Ernesto, 82 anni e 5 lauree con 110: “Avevo bisogno di un motivo per vivere dopo la pensione”
“Ai giovani dico di proporsi in continuazione e perseguire fino in fondo la propria strada, senza zigzagare e
stringendo i denti: le soddisfazioni arriveranno”.
Da giovane non è mai stato uno studente modello, come ammette lui stesso. Ma adesso, con oltre ottanta
primavere alle spalle, la storia è decisamente cambiata. Ernesto William Loda, classe 1939, residente a
Castelvetro Piacentino (circa cinquemila anime oggettivamente più vicine a Cremona che alla
“Primogenita”) è un plurilaureato da record: cinque le tesi discusse dal 2005 ad oggi, con l’ultima, via Zoom
viste le restrizioni causa covid (“Ma è andata bene” confessa) è datata giugno 2020, ottenendo ancora una
volta il massimo dei voti, con tanto di lode. Cosa spinge un signore della sua età a rimettersi in gioco sui
libri in questo modo? “Avere un’ulteriore motivo di vita dopo la pensione” ci spiega il dottor Loda
mostrando con orgoglio una tesi dopo l’altra. Complessivamente i 110 e lode sono stati quattro, mentre
solo una discussione è finita senza la ciliegina sulla torta, con l’ultima laurea che resterà un capitolo
importante della sua splendida storia per altri due motivi. Il primo è che quel lavoro adesso è stato donato
alla biblioteca comunale del paese, restando a memoria perenne del suo impegno. Il secondo è che fra
pagine c’è anche una dedica speciale a Edoardo Mazzieri, amico storico e noto volontario della Croce
Rosse cremonese, che fra l’altro più di una volta ha aiutato lo stesso Loda con l’utilizzo del pc per
l’università e per la realizzazione di alcune foto utilizzate in una sua tesi, morto di covid un anno fa.
“Eravamo particolarmente legati” ammette.
L’avventura accademica di Ernesto William Loda ha inizio nel 2003, prima ancora che andasse in pensione.
“Quell’anno è stato durissimo, perché lavoravo e utilizzavo il quarto d’ora accademico per telefonare a
clienti e fornitori” racconta. La facoltà scelta, soprattutto per comodità, visto che a Cremona c’è una sede
staccata dell’ateneo pavese con una varietà di corsi non proprio vasta, è stata quella di Musicologia e Beni
culturali. E quella prima tesi, con una ricerca approfondita sui monumenti a caduti durante la Grande
Guerra, gli è anche fruttata una chiamata addirittura dal ministero per una collaborazione in un report
simile che a Roma si stava cercando di mettere in campo. “Ma alla mia età, ho rifiutato -dice Loda-. Ho
detto che era meglio lasciare quel posto di lavoro a qualche giovane”. Dopo la prima corona d’alloro, nel
2005, ne sono così arrivate altre quattro in 16 anni, svariando su più temi, fino all’ultimo titolo, quello che da
qualche settimana è nella biblioteca locale: “I primi anni di attività dell’ospizio Emilio Biazzi di Castelvetro,
1879-1900”, una ricerca portata avanti nell’archivio dello storico istituto di assistenza per gli anziani del
piccolo comune piacentino, nato più di 140 anni fa.
“Stare coi ragazzi è bellissimo, mi ha aiutato a sentirmi giovane ed ho capito che se hanno a che fare con
una persona di una certa età, è importante non deluderli -prosegue Loda-. Non c’è mai stato nessun
problema con loro, anche se all’inizio avevano un po’ di perplessità. Ma poi hanno cominciato anche a
darmi del tu ed è stata una cosa straordinaria”. Eppure, l’82enne plurilaureato adesso è pronto a dire basta.
“Mi manca la motivazione -ammette-. E non ci sono altre facoltà che mi interessano qui vicino, senza
dover andare necessariamente a Pavia”. Forse, un bel po’ di anni fa, le cose sarebbero potute andare
diversamente, visto che Loda non è mai stato uno poco incline alle nuove sfide. Lo ha dimostrato fin da
giovane.
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“Fino alla quinta ginnasio sono stato in seminario, poi sono entrato in accademia e ho fatto un po’ di carriera militare” racconta ancora il protagonista di questa storia, ricordando di aver intrapreso quella strada inizialmente quasi per caso, non avendo il diploma, e poi con una grandissima voglia di farcela. Prima dell’esito positivo del test di ingresso all’accademia di aeronautica, ammette, ha persino fatto un voto alla Madonna di Caravaggio, andando a piedi fino all’omonimo comune bergamasco nella speranza di ricevere un aiutino dall’alto. “Dopodiché sono uscito e ho fatto prima l’operaio in un calzaturificio, poi il segretario in un’azienda e infine, per il resto della vita, il rappresentante di metalli. Avevo anche una fonderia e poi ho preso il diploma alla scuola serale” ricorda Loda, matricola universitaria l’anno prima della pensione, come già detto, con un motto riportato sullo screen sever del suo pc per trovare gli giusti stimoli nei momenti di sconforto: “Propter se ipsam appetenda sapientia”, detto latino che vuol dire “la sapienza dev’essere raggiunta per se stessa”. Ha funzionato, assicura infine Ernesto William Loda, che ai giovani, infine, dice: “Non devono isolarsi, devono partecipare alla vita sociale e anche imprenditoriale per proporsi in continuazione. E poi non devono lasciar perdere nessuna occasione. Sento di ragazzi che rifiutano lavori a qualche chilometro di distanza dal proprio paese perché non vogliono spostarsi. Ma come? Quando si capisce qual è la propria strada -conclude- devono perseguirla fino in fondo, senza zigzagare, e stringere i denti: le soddisfazioni arriveranno”.