La Rinascita di Venere – Siamo tutti parte civile. L’intervista a Caterina Laita autrice del libro

Caterina Laita nata a Napoli è una giornalista professionista, ad oggi volto noto del panorama televisivo campano, particolarmente impegnata nei fatti di cronaca e politica. Direttore editoriale dell’emittente regionale campana Campi Flegrei, canale 199, dapprima giornalista presso le redazioni di varie emittenti televisive tra le quali si annovera Canale 21 con cui ha collaborato per circa 9 anni. Il suo esordio nel giornalismo sportivo e non solo nel 2004 a Milano con David Messina attraverso collaborazioni con canali della piattaforma Sky e con Canale Italia in un format dedicato alla realtà comunitaria Exodus, di Don Mazzi. Poi redattrice per la rivista ecclesiastica Messis realizzata dal Movimento Dehoniani in Europa, occupandosi di politiche economiche sociali, internazionali e giornalista presso il quotidiano Roma.

La Rinascita di Venere. Come nasce l’idea del libro?

Innanzitutto grazie per l’attenzione che state dedicando al mio libro. La rinascita di Venere – Siamo tutti parte civile, parte dall’incontro con tre donne durante un’intervista che mi hanno rilasciato per la televisione che dirigo, Campi Flegrei. Le loro storie mi hanno colpito al punto tale che mi sono sentita lacerare dentroe ho sentito un desiderio di poter fare qualcosa nel mio piccolo di poter contribuire alla sensibilizzazione del fenomeno di cui si parla tanto, è troppo spesso senza concludere realmente qualcosa. Le manifestazioni le campagne di sensibilizzazione, tutto ciò che si fa per portare alla luce i dati allarmanti della violenza sulle donne, sono soltanto una piccola goccia del mare perché purtroppo è la cultura che va cambiata, una cultura ancora troppo radicata verso il concetto maschilista della coppia e dove l’emancipazione femminile, la crescita sociale e culturale della figura della donna, spaventa una certa categoria di uomini che si sentono minati dal valore aggiunto che tante donne danno alla società per le loro capacità. Ovviamente il mio non è un discorso generalista perché non si può assolutamente generalizzare dato che esistono tanti uomini per bene, amorevoli, degni di essere chiamati uomini, mariti, padri.

Di cosa tratta nello specifico?

Nello specifico andiamo a trattare la storia vissuta da queste tre donne che hanno, sotto punti di vista differenti, subito gli abusi. Nel primo caso una ragazza, giovanissima non ancora maggiorenne che ha subito l’abuso psicologico dapprima, fisico dopo, da parte di un soggetto evidentemente malato che la voleva magra, anoressica, completamente dipendente da lui, abusandone anche sessualmente. La seconda storia tratta di una donna invece che ha subito abusi psicologici da parte del padre, un uomo alcolizzato, violento nelle parole talvolta anche nei gesti, un padre che l’ha fatta sentire completamente inutile, causa lei stessa di una violenza subita da un parente. La terza storia quella che ho voluto mettere nel centro del libro è quella più forte e tratta di una donna che ha subito 25 anni di abusi, violenze sessuali dalle quali ha concepito i suoi figli, una donna che ha dovuto sottostare alle angherie psicologiche e fisiche di un uomo disturbato, oggi in carcere perché lei rientrata nel codice rosso.

In qualità  di autrice quale messaggio vuole veicolare?

Come autrice, ma principalmente come donna, voglio solo raccontare perché forse attraverso le storie degli altri e attraverso il racconto di donne che hanno subito determinate angherie, chi ancora le subisce può trovare il coraggio di rialzare la testa e pensare di valere più di quello che sta avendo.

Qualche data di presentazione?

La prima presentazione della rinascita di Venere – siamo tutti parte civile, avverrà all’ordine dei giornalisti

della Campania perché ho avuto l’onore di avere il patrocinio morale dell’ordine e per l’occasione ringrazio

Ottavio Lucarelli presidente dell’ordine dei giornalisti alla Campania e Mimmo Falco vicepresidente che ha

speso delle parole che mi hanno commossa, emozionata, per il mio libro all’interno della sua prefazione.

Nel testo hanno collaborato notevoli nomi in ambito come l’avvocato Maria Visone, responsabile legale

dell’Osservatorio Violenza e Suicidi e la criminologa, Odile Mannini che ha steso un profilo soprattutto per

quanto riguarda il carnefice e ringrazio anche l’assistente sociale, la dottoressa Ida Floridia che mi ha

aperto gli occhi notevolmente sul tema ponendomi all’attenzione determinati aspetti. Anche la dr.ssa

Floridia ha contribuito all’analisi, questa volta della vittima, all’interno del libro che ho scritto.  Di date

programmate ce ne saranno un bel po’ la prima dopo il 15 dicembre come dicevo all’ordine dei giornalisti,

ma le comunicherò anche attraverso i social e media quelle a seguire.

Obbiettivi?

Gli obiettivi sono come in questo caso riuscire a contribuire per la causa, io sono Giornalista e lo sono da

vent’anni e mi sono occupata tante volte di casi di cronaca nera di casi che purtroppo hanno destato anche

sconcerto nell’opinione pubblica e proprio in virtù del fatto che sono anni che collaborò per la campagna di

sensibilizzazione contro la violenza sulle donne e sui minori mi sentivo in dovere, dietro anche spinta delle

tre donne che si sono raccontate, di contribuire fattivamente  l’obiettivo è quello di continuare a fare il mio

lavoro con grande dignità e con professionalità.