Alessandra, sepolta insieme all’uomo accusato di averla uccisa. Dalle amiche una colletta per separarla da lui

Alessandra, sepolta insieme all’uomo accusato di averla uccisa. Dalle amiche una colletta per separarla da lui
Alessandra Perini è morta un anno fa, un malore dopo le botte del marito. L’ennesima di una serie di violenze di cui erano a conoscenza le figlie e gli amici più stretti della 46enne modenese. A dicembre, due mesi dopo, il marito si è tolto la vita mentre era agli arresti domiciliari. Ora riposa nella stessa tomba della moglie, ma le amiche della donna non ci stanno.

Alessandra Perini, di Boggiovara (Modena), deceduta per un “malore sospetto” a ottobre del 2020, riposa nella tomba accanto a a quella del marito, Davide Di Donna, morto suicida due mesi dopo, e accusato di averla uccisa. Inaccettabile per le amiche che hanno deciso di fare una colletta per far riposare in pace la donna morta a 46 anni. “Immaginate cosa possiamo provare nel vederla seppellita vicino al marito accusato di averla uccisa”, raccontano alla Gazzetta di Modena.

La colletta delle amiche di Alessandra

Il 9 dicembre 2020, Di Donna si è tolto la vita. In quel periodo, si trovava agli arresti domiciliari, in attesa dell’udienza davanti al gip in cui avrebbe dovuto chiarire la propria posizione. Le sue ceneri sono state messe vicino a lei nel cimitero di Monteobizzo. In quella che è stata organizzata come una tomba di famiglia,  – come riporta il Corriere della Sera – è stato affisso un cartello con una foto felice del loro matrimonio e la scritta: “In noi… i vostri splendidi sorrisi. Sempre e per sempre”. Per questo motivo le amiche di Alessandra hanno lanciato una raccolta fondi in paese, trovando molte persone disposte a aiutarle per dare la giusta sepoltura alla donna. Anche perché il tumulo non ha ancora una lapide.

Il marito si era suicidato due mesi dopo l’arresto
Alessandra Perini è morta dopo una corsa contro il tempo all’ospedale di Boggiovara, la sera del ottobre 2020, per un “malore sospetto” che, secondo la Procura, era stato provocato dalle botte ricevute dal marito. L’ennesima di una serie di violenze di cui erano a conoscenza le figlie e gli amici più stretti della 46enne. E che anche l’uomo, davanti al gip, aveva ammesso, raccontando di aver dato uno schiaffo alla moglie senza l’intenzione di ucciderla. Per questo motivo, a 11 giorni dalla morte di Alessandra, il 50enne era stato arrestato con l’accusa di omicidio preterentizionale. Due mesi dopo, il 9 dicembre 2020, si è suicidato.