Le lacrime della Duse al Nuovo Teatro Ateneo: al via con Umberto Orsini gli incontri “Artigiani di una tradizione vivente.”

LE LACRIME DELLA DUSE
Il patrimonio immateriale dell’attore
Progetto a cura della Compagnia Mauri Sturno

finanziato dal MIC, con il supporto dell’Università di Roma La Sapienza

consulenza culturale del CREA – Nuovo teatro Ateneo e il progetto “Per un teatro necessario – Residenze

didattiche universitarie” della Sapienza Università di Roma,

diretto dal Prof. Guido di Palma.

Al via il ciclo di incontri Artigiani di una tradizione vivente
martedì 17 ottobre ore 16:00 Umberto Orsini Teatro Ateneo
venerdì 10 novembre ore 16:00 Isa Danieli Teatro Ateneo
martedì 21 novembre ore 16:00 Gabriele Lavia Teatro Ateneo
venerdì 24 novembre ore 15:00 Enzo Moscato Aula Levi (Vetrerie Sciarra)
venerdì 1° dicembre ore 15:00 Mimmo Cuticchio Aula Levi (Vetrerie Sciarra)
lunedì 4 dicembre ore 16.00 Lino Musella Aula Levi (Vetrerie Sciarra)

Le lacrime della Duse. Il patrimonio immateriale dell’attore si apre alla seconda fase dedicata al ciclo di
incontri dal titolo Artigiani di una tradizione vivente.
Il progetto – di grande valore artistico – nato per recuperare l’antica cultura artigiana del teatro che punta a
preservare e valorizzare il patrimonio immateriale dei saperi teatrali, dopo il primo ciclo di formazione
teatrale e drammaturgica per giovani attori under 35 curata da Glauco Mauri, inaugura ora il secondo step
dedicato agli “Artigiani della tradizione vivente”, una ciclo di incontri con grandi attori e attrici della
tradizione teatrale condotti da Guido Di Palma. Il primo appuntamento si terrà il 17 ottobre con Umberto
Orsini, a seguire Isa Danieli (venerdì 10 novembre ore 16:00) e Gabriele Lavia (martedì 21 novembre ore
16:00); si prosegue con Enzo Moscato (venerdì 24 novembre ore 15:00 – Vetrerie Sciarra) e poi venerdì 1°
dicembre ore 15:00 Mimmo Cuticchio (Vetrerie Sciarra) e Lino Musella (4 dicembre ore 16:00 – Vetrerie
Sciarra).
Umberto Orsini, allievo dell’Accademia Nazionale d’Arte drammatica di Roma, ottenne i primi successi in
teatro con la Compagnia dei Giovani e la regia di De Lullo (1957), recitando poi con la compagnia Morelli-
Stoppa, con Sarah Ferrati (Chi ha paura di Virginia Woolf?, 1963) e con Gabriele Lavia per la compagnia del
Teatro Eliseo, di cui dal 1980 al 1997 fu direttore artistico. Sempre per il teatro ricordiamo Affabulazione
(1993) di Pier Paolo Pasolini con la regia di Ronconi; Un marito (1994) di Italo Svevo diretto da Patroni
Griffi; l’Otello di Shakespeare e Il giuoco delle parti di Pirandello, entrambi nel 1995 e con la regia di
Gabriele Lavia; Vecchi tempi (2004) di Harold Pinter, con la regia di Roberto Andò; Il padre (2005) di
Strindberg, con la regia di Massimo Castri; Il nipote di Wittgenstein (2007) di Thomas Bernhard, con la regia
di Patrick Guinand. Dopo il debutto nel cinema con Federico Fellini (La dolce vita, 1959), si affermò in
seguito con altri registi fra i quali Visconti (La caduta degli dei, 1969; Ludwig, 1973). L’esordio televisivo
avviene nel 1960 con il ruolo del giovane Partistagno in La pisana di Giacomo Vaccari, ma il successo
maggiore arriva nel 1969 con I fratelli Karamazov di Sandro Bolchi, sceneggiato che raccoglie consensi di
critica e di pubblico, nel quale interpreta il personaggio di Ivan Karamazov.

con il contributo di
Le lacrime della Duse. Il patrimonio immateriale dell’attore, curato dalla Compagnia Mauri Sturno, è un
progetto finanziato dal MIC ed ha coinvolto l’Università di Roma La Sapienza che fornisce il supporto
logistico e una consulenza culturale attraverso il CREA – Nuovo teatro Ateneo e il progetto “Per un teatro
necessario – Residenze didattiche universitarie” della Sapienza Università di Roma, diretto dal Prof. Guido
di Palma.
Come nasce l’idea? Nel 1954 durante una tournée in Sud America Memo Benassi, allievo devoto della Duse
che con lei interpretava Oswald negli Spettri di Ibsen, si accorse che il giovane Glauco Mauri, neo
diplomato all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica, lo spiava dalle quinte. Qualche giorno dopo lo
chiamò in camerino. Il vecchio attore che a 63 anni aveva appena interpretato Osvald disse al giovane
attore: “Vorrei che tu tenessi questa giacca con cui recitavo Osvald. Ora non posso più indossarla, mi viene
stretta”. Il giovane attore, stupito, ringrazia commosso ma sull’uscio della porta viene fermato. Benassi si
alza e dice: “Tienila da conto. Vedi questa spalla? Qui la Duse versava le sue lacrime”. Era un gesto antico
legato alla tradizione. Era il riconoscimento che l’invisibile artigianato del vecchio attore aveva trovato un
erede. In una sorta di rituale di passaggio di consegne, la giacca è in seguito stata donata da Glauco Mauri
a Roberto Sturno, scomparso il 22 settembre di quest’anno.
“La cultura teatrale non può essere affidata solo alla scrittura e tantomeno ai video – afferma il Prof.
Guido Di Palma – essa vive principalmente nella presenza e nelle relazioni delle persone che la agiscono. 
Per questo le residenze didattiche universitarie sono pensate come un luogo di scambio. Passato e presente
s’incrociano in uno spazio protetto affinché i saperi teatrali non vengano dimenticati e possano essere
rivivificati nell’incontro tra generazioni. Per questo, nel quadro della Terza Missione universitaria la
Sapienza sostiene il progetto Le lacrime della Duse”.
Le attività si svolgono presso il Nuovo Teatro Ateneo e le Vetrerie Sciarra. Ingresso gratuito.
A questo link è possibile prenotare
https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLSdCLfa2Pcjjr1hTjeGJ3so-AzUnWWK24AMqQBKsOShK-
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