
Si è conclusa con successo presso We GIL a Roma Epica Etica Estetica dell’Immaginario, la due
giorni (12 e 13 Aprile 2025) atta ad analizzare come si sta evolvendo lo scenario artistico culturale
italiano nel XXI secolo, organizzata con la partecipazione della Regione Lazio e la collaborazione
di Plusnews.it.
A cura del critico e saggista cinematografico Pier Luigi Manieri, la rassegna ha debuttato con
l’incisivo contributo di Emanuele Merlino e Carlo Prosperi, rispettivamente Capo Segreteria
Tecnica del MIC e Capo Segreteria Presidenza della Commissione Cultura della Camera, i quali,
dopo aver illustrato i risultati eccellenti delle due mostre evento dedicate a Tolkien e Futurismo,
hanno ribadito la necessità di rilanciare e diffondere l’Immaginario della Nazione, con la sua
funzione tanto di collante quanto di consapevolezza di sé.
Entrambi si sono soffermati sugli obiettivi di rilancio della cultura pop e d’immaginario come motore anche attraverso la costituzione di spazi quali il Museo del Fumetto di Lucca, di prossima apertura, per volontà del Ministro della Cultura Alessandro Giuli. Hanno inoltre illustrato gli sforzi del governo a sostegno della creatività, sia sul fronte degli spettacoli dal vivo che per il cinema e l’industria del libro.
Fabrizio Zappi di Rai Cultura ha puntato l’attenzione su Etica ed Estetica, i due fari che hanno
sempre guidato la sua opera come produttore e come Dirigente Rai; il dialogo è stato portato poi
avanti dal Direttore Artistico Manieri, che ha ricordato l’impressionante numero di documentari
(circa trecento) dedicati in larga misura a personaggi della cultura popolare italiana come Achille
Togliani, Franco Battiato e Gabriella Ferri.
E si è trattato soltanto dei primi interessanti interventi, in quanto molte sono le personalità che
hanno partecipato anche solo per assistere alla manifestazione: dal senatore Marco Scurria
all’assessore regionale Fabrizio Ghera, passando per il deputato Gianni Sammarco, le attrici
Elisabetta Rocchetti, Loredana Cannata, Denny Mendez e Maria Luce Pittalis, gli attori
Corrado Solari, Roberto Manieri e Fabrizio Sabbatucci, i produttori Gianluca Curti,
Simonetta Amenta, Roberto Cipullo, Claudio Corbucci, Laura Beretta, Mario Rossini,
Filippo Montalto, Giovanni Amico, Andrea De Liberato, Stefano Agostini, Alberto Rizzo e
Salvatore Scarico, il modello Federico Simoncini, gli avvocati Cristina Massaro e Pasquale
Gallo, le registe Eleonora Puglia, Emanuela Rossi, Chiara Rapisarda, Ludovica Lirosi e
Lucilla Colonna, i registi Pierfrancesco Campanella, Alessio Di Cosimo, Alessio Pascucci,
Roberto Palma, Tommaso Barba, Claudio Agostini, Maurizio Maria Merli, Adelmo Togliani,
Claudio Alfonsi e Roberto Di Vito, i musicisti Giacomo Rendine e Andrea Montepaone,
Manuela Maccaroni, CDA della Festa del Cinema, Davide Aragona di Rai Cultura, il giornalista
Patrizio Li Donni, il fotografo Claudio Orlandi, l’ingegner Paolo Panfili, l’ufficio stampa Nicola
Conticello e gli scrittori Arnaldo Colasanti ed Enrico Luceri.
La regista Eleonora Puglia ha osservato che l’“estetica” è una funzione a rigor di logica non
negoziabile, eppure soppiantata dall’omologazione; mentre i professori Lino Damiani e Ivan
Paduano hanno rimarcato la vicinanza estetica tra il Futurismo, la Metafisica e precise espressioni
dell’immaginario quali i videogiochi, il fumetto e il cinema, analizzando come queste ultime siano
state influenzate dalle due correnti e avanguardie artistiche e come la Pop Art abbia, a sua volta,
portato il videogioco, i personaggi dei fumetti e le icone al centro della speculazione intellettuale.
Acceso inoltre il dibattito attorno al pregiudizio ideologico o stilistico, portando ad esempio casi
come il libro di racconti horror Primi delitti di Paolo Di Orazio, l’intemerata Corvisieri-Iotti per
cancellare il cartoon Goldrake dai palinsesti RAI e le accuse di sessismo e razzismo rivolte al
fumetto Tex.
