Vicenza, dopo l’omicidio dei genitori Diego Gugole è andato al bar per crearsi un alibi

Vicenza, dopo l’omicidio dei genitori Diego Gugole è andato al bar per crearsi un alibi
Ha ucciso il padre colpendolo alle spalle, mentre era seduto al tavolo della cucina. Subito dopo è toccato alla madre, rientrata nella casa di Chiampo poco tempo dopo il primo omicidio. Diego Gugole voleva il denaro di famiglia per comprare una casa e un’auto senza lavorare. Per ottenere quei soldi aveva elaborato un piano da almeno un mese.

Ha ucciso per denaro e aveva programmato quel delitto per un mese. Nel suo disegno, Diego Gugole avrebbe dovuto nascondere le tracce di sangue sulla scena del crimine con della vernice, poi infilare i corpi senza vita dei genitori Sergio Gugole e Lorena Zanin in due sacchi della spazzatura. Dopo aver colpito alle spalle suo padre mentre era seduto al tavolo della cucina e aver puntato l’arma contro la madre appena rientrata nella casa di Chiampo, a Vicenza, ha invece preso l’auto ed è sparito per diverse ore. Alla fine si è costituito, raccontando ai carabinieri quanto fatto. “Non mi piaceva lavorare, volevo i soldi per una macchina e per una casa” ha detto agli agenti che lo hanno interrogato.

Diego, 25 anni, era disoccupato ormai da diverso tempo. Per un po’ aveva lavorato come operaio in una conceria, lo stesso tipo di attività che suo padre, 60 anni, aveva venduto dopo essere andato in pensione. Viveva con i due genitori che comunque, secondo chi li conosceva, non glielo avevano mai fatto pesare. Lo avevano convinto a intraprendere un percorso di psicoterapia, preoccupati dal suo comportamento, ma non credevano potesse arrivare a uccidere. Invece Diego aveva programmato il delitto da un mese: aveva acquistato una pistola per 3.800 euro una settimana prima del fatto e l’aveva nascosta nella sua stanza. Con quell’arma detenuta illegalmente ha colpito prima il padre e poi la madre. Dopo l’omicidio, ha girato al proprio conto corrente un bonifico da 16mila euro. “Volevo comprare una casa – ha detto agli inquirenti – e avevo già dato la caparra per un appartamento. Lavorare non mi piaceva, ultimamente dicevo spesso bugie ai miei genitori”.

Quei 16mila euro però erano solo la punta dell’iceberg. Diego voleva 800mila euro, quello che secondo lui custodivano i genitori tra stipendi, proprietà e titoli. Così il giorno dell’omicidio ha seguito quasi per tutto il tempo il piano: ha trasferito il denaro sul suo conto, ha portato in casa il materiale per nascondere le tracce di sangue, ha buttato i vestiti usati e si è lavato per bene. Poi però ha ricevuto la telefonata di una vicina di casa, preoccupata perché non aveva visto Sergio e Lorena con i quali aveva appuntamento. Alla donna Diego ha detto che i due erano partiti per un viaggio, poi si è nascosto in un bar. Il tempo di capire che quel piano non avrebbe funzionato e ha preso l’auto, sparendo per diverse ore. Solo a notte fonda si è presentato dai Carabinieri di Vicenza e ha confessato: “Ho ucciso i miei genitori”.