Margaux, la recensione dell’horror tecnologico su Netflix

Una delle scene dell'horror Margaux.

Il film: Margaux, 2022. Regia: Steven C. Miller. Cast: Madison Pettis, Vanessa Morgan, Richard Harmon, Jedidiah Goodacre, Phoebe Miu, Jordan Buhat. Genere: Horror. Durata: 105 minuti. Dove l’abbiamo visto: Netflix

Trama: Un gruppo di amici, gli studi che stanno per terminare e, soprattutto, il desiderio di trascorrere del tempo insieme prima di essere travolti da altri impegni. Tutto, dunque, sembra presupporre l’organizzazione di un week end tranquillo fatto esclusivamente di divertimento e rilassamento. Intenzioni confermate quando il gruppo di amici capeggiato da Hannah arriva all’interno di una lussuosa casa gestita interamente da Margaux, l’intelligenza artificiale con la voce suadente di una donna. Dietro i suoi modi gentili, però, si nascondono delle motivazioni tutt’altro che rassicuranti. Come un perfetto serial killer, infatti, Margaux è intenzionata a far tranquillizzare le sue vittime per poi colpirle quando meno se lo aspettano. In questo modo un normale week end tra amici è destinato a trasformarsi in un lungo ed interminabile momento di terrore.

https://youtube.com/watch?v=3LJPT93_pLI%3Fstart%3D13%26feature%3Doembed

Attualmente le parole Intelligenza Artificiale e Smart Home sono entrate pienamente nel nostro linguaggio ed uso quasi quotidiano. L’ossessione odierna, infatti, è quella di rendere le proprie case “intelligenti” per portarle a compiere automaticamente delle azioni al nostro posto. Ma cosa fare se la tecnologia inizia a ribellarsi al controllo umano? Nella realtà dei fatti il massimo che può accadere e di non ottenere un buon funzionamento dell’accensione automatica delle luci. Nella trasposizione cinematografica di Margoux, diretta da Steven C. Miller, invece, la casa potrebbe iniziare a mostrare del potenziale omicida, portando all’uccisione di ogni suo singolo abitante.

In questo modo, dunque, si va delineando l’ambientazione e lo svolgimento piuttosto prevedibile dell’horror disponibile su Netflix dal 1 dicembre. In effetti, com’è possibile approfondire nella recensione di Margoux, ci si trova di fronte ad una storia non particolarmente innovativa che, pur iniziando con un incipit efficace, capace di portare lo spettatore immediatamente all’interno della vicenda, perde la sua potenzialità con lo svolgersi dell’azione. Un passo alla volta, infatti, si comprende come gran parte del suo valore si basi esclusivamente sulla resa estetica e il tentativo del colpo di scena che non arriva mai. Le immagini, poi, sono così chiaramente riferite ai titoli più noti del genere da non contribuire alla formazione e alla crescita di nessun sentimento d’ansia e terrore. In questo modo, dunque, ci si trova difronte ad un’architettura narrativa e visiva che, al massimo, può avere l’ambizione di essere considerata come un thriller lievemente psicologico con un inevitabile numero di morti all’attivo.

Trama: Un week end da paura, o forse no

Il cast di Margaux, l'horror su Netflix.

Tutta la vicenda inizia con l’immagine di una coppia che viene barbaramente uccisa dall’intelligenza artificiale che governa la propria abitazione. Un momento che ha, evidentemente, il compito di mettere lo spettatore un passo avanti agli stessi protagonisti del film utilizzando uno dei “trucchi” più efficaci per dare forma alla suspense. In questo modo, dunque, si entra immediatamente a conoscenza di un elemento essenziale: la presenza di una casa capace di uccidere i suoi stessi abitanti. O, meglio ancora. Di un’intelligenza artificiale in grado di braccarli tutti basandosi sulla conoscenza dei loro punti deboli.

Dopo questo primo momento particolarmente promettente, però, si cambia completamente registro passando ad una struttura molto classica con tanto di lunga presentazione dei diversi personaggi. In questa occasione, dunque, si fa la conoscenza del gruppo di giovani laureandi che, arrivati quasi al termine del college, decidono di trascorrere tutti insieme un week end in una villa lussuosa ed incredibilmente tecnologica.

