La storia di Francesca che a 5 anni vede il padre uccidere la madre: “Non si è mai pentito”

La storia di Francesca che a 5 anni vede il padre uccidere la madre: “Non si è mai pentito”
Fanpage.it racconta la storia di Francesca, rimasta a cinque anni orfana di madre vittima di femminicidio per mano del padre, che l’ha uccisa a fucilate. “Non si è fermato neanche davanti a me e non si è mai pentito”.

La storia di Francesca Nifosi è quella di una donna orfana di madre vittima di femminicidio. Da bambina, all’età di cinque anni, ha assistito all’uccisione della mamma per mano del papà. Una delle tante vittime secondarie di violenza di genere, ancora oggi troppo spesso dimenticate. I fatti sono quelli di un delitto che si è consumato a Modica, in provincia di Ragusa, nella Sicilia degli anni Settanta. Fanpage.it l’ha intervistata, racconta il suo passato, spiegando quanta strada c’è ancora da fare per prendersi cura degli orfani. Oggi l’Italia li tutela con la legge 4 del 2018. Da adulta è venuta a conoscenza del Giardino Segreto, associazione capofila del progetto Airone, presente in Abruzzo, Lazio, Molise, Marche, Toscana e Umbria contattabile al Numero Verde 800 99 00 44, che aiuta i bambini e ragazzi orfani con un fondo di 10mila euro ciascuno ed è entrata a far parte di una rete, che si occupa di divulgare esperienze di vita.
“Papà ha ucciso mamma, non si è fermato neanche davanti a me”

Francesca ha vissuto una prima parte dell’infanzia spensierata, come gli altri bambini: “Fino a quando avevo tre anni io e mia sorella abitavamo con mamma e papà. Poi i nostri genitori si sono separati e siamo andate a vivere con nostra madre in un’altra casa. Di quel periodo ho pochissimi ricordi, ero felice, troppo piccola per percepire un clima di tensione in casa”. Francesca ha raccontato di quando a cinque anni ha assistito al femminicidio di sua madre: “Ero accanto a lei e ancora oggi mi ricordo tutto. Stavamo ferme con l’auto davanti ad un benzinaio ed è arrivato nostro padre. Siamo scese e mio padre ha sparato vari colpi di fucile. A mia madre ne sono arrivati due, il secondo le è stato fatale. Subito dopo lui ha tentato il suicidio, io questo non lo ricordo, ma è sopravvissuto. Mia madre è caduta a terra, io mi sono gettata su di lei, poi qualcuno mi presa e portata via. Oggi convivo con il fatto che mio padre non si è fermato neanche davanti a me”.
“La mia famiglia sola nel dolore, nessuno ci ha aiutati”

Francesca ha poi ripercorso quanto accaduto dopo la morte della madre: “Io e me e mia sorella siamo state

subito affidate ai nonni materni e questo è stato importante. Il mio è stato per tanto tempo un dolore

congelato. Parliamo degli anni ’70 del Novecento, a quel tempo non c’era alcun tipo di assistenza. Non ho

avuto un supporto psicologico, che mi aiutasse ad affrontare questo dolore così grande quindi ho fatto da

me, con l’aiuto dei miei famigliari. Sia io che la mia famiglia siamo stati avvolti dal silenzio, questi sono

dolori che da soli non si possono affrontare. E noi ci siamo trovati completamente soli”.



“Mia madre ha chiesto aiuto, ma non è stata creduta”

Francesca è cresciuta prendendosi cura di sé. “Non ho ricordi di mia madre, perché il silenzio è stato

dominante”. Da adulta ha incontrato una sua cara amica, che le ha parlato di lei: “È stato bello, mi ha

restituito dei ricordi di com’era mia madre, aspetti che non conoscevo del suo carattere. Era una donna

molto solare e divertente. Sono venuta inoltre a sapere che quando mio padre l’ha minacciata aveva

chiesto aiuto, ma non è stata creduta”.


“Ho incontrato mio padre, non si è mai pentito”

A diciassette anni, dopo aver intrapreso un percorso psicologico che l’ha portata ad affrontare il dolore che

portava dentro di sé da tutta la vita, Francesca ha deciso di rincontrare suo padre, oggi deceduto. “Dovevo

capire che cosa fosse successo nella sua testa e nel suo cuore, per fare una cosa così feroce.

Naturalmente non ho trovato risposta. Mi sono anzi resa conto che mio padre non si è mai pentito, questi

uomini non si pentono. La risposta me la sono data da sola, dopo: mio padre è stato figlio della cultura

patriarcale del possesso così attuale ancora oggi, che ritiene la donna un oggetto di sua proprietà”.