La sessione con il fumettista Edym (Ediberto Messina) è stata utile per ribadire il ruolo della
famiglia e della scuola nella capacità di leggere un testo, e, partendo da Dago, si è riaffermato il
ruolo archetipico dell’eroe.
E non poteva mancare l’Intelligenza Artificiale in una conversazione che ha coinvolto Gabriella
Carlucci impegnata ad illustrare la querelle Mascagni-Verga, ponendola come primo caso di
controversia di diritto d’autore nello stesso panel in cui gli avvocati Tiziana Carpinteri e Giacomo
Ciammaglichella hanno tracciato i percorsi giuridico-legali in merito alle prime sentenze relative ai
casi di plagio tra umani e IA.
Apertamente contrari si sono mostrati Edym e la sceneggiatrice Francesca Romana Massaro, la quale ha sottolineato come anche la parte più infinitesimale di creatività originale dell’uomo non possa essere in nessun modo sottratta, ponendo poi sul tavolo della questione la quantità di ricorsi già avviati, la sempre più complessa difficoltà nel distinguere un lavoro umano da quello artificiale e i posti di lavoro in pericolo.
Preziosi gli interventi nel panel sull’ideologia woke: da quello del giornalista Francesco
Vergovich, il quale si è interrogato sull’utilità di certificare il rispetto, all’opinione di Massimo
Galimberti di Anica Academy, secondo cui, pur registrando l’esistenza di alcune derive tossiche, la
vera minaccia alla libertà di espressione è nel fronte anti woke. Al contrario dei produttori Roberto
Cipullo e dei registi Claudio Agostini e Alessio Pascucci, i quali hanno rimarcato attraverso
esempi di casi reali (il film del 2025 Biancaneve) come l’ideologia woke finisca per essere un
oggettivo limite alla libertà di espressione, tanto da arrivare a condizionare la struttura creativa
nonché la capacità di poter produrre liberamente.
La giornalista Valeria Fatone ha sottolineato, poi, le problematiche inerenti i rapporti uomo-donna nel
contesto woke, portando anche ad esempio i casi di revenge porn.
Tanto spazio, ovviamente, al cinema, secondo l’onorevole Gimmi Cangiano disciplina di grande
presa popolare che non può prescindere dal recupero dei generi come grande occasione, tanto
creativa quanto occupazionale.
Ospiti attesissimi i Manetti Bros, tra aneddoti relativi al loro U.S. Palmese e il rapporto con
Diabolik e Coliandro, oltre ai dialoghi con Manieri circa la capacità di orientarsi tra i diversi generi,
dall’horror al poliziesco, alla fantascienza nonché sulla personale organizzazione sul set e sui
processi di costruzione dell’opera filmica nel suo complesso.
Aneddoti, ma anche elementi di critica cinematografica, definizione delle criticità che vedono il
cinema italiano in ritardo sul fronte del genere e condizione psicofisica che si deve avere su un set
di un film d’azione nella spumeggiante sessione che ha visto interagire il professor Fabio Melelli, il
regista Saverio Deodato e gli attori e campioni di arti marziali Claudio Del Falco e Stefano
Maniscalco ben orchestrati da Pier Luigi Manieri; quest’ultimo ha concordato con Michele Medda
– creatore di Nathan Never – circa la necessità di ideare figure e situazioni autenticamente
identitarie in un confronto che ha coinvolto anche i cineasti Adelmo Togliani e Luigi Cozzi.
Confronto da cui è emerso inoltre un certo provincialismo di editori e autori nel creare storie
ambientate in Italia con personaggi italiani.
Lo stesso Cozzi, poi intervistato da Vito Tripi, oltre a ripercorrere la propria carriera ha parlato delle grandi
potenzialità inespresse che ha il cinema di genere, auspicando che le nuove generazioni riscoprano il gusto
per l’immaginazione.
Infine Giulio Leoni, intervistato da Alessandro Bottero, nel ricordare come Dante sia presente in
molto dell’attuale immaginario, da Altieri a Go Nagai fino a John Wick, ha concluso Epica Etica
Estetica dell’Immaginario insistendo con forza su Dante come roccia a cui ancorarsi per
difendersi e controbattere alla deriva del falsamente moderno. Secondo Leoni, infatti, Dante è
l’esempio di come bellezza e poesia ci salveranno dai pensieri unici e dall’abitudine al brutto.