Tra di loro c’è Hannaha, il genio del computer, Drew, Devon e Clay. A loro si unisce anche la fastidiosa fidanzata social di Drew, che “allieta” il viaggio del gruppo con un numero praticamente infinito di selfie. Una volta arrivati a destinazione, però, tutti rimangono affascinati dalle incredibili capacità tecnologiche della casa. A regnare su di lei, infatti, è Margoux, l’intelligenza artificiale dotata di una suadente voce femminile e di una personalità che, col tempo, rivelerà delle punte da mean girl con disposizioni psicotiche. All’inizio, infatti, si mette completamente a disposizione dei suoi ospiti fino a che non decide di iniziare a sferrare i suoi colpi mortali. Una volta che i ragazzi si sono rilassati inizia, infatti, a colpirli agendo con una precisione incredibile suoi loro punti deboli.

A suo vantaggio, infatti, utilizza tutti i dati che hanno messo a disposizione sui diversi social. In questo modo, dunque, diventano delle vittime facili da braccare mentre Margoux si trasforma in un assassino senza punti deboli con una sola eccezione. L’unica persona che, nel gruppo, non ha profili sociale e che, dunque, per lei rappresenta un territorio sconosciuto.

I clique dell’horror

Una delle scene dell'horror Margaux.

E’ risaputo che nel mondo dell’horror entrare in una casa che non si conosce non è mai garanzia di serenità. Nel migliore dei casi, come dimostra tutto il fanchise nato dall’originale La Casa, ci si trova a confronto con un demone poco disposto al confronto. Ed è proprio il film di Sam Raimi che crea una sorta di modello narrativo cui molti hanno tratto ispirazione fino a trasformarlo in un vero e proprio clique dell’horror.

Margoux è proprio uno di questi casi. Fin dalle prime battute, infatti, è assolutamente evidente il riferimento composto da un gruppo di ragazzi che decidono di passare, guarda tu il caso, un week end all’interno di una casa. Certo, in questo caso non trovano alcun libro dei morti ma un’intelligenza artificiale che, per motivi misteriosi o del tutto inesistenti, decide di ucciderli.

Rispetto all’horror La casa, però, in questo caso manca proprio la forza della motivazione. Questo vuol dire che, in assenza del risveglio di forze oscure o di un eventuale desiderio di vendetta rimasto sopito e mai soddisfatto, nel film di Miller manca una motivazione che, per quanto poco attinente con la realtà, è comunque necessaria per creare pathos e partecipazione. E nel caso di Margoux un eventuale mal funzionamento del sistema o una naturale “perversione omicida” dell’intelligenza artificiale non costituisce certo una base essenziale per generare terrore e, soprattutto, l’attesa delle sue conseguenze.

La critica culturale ai social

Una delle scene iniziali di Margaux.

Al di là della chiara struttura narrativa e delle forme estetiche tratte dalla tradizione dell’horror, è evidente che Miller ha avuto anche l’ambiziosa intenzione di costruire un sottotesto di critica sociale e culturale. Quella che viene descritta, infatti, è una società giovanile interamente fondata sulla tecnologia e la condivisioni delle informazioni personali. Due elementi dotati di un iniziale aspetto piacevole e giocoso ma che nascondono delle insidie evidenti per quanto riguarda la limitazione delle libertà personali. L’abitudine di postare ogni singolo momento delle proprie esistenze sui social mette le persone in una condizione di potenziale accessibilità e pericolo.

Allo stesso tempo, delegare sempre più azioni quotidiane all’intelligenza artificiale, trasformando le abitazioni in modalità domotica, rischia di rendere l’uomo inabile a vivere la propria quotidianità delegando ad altro anche la capacità di accendere le luci di una stanza. Riflessioni importanti ma che il film utilizza in modo piuttosto elementare senza andare, soprattutto, ad approfondire la questione. Il concetto ultimo che si ottiene offre una interpretazione piuttosto elementare della simbologia riguardo la capacità della tecnologia di ucciderci. Ovviamente non fisicamente ma da un punto di vista della nostra unicità e creatività.