primo incontro. I due infatti si sono conosciuti
nell’agosto del 2020 su Tik Tok, ma quel giovane vive a oltre 200 chilometri di distanza
da lei e così dopo aver parlato a lungo prima attraverso i social e poi scambiandosi
il numero di cellulare i due decidono di incontrarsi. È un amore sincero il loro, vero,
che li spinge a sfidare tutto e tutti, compresa la famiglia di Saman che invece la
vuole promessa a un cugino in Pakistan.
Saman ha tentato il suicidio: non voleva sposare quel cugino in Pakistan
Un futuro che la 18enne non vuole tanto da tentare il suicidio così come spiegato dallo stesso Saqib: “Saman era minorenne quando è tornata dal Pakistan, lei non voleva sposare quel cugino e per questo ha tentato il suicidio – racconta – mi ha raccontato tutto, è successo a marzo del 2020, ha ingoiato delle pillole e ha vomitato sangue. Poi l’hanno portata in ospedale e si è salvata”. Nell’estate dello stesso anno fugge in Belgio ma viene riportata casa. Poco dopo conosce Saqib e con lui inizia una storia che li porta anche a progettare un matrimonio, tanto che il giovane che vive a Roma aveva già comprato un abito per la cerimonia. “Io e lei eravamo troppo innamorati. Lei era la mia vita”, spiega il giovane a “Chi l’ha visto?”. Per questo quando Saman finisce in comunità dopo aver denunciato la famiglia che vuole costringerla a un matrimonio combinato, decide di scappare per raggiungere il fidanzato.
Uccidiamola, questa può fare cose strane un’altra volta e può scappare
È l’11 aprile scorso. I due sono intenzionati a sposarsi e così il 20 aprile Saman torna dalla famiglia per riavere i documenti che le hanno sottratto e che sono necessari a quel matrimonio che tanto vuole. Ma i giorni passano e i genitori insieme con lo zio materno e i cugini non vogliono cedere. Quella ragazza è pericolosa, secondo loro e lo zio che avrebbe materialmente ucciso Saman lo dice proprio alla mamma della giovane. “Ho sentito con le mie orecchie, mio zio materno, lui ha mandato un whatsapp a mia mamma in cui dice: uccidiamola, questa può fare cose strane un’altra volta e può scappare”, scrive così Saman al fidanzato, qualche giorno prima di sparire per sempre. La sera della sua morte, viene aggredita da un cugino con uno schiaffo che testimonia con una foto inviata ancora una volta a Saqib: a quel punto dice ai genitori che vuole andare via e che vuole i suoi documenti. “Se per due o tre giorni non ti chiamo, tu vai dai carabinieri”, scrive al fidanzato. Un triste presagio. “Saman è il mio unico amore, farò di tutto per avere giustizia – conclude Saqib – a me non frega niente della mia vita, non mi frega di morire”.