GOREFEST RUTILANTE E SANGUINARIA, UN HORROR DURO E PURO CHE RIVITALIZZA UNA SERIE STORICA.


Nella periferia di Los Angeles, in un grande e fatiscente condominio prossimo alla demolizione e quindi con lo sfratto incombente, Ellie è una mamma single – il marito se n’è appena andato via – che si arrabatta per tirare su i suoi tre figli: Danny, Bridget e la piccola Kassie. Beth, sorella di Ellie e tecnica delle chitarre per un gruppo rock, si è accorta di essere incinta e viene a far visita alla sorella per trovare consiglio. Pessima scelta del momento, però. Una scossa di terremoto di 5.5 gradi di magnitudo apre un buco sul pavimento del garage e permette a Danny di trovare una cassetta di sicurezza contenente alcuni dischi misteriosi oltre a un involto con un antico libro. L’edificio era infatti una banca e quanto Danny ha trovato è propedeutico alla liberazione di un’entità malvagia che prende possesso di Ellie con conseguenze terribili di cui non tardano ad accorgersi i malcapitati figli e la sorella, subito coinvolti in un sanguinoso turbinio di orrore.

La serie di film generata da La casa, capostipite di oltre 40 anni fa che ha lanciato la carriera di Sam Raimi, è tra le più iconiche dell’horror e al tempo stesso tra le più incongrue e bizzarre nei suoi sviluppi.

Il primo seguito, infatti, La casa 2, è in sostanza un lussuoso remake del primo film, mentre il terzo film, L’armata delle tenebre, prende una curiosa deviazione fumettistico-fantasy che cambia del tutto le carte in tavola. A confondere ulteriormente le acque ci sono gli svariati sequel apocrifi, una serie televisiva e un apprezzabile, se non innovativo, remake relativamente recente. Su tutto questo pregresso si inserisce ora questo nuovo film della serie, che presenta un set di personaggi nuovi ad affrontare una vicenda che ha sempre a che fare con un libro dalle caratteristiche malefiche e malsane, il Libro dei Morti.

Ricercare elementi di continuity è inutile e persino futile. Vale la pena di prendere il film come una nuova, virulenta, variazione sullo stesso tema, ormai ben noto, per non dire risaputo. Preso quindi in sé, il film ha una sua notevole forza spettacolare. Una variazione interessante, pur mantenendo le caratteristiche cupe e claustrofobiche della serie, è il cambiamento di ambientazione: viene infatti abbandonato il tradizionale set boschivo per uno cittadino, con un edificio cadente a fornire uno sfondo più che adeguato e tenebroso.

Quel che più importa sono però il tono e il ritmo della narrazione, che non tradiscono le attese e mantengono una forte presa sullo spettatore. Gorefest di dimensioni quasi inaspettate nell’horror mainstream contemporaneo, il film è un horror duro e puro, non reticente e adeguatamente malsano, che richiama stilemi e morbosità sia dell’originale di Raimi sia del remake di Fede Alvarez, ma sbandiera una consistente dose di autonomia che non è per niente disprezzabile.

Il film è ben confezionato, questo sì. Non trovo pecche da nessuna parte se non nell’idea finale della mostruosa creatura,  in pieno stile “la mosca”, che rende il tutto un po’ ridicolo e grottesco. Non condivido invece per niente la scelta di fondo di spostare l’atmosfera da un fatiscente chalet isolato fra boschi inquietanti a un condominio metropolitano, A quanto pare è proprio vero, come cantavano gli Afterhours di Manuel Agnelli oltre due decenni fa, che “non si esce vivi dagli anni Ottanta”. Ecco dunque che uno dei franchise per eccellenza del genere horror, quell’Evil Dead che in Italia divenne in modo ben più anonimo La casa (che poi a dirla tutta si trattava di una baita di montagna che aveva senza dubbio visto giorni migliori), ritorna dal sonno .

PANORAMICA SU LA CASA – IL RISVEGLIO DEL MALE

Lee Cronin firma la sua seconda regia horror portando al cinema il nuovo capitolo della saga iniziata nel

1981 con La casa di Sam Raimi. Per la prima volta, però, rispetto ai precedenti episodi, sposta

l’ambientazione in un paesaggio urbano, all’interno di un edificio, invece della consueta capanna in mezzo

al bosco. “Doveva comunque mantenere un certo senso di claustrofobia. Qui si parla di una famiglia in un

palazzo fatiscente bloccata nel suo appartamento. Segue lo stesso ritmo, ma è in uno spazio più moderno”

– ha spiegato il regista, aggiungendo che non ci sarà nemmeno Ash Williams, tra gli elementi iconici delle

altre pellicole. Niente panico per i fan del franchise, Cronin assicura che saranno presenti nel film

tantissimi collegamenti con il passato. Nelle sue intenzioni, tuttavia, c’è quella di “creare qualcosa che

possa espandere l’universo di Evil Dead ulteriormente” – ha rivelato.


Sam Raimi ha definito la storia “spaventosa” dopo aver visionato alcuni montaggi: “Probabilmente Lee

Cronin farà ulteriori modifiche che non ho ancora visto, ma il film è fantastico e spaventoso e lascerà la

gente a bocca aperta” – ha dichiarato. Il regista storico della saga aveva dato la sua benedizione al progetto

solo dopo essersi assicurato di vedere realizzate alcune richieste, come la presenza nella trama del Libro

dei Morti e quella dei Deadites. Durante le riprese, iniziate nel giugno del 2021, sono stati utilizzati ben

6.500 litri di sangue finto. “Ho dovuto assumere una cucina industriale per creare la quantità di sangue di

cui avevamo bisogno. Quando stavo facendo il check-out, ho dovuto avvertire il padrone di casa: ‘Troverai

impronte di mani insanguinate in tutto l’appartamento, ma non sono reali, davvero!’” – ha raccontato Cronin.

CRITICA DI LA CASA – IL RISVEGLIO DEL MALE

Impeccabile nella confezione, pieno di rimandi a film conosciuti, con un’ambientazione originale, fiumi di

sangue e un tenue legame con la saga d’origine, questo reboot al femminile pecca semmai di eccessiva

fiducia nella necessità del suo racconto. Ne esce comunque un buon prodotto splatter nella media, adatto

soprattutto al pubblico più giovane.

fonte comingsoon