Si incastra con il camice nel macchinario, operaia muore dopo tre giorni di agonia
È morta stasera l’operaia che lunedì scorso era stata vittima di un grave incidente sul lavoro a San Giorgio
in Bosco (Padova). Si chiamava Luisa Scapin, e aveva 62 anni. Era rimasta incastrata con il camice in
macchinario avvolgi-cavo, che l’ha soffocata. Il titolare della ditta, la Filtessil, ora è indagato per omicidio
colposo e l’inchiesta sta procedendo.
È morta a causa delle gravi ferite riportate Luisa Scapin, 62 anni operaia di Villa del Conte (Padova), vittima
il 18 ottobre di un incidente sul lavoro alla Filtessil, azienda di San Giorgio in Bosco. La donna era ricoverata
in prognosi riservata all’ospedale di Padova dove si è spenta oggi giovedì 21.
Luisa Scapin giovedì mattina, intorno alle 11.30, era rimasta incastrata con il camice in macchinario
avvolgi-cavo, deputato al confezionamento di cavi per stendibiancheria, che l’ha praticamente soffocata. La
tragedia sul lavoro era avvenuta alla ditta Filtessil che produce persiane avvolgibili e che occupa una
decina di dipendenti.. Un collega aveva tentato di rianimare la 62enne, praticandole un massaggio cardiaco.
Il titolare della ditta ora è indagato per omicidio colposo e l’inchiesta sta procedendo.
Ora gli inquirenti dovranno accertare come all’improvviso il camice che la lavoratrice indossava è finito con
l’agganciarsi al macchinario: stando a quanto accertato la donna ha subito un’asfissia meccanica da
soffocamento e ha perso i sensi. I colleghi si sono accorti dell’accaduto ed hanno lanciato l’allarme, un
operaio le ha prestato i primi soccorsi. Nel frattempo da Padova si è alzato in volo l’elicottero del Suem: i
sanitari hanno provveduto a stabilizzare la 62enne e poi l’hanno trasferita d’urgenza in ospedale a Padova.
Tre giorni di agonia, e oggi è sopraggiunto il decesso. I tecnici dello Spisal di Camposampiero hanno
effettuato i rilievi necessari per accertare l’esatta dinamica e nel frattempo hanno posto sotto sequestro il
macchinario.
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Sulla tragedia è intervenuta la Cgil di Padova che – con il segretario confederale Dario Verdicchio ed il
segretario generale della Filctem Luca Rainato – osserva come “l’incidente ricorda quelli fatali che hanno
coinvolto altre lavoratrici e lavoratori che operano nel settore del tessile, ossia rimanere inavvertitamente
impigliati agli ingranaggi del macchinario in produzione. E la memoria non può che andare a quanto
successo a Luana D’Orazio, qualche mese fa. Se davvero le cose fossero andate così”, riflettono i
sindacalisti, “ci sarebbe da chiedersi come mai non siano entrati in funzione i sistemi di protezione e
bloccaggio dei macchinari atti a prevenire incidenti simili, oggettivamente qualcosa che ha dell’incredibile
nel 2021, considerato che si moriva per lo stesso motivo nelle aziende tessili di inizio secolo scorso. Ma
non avendo informazioni dall’interno dell’azienda, in quanto non sono presenti nostri delegati sindacali,
possiamo solo fare delle congetture, al momento del tutto inutili. L’unica cosa che ci preme, in questo
momento, sono le condizioni di salute della lavoratrice. Ci stringiamo idealmente a lei, ai suoi familiari,
colleghi e amici”.