Scambiate nella culla: il clamoroso caso da 3 milioni di euro di risarcimento

Scambiate nella culla: il clamoroso caso spagnolo da 3 milioni di euro di risarcimento

Un disgraziato errore umano, una storia che sembra venire fuori da qualche melodramma di serie B, e invece, purtroppo, ancora oggi possono verificarsi scambi alla nascita. E’ questa la triste verità verificatasi in Spagna che ha coinvolto due bambine, ora quasi ventenni,.e ha scatenato anche una battaglia legale a suon di milioni di euro richiesti per il danno. Una 19enne di Logroño, nella comunità autonoma di La Rioja, ha infatti chiesto un risarcimento di oltre tre milioni di euro per esser stata scambiata alla nascita con un’altra neonata: la giovane è dunque cresciuta  e ha passato tutta la vita con una famiglia diversa da quella biologica. Il caso paradossale è stato svelato da un giornale locale e poi ripreso dai media nazionali fra cui El Paìs. 

A quanto pare,  le due bambine erano nate lo stesso giorno in un ospedale di Logroño che anni dopo è stato

chiuso. Tragica ironia della sorte, entrambe furono incubate prima del contatto con le rispettive madri, e

ciò porta ad ipotizzare che lo scambio sarebbe avvenuto proprio dopo quella fase. Ma di acqua sotto i

ponti, da allora, ne è passata. Ci sono voluti circa 15 anni perchè una delle due coinvolte – la cui identità è

rimasta anonima – venisse a conoscenza dell’errore, a causa di un’altra “gaffe” del destino. A quanto pare,

infatti, l’inghippo è stato svelato a causa di una disputa giudiziaria avviata dalla nonna (“falsa”) della ragazza nei confronti del padre (anche lui, a questo punto, non biologico): la anziana signora, che aveva avuto in carico la tutela della bambina, lo incolpava di non pagare regolarmente gli alimenti per il sostentamento della nipote.

L’uomo si era rifiutato di farlo, asserendo che non si trattava di sua figlia. Una triste verità confermata anche

dall’analisi del Dna disposta dal tribunale. La ragazza, venuta a conoscenza di questo scioccante “elefante

nella stanza” nella propria vita, ha deciso di avviare una battaglia legale per farsi riconoscere i danni subiti.

Una richiesta al momento congelata in attesa del riscontro biologico del Dna sugli “altri genitori”, quelli veri.

Anzi sul padre, perché la madre è deceduta quattro anni fa. El Paìs riporta che la posizione dell’altra

ragazza, informata dei fatti, non è nota. L’assessora regionale della comunità autonoma ha dichiarato

che non è stato possibile individuare il responsabile dell’errore.