ERIK TONELLI NELLA NUOVA FICTION DI RAI1 “VITE IN FUGA”

Da domenica 22 novembre in prima serata, Rai 1 trasmetterà la fiction Vite in Fuga. Diretta di Luca Ribuoli, la nuova produzione si concentrerà sulla storia di Claudio Caruana (Claudio Gioè), un dirigente di banca che sarà costretto a darsi alla fuga, insieme alla moglie Silvia (Anna Valle) e i due figli adolescenti Alessio (Tobia De Angelis) e Ilaria (Tecla Insolia), appena sarà l’unico sospettato dell’omicidio del collega Riccardo. Nel cast della fiction ci sarà anche Erik Tonelli, il Leonardo Arena di Un Posto al Sole. 


Ciao Erik, da domenica 22 novembre sarai nel cast di Vite in Fuga, la nuova fiction con protagonisti Claudio Gioè e Anna Valle. Che personaggio interpreterai lì?

“Sarò un giornalista che, facendo il suo lavoro un po’ invadente, andrà a fare delle domande, ad indagare sulla scomparsa del protagonista, interpretato da Claudio Gioè. La sua professionalità, la ricerca dello scoop e della notizia, andrà ad intaccare quelli che sono gli animi e la vita privata del padre dell’uomo, che è interpretato da Ugo Pagliai. Con quest’ultimo è stato davvero un piacere lavorare; ho trovato un grande professionista, una persona calma e molto attenta ai dettagli, che non si lasciava mai prendere dalla fretta, dal nervosismo del set. E’ stato davvero bello lavorare con un attore di quel calibro. Ad ogni modo, il mio è un ruolo piccolo, che però mi ha dato le dovute soddisfazioni, oltre che infoltire la mia esperienza come attore”.

Se non sbaglio, quando hai girato Vite in Fuga stavi anche sul set di Un Posto al Sole. Giusto?

“Esattamente. E’ stato anche un modo per staccare e per mettermi alla prova. Quando fai parte di una serialità lunga, come lo è Un Posto al Sole, già sai dove appigliarti, quali sono gli strumenti da utilizzare. E’ invece allenante quando devi muoverti su due set diversi. Tra l’altro, non mi era mai capitato di lavorare contemporaneamente su due cose”.

Il ruolo l’hai ottenuto su provino?

“Sì, sembra strano ma, proprio come è accaduto per Un Posto al Sole, avevo fatto inizialmente il provino per un altro personaggio di Vite in Fuga. Il direttore di casting mi ha però visto meglio su un altro ruolo, che è appunto quello del giornalista. Credo, tutto sommato, che questa sia una cosa positiva perché, grazie a quello, ho capito che la produzione aveva considerato, nonostante tutto, il mio provino. Ho constatato che ha prestato attenzione allo stesso e, soprattutto, che ci teneva a lavorare con me”.

Immagino che il ritmi del set di una serie destinata al prime time siano diversi rispetto a quelli della soap a cui sei abituato.

“Proprio così. Un Posto al Sole è stato per me molto allenante sotto questo punto di vista, perché poi trovarmi a girare Vite in Fuga con dei tempi molto più dilatati mi ha dato modo di confrontarmi maggiormente col regista, di fare più prove, di aspettare una certa luce. Dico questo perché mi è capitato di girare in vari esterni, visto che non c’erano dei set costruiti, ed ho dovuto aspettare per via della luce che doveva cambiare. Tutto consisteva sul quanto riuscissi a mantenere la concentrazione. Ad Un Posto al Sole, dove si fanno meno prove, posso giocare subito tutte le mie energie, mentre sul set di Vita in Fuga dove dalla mattina, spesse volte, finivo a mezzanotte è stato più faticoso mantenere l’energia e la concentrazione”. 

Sul set di Vite in Fuga hai trovato qualche collega che conoscevi già?

“C’erano alcuni colleghi con i quali avevo già lavorato, ma con cui non ho avuto scene in comune. Inoltre, conoscevo il regista Luca Ribuoli, per via della mia partecipazioni in un progetto di studio, di laboratorio. Sapevo dunque che tipo di professionista sarei andato a trovare. Ovviamente, ero molto felice perché, ad esempio, in Task Force non conoscevo precedentemente il regista e, pure in una situazione di lontananza, aveva voluto fare un colloquio video con me. Però ci sono anche quelle volte in cui capita di arrivare sul set senza fare nemmeno una minima conoscenza pregressa. Con Ribuoli tutto questo non c’era: ero quindi al corrente della maniacalità con la quale lui lavora su certi aspetti. Sul modo in cui vuole che ci sia il suo occhio, la sua scelta, persino nei ruoli più piccoli. Luca è un professionista che non lascia davvero niente a caso. Già dalla scelta dell’attore c’è dietro uno studi ben preciso e mirato”.

Roberto Mallò per MassMedia Comunicazione

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