Èattesa per questa mattina la richiesta della convalida degli arresti del proprietario, del direttore e del capo
operativo della funivia precipitata domenica. Il freno sarebbe stato manomesso consapevolmente, per
evitare disservizi. Atteso per oggi anche il conferimento dell’incarico agli ingegneri del Politecnico di Torino
per una maxi consulenza. Non è ancora completamente cosciente il bimbo unico sopravvissuto della
strage. In Israele, intanto, si tengono i funerali dei suoi genitori e del suo fratellino
Le indagini
Un gesto “consapevole”, per ovviare ai problemi tecnici della funivia ed evitarne lo stop. A discapito della
dei passeggeri. È un quadro “molto grave e inquietante” quello che, intanto, emerge dagli accertamenti degli
inquirenti sulla tragedia del Mottarone. Tre le persone fermate: Luigi Nerini , titolare della società che ha in
gestione l’impianto, Enrico Perocchio e Gabriele Tadini, rispettivamente direttore dell’esercizio e capo
servizio della funivia. Sono accusati, in concorso tra loro, di omissione dolosa, ha precisato ieri il
procuratore Olimpia Bossi che, in attesa delle verifiche tecniche sulla fune e dell’intervento dei consulenti
esperti, chiederà oggi la convalida dei fermi al gip del Tribunale di Verbania. Nel mentre si riserva “di
valutare eventuali posizioni di altre persone”. Il sospetto degli inquirenti è che anche altri sapessero delle
anomalie della funivia e di quel ‘forchettone’, il divaricatore che tiene distanti le ganasce dei freni di cui ieri è
stata trovata tra i boschi un’altra parte, la seconda. Bloccare così quel freno d’emergenza, “senza interventi
più decisivi e radicali” sembra esser stato, per i fermati, l’unico modo di non compromettere l’esercizio della
funivia, che aveva ripreso a girare dopo il lungo stop per la pandemia.
Perocchio nega di aver autorizzato l’uso con i ‘forchettoni’
“L’ingegner Perocchio nega categoricamente di aver autorizzato l’utilizzo della cabinovia con i ‘forchettoni’
inseriti e anche di aver avuto contezza di simile pratica, che lui definisce sucida”, ha fatto però sapere il
legale del direttore d’esercizio della funivia Stresa-Mottarone. “Nessun operatore di impianti a fune, ha
ribadito il mio cliente, sarebbe così pazzo di montare su una cabina con le pinze inserite” (ovvero il freno
d’emergenza disattivato, ndr.), ha aggiunto l’avvocato.