CIRCUS DARK QUEEN ricordando Antonio e Cleopatra di Stefano Napoli ai Solisti del Teatro

Compagnia Colori Proibiti presenta 
All’interno della rassegna
I SOLISTI DEL TEATRO
30 agosto 2023
CIRCUS DARK QUEEN
ricordando Antonio e Cleopatra di W. Shakespeare
regia Stefano Napoli
con Francesca Borromeo, Alessandro Bravo, Lucrezia Coletti, Simona Palmiero, Giuseppe
Pignanelli, Luigi Paolo Patano
disegno luci Mirco Maria Coletti
consulenza musicale Federico Capranica
foto Dario Coletti
si ringraziano Alessio Pardo e Sasà Salzano
musiche M.R. Delalande, G.F. Haendel, N. Rota, C.A. Rossi, S. Umebayashi
durata dello spettacolo: 50′ circa

La compagnia Colori Proibiti conclude la stagione estiva completando la trilogia del regista Stefano
Napoli dedicata a tre grandi regine. Dopo BEAUTY DARK QUEEN – Lo strano caso di Elena di Troia,
andato in scena al Teatro Tor Bella Monaca e VANITY DARK QUEEN – Niobe Regina di Tebe,
andato in scena al Campania Teatro Festival, sarà in scena all’interno della rassegna I Solisti del
Teatro, CIRCUS DARK QUEEN ricordando Antonio e Cleopatra da W. Shakespeare, per la regia di
Stefano Napoli. Protagonisti: Francesca Borromeo, Alessandro Bravo, Lucrezia Coletti, Simona
Palmiero, Giuseppe Pignanelli, Luigi Paolo Patano. Uno spettacolo – che ha debuttato con
grandissimo successo nel 2010 – ispirato a uno dei miti intramontabili della storia e della
letteratura: Cleopatra.
Lo spettacolo sarà in scena il 30 agosto alle 21,30 presso I Solisti del Teatro.
Il regista ripercorre la vicenda di amore e morte, di potere e passione, di cui la regina d’Egitto è
protagonista per brevi flash, creando un corto circuito di citazioni colte e materiali popolari, di
musica raffinata e canzonette, di luci sapienti che illuminano una scena di arredi essenziali e i corpi
degli attori, quei corpi ai quali la narrazione è affidata quasi integralmente.
Nota di regia di Stefano Napoli su CIRCUS DARK QUEEN
La Dark Queen è Cleopatra e va in scena con la sua leggenda nera e il suo amore per Antonio. Ma
Hollywood è lontana. Siamo piuttosto dalle parti del circo, un circo alla buona, come se ne
vedevano una volta nei piccoli paesi. Però non potevano mancare le belve feroci e neanche il
domatore, i lustrini e la fatica, insomma un impasto di crudeltà e sentimentalismo. Innumerevoli
sono le opere letterarie, pittoriche, filmiche e musicali ispirate a Cleopatra ma per lo spettacolo si
ringraziano soprattutto William Shakespeare per il suo struggente poema della fine, Cecil B.
DeMille e Claudette Colbert per la sfacciata ironia, il pittore Guido Cagnacci per la superba
teatralità che ha impresso alla morte di Cleopatra e infine una ignota marca di saponette rinvenuta
per caso in un supermercato di Parigi che commercializza il suo prodotto con il nome Cleopatra e
naturalmente una lucida carta dorata, perché l’oro, vero o falso che sia, sembra avvolgere tutto il
mito di Cleopatra. Tutto è smisurato in lei: lusso, avidità, brama di potere, passione, ferocia,

dignità nella morte. Forse avrà vissuto come su un palcoscenico, consapevole di essere guardata e
attenta all’effetto che produceva e, come avviene a teatro, forse le splendide sete erano solo
stracci ben illuminati. Nello spettacolo ho pensato a lei come alla protagonista di Scarpette rosse:
una creatura giovane e bella, nella pienezza della vita, che entra in un ruolo e non può più
disfarsene e balla e balla fino allo sfinimento e alla morte.
Le cifre stilistiche del teatro di Stefano Napoli sono tutte presenti e vivide in queste opere: esiliata
la parola ai confini del significante, il linguaggio è interamente assegnato al gesto, agli attori, alle
luci e alla musica. Questi elementi sono qui la pulsazione vitale dello spettacolo. Gli attori stessi si
spogliano a tal punto della loro identità umana da essere percepiti, nella loro integrità, come
personaggi che intrecciano le corporeità costruendo di scena in scena delle vere e proprie tele,
dando prova di un’abilità fisica e artistica. Un drappo, una benda, una sedia, oggetti minimali e
solitari, bastano a far da scenografia interattiva, continuamente maneggiati, indossati, spostati a
creare un paradossale dinamismo.
L’estetica di Stefano Napoli e il lavoro di Colori Proibiti sono il frutto di una ricerca vera e franca di
un nuovo linguaggio, che mescoli il figurato, l’astratto e il sonoro in un unico grande fotogramma
in movimento.
Da oltre trent’anni Stefano Napoli, con la compagnia Colori proibiti da lui fondata, sonda le pieghe
più cupe dell’animo umano e dell’esistenza dando ad esse forme visibili, implacabilmente
suggestive. Spesso la mitologia è stata sua fonte di ispirazione (si pensi a Ifigenia, o a Icaro, solo
per citarne alcuni), secondo uno schema creativo che dalla leggenda conduce alla realtà,
invertendo il percorso antropologico che si sviluppa in senso propriamente opposto.
Regista colto e originale, Stefano Napoli, insieme alla sua compagnia Colori Proibiti, da anni porta
avanti un rigoroso percorso di sperimentazione, fondato sul linguaggio del corpo. Un teatro che
cerca la parentela con l’arte figurativa, nel quale i corpi degli attori, quasi sempre muti, si
esprimono in quadri plastici di forte emozione che, accompagnati da un impianto sonoro
variamente evocativo, sollecitano la memoria visiva dello spettatore.

Informazioni
Spettacoli alle ore 21:30
I Solisti Del Teatro – 13 LUGLIO – 4 SETTEMBRE 29ª EDIZIONE 2023
Via Flaminia, 118 (Piazza del Popolo)
Direzione Artistica Carmen Pignataro
INFO E PRENOTAZIONI dalle ore 10:00 alle 18:00 tel. +39 380 7862654 mail
teatronovantuno@gmail.com 
Biglietti: intero 15,00€, ridotto over 65 – under 25 13,00€, gruppi oltre le 6 persone 10,00€