Giovanni Prati, 56 anni, è stato trovato nella sua
abitazione in via Fante a Vittorio Veneto: morsi e ferite sul
cadavere. L’ipotesi di un malore e l’inchiesta della
Procura
Un corpo sfigurato, dilaniato dai morsi dei suoi stessi cani. Fedeli amici, compagni dei suoi ultimi anni di
vita che dopo averlo vegliato per giorni ne hanno fatto scempio. La Procura di Treviso ha aperto
un’inchiesta sulla morte di un 56enne, Giovanni Prati, il cui cadavere è stato rinvenuto all’interno della sua
abitazione di via del Fante, a Vittorio Veneto.
Le ferite sul corpo
Sulla salma dell’uomo sono state ritrovate delle ferite, alcune profonde, causate certamente da morsi di
animali: a provocarli sarebbero stati, secondo un primo esame esterno del corpo, i tre meticci e i due boxer
(tutti animali di taglia medio-grande) che vivevano con lui. Il 56enne, secondo quanto ipotizzato dagli
inquirenti, sarebbe morto a causa di un malore (forse un infarto) una decina di giorni fa, qualche giorno
dopo Ferragosto, e gli animali, senza nessuna possibilità di procacciarsi del cibo in altro modo, si
sarebbero cibati con parte dei suoi resti.
L’allarme della sorella
A dare l’allarme e a portare la luce questa vicenda dalle fortissime tinte horror è stata la sorella del 56enne,
preoccupata perché da qualche tempo non riusciva più a mettersi in contatto con lui. Negli ultimi tre giorni
i tentativi di contatto erano stati più intensi ma tutte le telefonate erano andate a vuoto. Da qui la richiesta
di intervento della donna ai carabinieri della stazione di Vittorio Veneto e ai vigili del fuoco. Una volta
aperta la porta di casa, con l’aiuto dei pompieri che sono stati costretti a forzarla, la scoperta di una scena
che è stata raggelante per gli stessi militari. A terra, nell’abitazione, il cadavere dell’uomo in avanzato stato
di decomposizione, irriconoscibile, e poco distante i suoi amati cani, in stato di fortissima agitazione.
La Procura ha aperto un’inchiesta
Sulla vicenda la Procura di Treviso ha deciso di aprire un fascicolo d’inchiesta per fare luce sul fatto e
fugare ogni dubbio sulla tragica fine del 56enne che non aveva nessun tipo di precedente alle spalle. Nei
prossimi giorni sarà svolta un’autopsia (la salma è già stata traslata nel tardo pomeriggio all’obitorio
dell’ospedale Ca’ Foncello di Treviso) che dovrà chiarire sia quando l’uomo è spirato, sia le effettive cause
del decesso.
I cani affidati all’Enpa: i problemi della vittima
I cani, tutti in buono stato di salute ma dal temperamento fortemente aggressivo (tanto che è stato
necessario procedere alla loro sedazione per poterli portare via), sono stati affidati ai volontari dell’Enpa
che dovranno ora occuparsene. La villetta in cui Giovanni Prati viveva è stata trovava nel più totale
abbandono, con sporcizia ovunque, disordine e uno stato di degrado totale: l’uomo aveva sofferto in
passato di problemi di tossicodipendenza che lo avevano portato a condurre una vita ritirata, quasi da
clochard. L’abitazione singola in cui il 56enne viveva aveva sul retro una piccola porta da cui i cani potevano
uscire liberamente a fare i propri bisogni per poi rientrare in casa, a vegliare il padrone che era però morto.
Nessuno dei vicini di casa si era reso conto di quanto era avvenuto e neppure della tragedia che si era
consumata a loro insaputa. Un caso, quello di Giovanni Prati, che non era mai stato seguito (e tantomeno
segnalato) dai servizi sociali del Comune di Vittorio Veneto.