Quando i neonati prematuri venivano trattati come fenomeni da luna park: la storia di “Incubator”

Quando i neonati prematuri venivano trattati come fenomeni da luna park: la storia di “Incubator”

C’è stato un tempo in cui nascere prematuri era una vera e propria tragedia. Sebbene oggi la venuta al mondo di un neonato prima del tempo sia, nella maggior parte dei casi, un’eventualità curabile e gestibile senza troppi problemi a livello medico, appena un centinaio di anni fa le cose non erano affatto così semplici.

Se infatti in un ospedale veniva alla luce un bimbo con questa caratteristica, le cure non erano per nulla scontate. Al contrario: i genitori dovevano augurarsi di conoscere qualcuno che potesse farsene carico, sperare con tutte le loro forze che riuscisse a sopravvivere e accettare anche i trattamenti più umilianti. La storia che stiamo per raccontarvi lo dimostra. Siamo negli Stati Uniti degli anni ’20, e i neonati prematuri, nel celebre luna park di Coney Island, a New York, erano trattati come veri e propri fenomeni per il divertimento di visitatori paganti. Sì, avete capito bene: pronti a scoprire cosa accadeva?via: Atlas Obscura

Nel 1920 esisteva un solo posto, a New York, che potesse prendersi cura dei neonati prematuri, e non era certo una clinica o un ospedale, bensì un luna park. Può sembrare strano o addirittura assurdo, ma era proprio così. Lo testimoniano i racconti di tantissime persone che in quegli anni sono nate e vissute, e che oggi hanno lasciato al mondo storie davvero incredibili. Lucille Horn era una di esse.

Quando nacque prima del tempo, suo padre la portò via dall’ospedale che si rifiutava di offrirle le cure adeguate, e la condusse proprio a Coney Island, dove i bambini nelle incubatrici di certo non mancavano. Come era possibile che questi fragili neonati si trovassero in un parco divertimenti? Era proprio lì che il dottor Martin Couney aveva deciso di realizzare una struttura dove avrebbe mostrato al pubblico il funzionamento delle incubatrici che aveva sviluppato già qualche anno prima.

Lo show, se così possiamo definirlo, si chiamava non a caso “Incubator“, ed era proprio lì che Couney, dietro

il pagamento di un biglietto di 25 centesimi, mostrava con orgoglio le sue invenzioni che, di fatto,

salvarono la vita di moltissimi bambini. Una vera e propria attrazione da parco divertimenti, dunque, ma che

aveva una finalità di certo nobile e utile. Nel giro di poco tempo, infatti, Incubator divenne un luogo

popolarissimo tra le persone che si recavano a Coney Island, e i soldi dei visitatori paganti permisero a

Couney di mantenere le spese per le incubatrici e per le balie che, a ogni ora del giorno, si dedicavano ai

delicati neonati prematuri presenti al loro interno.

La sua bizzarra trovata, tuttavia, avrebbe salvato la vita di circa 6.500 bambini, la cui sopravvivenza

stata tutt’altro che semplice, se non impossibile. La storia di questo incredibile show è stata raccontata

anche nel libro “The Strange Case of Dr. Couney: How a Mysterious European Showman Saved Thousands of

American Babies” di Dawn Raffel, e di certo appare a tutti come un frammento di un passato in cui accadevano cose che oggi sarebbero semplicemente impensabili.