Taranto, operaio muore al porto schiacciato da un telaio in ferro: “Aveva appena iniziato il turno”
Incidente mortale sul lavoro a Taranto: a colpire Massimo De Vita è stato un telaio di ferro che si è
improvvisamente sganciato mentre veniva fatto scendere in banchina da una nave che trasportava pale
eoliche.
Un operaio è morto questa mattina al porto di Taranto dopo essere rimasto schiacciato da un telaio in ferro
mentre erano in corso le operazioni di sbarco da una nave di pale eoliche. Per l’uomo – Massimo De Vita il
suo nome – non c’è stato nulla da fare. La vittima è un ex dipendente della società Taranto Container
Terminal, di 45 anni, attualmente in carico alla Compagnia portuale e assegnato in somministrazione a una
ditta d’appalto. A quanto si è appreso, le pale eoliche erano state tutte sbarcate e si stava procedendo al
posizionamento a terra dei telai in ferro. A un certo punto, per cause in corso di accertamento, uno di questi
si è ribaltato travolgendo l’operaio.
“Massimo De Vita non c’è più, ma c’è una storia, la sua, e quella di Natalino Albano, altro operaio morto
quasi un anno fa a 300 metri dalla tragedia di oggi, e che non vogliamo più declinare al passato. Archiviarla
tra le cose accadute e dimenticate”, il commento di Paolo Peluso, segretario generale della Cgil di Taranto.
“In questo momento – aggiunge Peluso – le autorità incaricate delle indagini sull’incidente, stanno
verificando le dinamiche, ma a quanto pare Massimo De Vita, operaio esperto anche per la sua decennale
esperienza all’interno dell’ex Taranto Container Terminal, aveva appena iniziato il suo turno di lavoro. Oggi
avrebbe dovuto caricare i castelletti in acciaio che sorreggono nel trasporto le pale eoliche. Non si
comprende ancora come uno di questi manufatti in acciaio sia caduto proprio sul corpo di De Vita che
purtroppo non avrebbe avuto scampo”. Sul luogo dell’incidente 118, vigili del fuoco, Polizia e carabinieri.
Le segreterie provinciali Flm, Fiom e Uilm di Taranto hanno proclamato lo sciopero nell’ultima ora di primo e
secondo turno per tutto il settore metalmeccanico a seguito dell’incidente sul lavoro. “È inaccettabile -.
sottolineano in una nota inviata a Confindustria e a tutte le aziende del settore metalmeccanico – che si
continui a morire di lavoro. Fim, Fiom e Uilm lanciano l’ennesimo grido di allarme alle istituzioni per
accendere un faro sul tema della sicurezza che non può essere derubricata in favore dei profitti delle
aziende”.