Terribile stupro di gruppo

Voci dalla casa degli abusi. M., uno dei due minorenni coinvolti: «Una sa semo sc… in tre, però uno pe

vorta.. T. (l’altro under 18, ndr) mi pressava, voleva entra’ anche lui a sc… s’è sc… pure lui M. poi…». Echi

dello sfascio generalizzato nella villa delle trasgressioni. X, la vittima: «Ho iniziato a bere, bere, bere… ho

perso i sensi presto, già prima della mezzanotte».

Flash di una nottata che ha rovinato le vite di molti. M., presente alla festa: «X ha preso Patrizio per mano

dicendogli “andiamo a sc…” Mi diceva “andiamo con quello, andiamo con quell’altro”».

Rivalutazioni a mente fredda. V., amica della vittima: «X stava allucinata… se glie dicevi “sc…” o glie dicevi…

“tirate na botta de cocaina” o “calate de questo”, lei una qualsiasi cosa rispondeva “daje”».

Come un quadro di Picasso, in cui particolari in apparenza inconciliabili si compongono in un insieme pieno

di significati, il Tribunale del riesame mette assieme i pezzi della notte del 31 dicembre 2020 nella villa di

Torresina, dove la 16enne figlia di un ambasciatore ha subito uno stupro di gruppo.

Indagati sono due minorenni assieme ai 19enni Flavio Ralli e Patrizio Ranieri e al 21enne Claudio

Nardinocchi. Gli ultimi due, messi ai domiciliari, hanno chiesto la revoca della misura, che a Nardinocchi è

stata accordata per un sostanziale errore di persona.

L’esame dei loro ricorsi aggiunge dettagli alla festa di Capodanno in cui la celebrazione del 2021 non era

che un dettaglio marginale nelle intenzioni dei partecipanti.

LE CHAT DEI RAGAZZI DELLO STUPRO DI GRUPPO DI CAPODANNO

La serata inizia alle 20 e prende subito una piega ben precisa: «X – scrive il Tribunale – iniziava ad assumere

ingenti quantitativi di alcol e droghe, finendo in breve per perdere il controllo di sé e ogni capacità di

resistenza e di percezione degli accadimenti». Il rilievo è significativo per inquadrare i rapporti sessuali che

avrà.

A partire dal primo, che avviene quando ancora non è arrivata la mezzanotte: «A un certo punto mi sentivo

alterata – racconta X nel suo verbale – andavo da una stanza all’altra, mi sentivo fluttuare ma non ero più

tanto cosciente… credo di aver iniziato a bere dall’inizio… ho perso i sensi presto».

Secondo M. (un’altra partecipante) è lei che porta Ranieri in bagno al piano di sopra per fare sesso: «Oh, ma

di già?» commenta qualcuno. Ma a giudizio del Riesame questo non conta, essendo già allora «la sua

capacità di prestare un valido consenso ai rapporti pesantemente viziata dallo stato di palese

intossicazione in cui versava».

STUPRO DI CAPODANNO

I due minorenni T. e M. sembrano i più agguerriti nel contendersi la preda ormai indifesa. X non fa in tempo

ad uscire dal bagno dopo il rapporto con Ranieri che si trova davanti T., appositamente salito.

Qualche parola e la convince a rientrare, mentre fuori la porta è già appostato M. «che inizia a bussare per

entrare, toccandosi». Ranieri inizialmente respinge uno dei due, poi i tre cominciano ad alternarsi mentre

uno guarda la porta all’altro e T. impedisce ad altre persone di salire le scale. «Tre che andavano sopra… io

so che se la sono fatta in tre, uno per volta», dice G. (il padrone di casa). Il referto medico, tra lesioni e

sangue, è l’ultima pennellata dell’orrore.

2 – «IN DIECI DENTRO ‘NA CASA, TUTTA DROGA… UN MACELLO»

«X è stata resa fragile dall’esperienza vissuta e anche dalla sensazione di isolamento all’interno del gruppo

di amiche provata nei giorni successivi e come tale estremamente bisognosa di aiuto e comprensione».

Lo scrive il Tribunale del Riesame nelle motivazioni con cui ha confermato la custodia ai domiciliari per Patrizio Ranieri, ribattendo a un episodio contenuto nelle chat allegate alle indagini e fatto emergere dai difensori del 20enne.

Una settimana dopo le festa di Capodanno, X lo ha rivisto e ha avuto un rapporto consensuale con lui. Questo, assieme alla assunzione di alcol e droghe, la renderebbe inattendibile, secondo gli avvocati.

L’episodio invece non è ritenuto assolutorio dai giudici, anzi per loro va letto in maniera opposta perché «trova ragionevole spiegazione nell’atteggiamento amicale e protettivo manifestato sin dai primi giorni dell’anno da Ranieri», preoccupato, scrive il collegio, «dalle possibili conseguenze della denuncia».

Dirà X nel suo verbale: «Mi serviva proprio una persona che mi aiutasse, per questo ho voluto scrivere a Patrizio… ho voluto parlarci, ho voluto vederlo… ho creduto in lui».

Né, secondo il Tribunale, può trovare spazio la tesi del rapporto consenziente quella notte, perché le testimonianze descrivono X come «”uno zombie”, “in coma”, “fatta”, “letteralmente morta” per effetto dell’assunzione di un devastante mix di sostanze alcoliche e droganti, del tutto incapace di esprimere una volontà consapevole, supina a qualsiasi proposta le giungesse a causa della sua condizione di menomazione psico-fisica».

STUPRO DI CAPODANNO A ROMA - LA FESTA NELLA VILLA DI PRIMAVALLE

Inoltre, il presunto consenso «non si conforta con lo stato di grave malessere psico-fisico accusato al suo risveglio» e dal referto di pronto soccorso che elenca i graffi, i lividi, le ferite «perfettamente compatibili con i ripetuti abusi subiti».

Respinta anche l’obiezione sull’assenza di ricordi chiari della vittima (compatibile, secondo i giudici, con l’esperienza vissuta) e quella sulla mancanza di tracce di stupefacenti nella sua urina, dato che gli esami sono stati svolti a distanza di oltre 24 ore.

Pieno accoglimento invece per il ricorso di Claudio Nardinocchi, «il cui ruolo nella violenza di gruppo non emerge in alcun modo» da una più attenta lettura delle testimonianze sul suo aspetto (la barba, i capelli ricci) e il suo abbigliamento (il colore delle scarpe, la maglietta).

«Claudio non ha mai avuto rapporti sessuali in tutta la festa», dice lo stesso Ranieri con sincerità, mentre emerge piuttosto la preoccupazione del 22enne per aver partecipato a un party in violazione del lockdown: «In dieci dentro ‘na casa… tutta droga… non potevamo manco usci’ de notte… tutto alcol, un macello».