Per Ferruccio, gli ulivi del Montiferru andati in fumo negli incendi che da giorni ardono la Sardegna, erano casa. L’abbiamo trovato a tarda sera a Cuglieri, una delle comunità distrutte dall’enorme rogo: miagolava dalla mattina ma nessuno aveva avuto il tempo di porre rimedio a quei lamenti. Adesso, dorme avvolto in un maglione color senape. Simbolo della vita che, anche dopo le situazioni più disperate, prosegue.
Si chiama Ferruccio, per gli amici Uccio. Miagolava da ore a qualche metro di distanza dal deposito della Mondial birre, struttura completamente distrutta nell’enorme incendio che ha messo in ginocchio l’area del Montiferru, nell’Oristanese. Lo abbiamo trovato lunedì sera intorno alle 20, solo, alla fine di una giornata trascorsa a filmare ciò che resta dopo il passaggio delle fiamme: cenere, disperazione, lacrime ma soprattutto, voglia di ricominciare. Di vivere.
Chiedeva aiuto dalla mattina.
A sentirlo per primi intorno alle nove sono stati gli allevatori impegnati nella raccolta e smistamento delle donazioni di foraggio. La situazione drammatica e il tanto lavoro da svolgere non hanno però permesso a nessuno di loro di avere tempo per anche solo comprendere da dove provenissero quei lamenti. Che però, non potevano restare inascoltati. A fine serata, quei miagolii sono diventati la priorità: recuperato da un allevatore, tra le nostre mani calde Ferruccio, ha smesso di piangere.
Ha solo dieci giorni, ma la sua è già una vita vissuta.
Era solo, non sappiamo se si sia allontanato lui dal capanno ridotto in cenere per dirigersi verso quello più vicino in cerca di aiuto, o se sia stato salvato dalla madre, portato via in fretta e furia dall’incendio. Le fiamme si sono divorate tutto: migliaia di ettari di terreno, aziende agricole, campi coltivati, case. E a farne le spese non sono stati soltanto gli oltre 10 comuni colpiti con più di 1500 sfollati, ma anche gli animali che vivono in quelle zone. Una strage silenziosa alla fauna locale che si somma al drammatico bilancio emerso anche dal monitoraggio Coldiretti: serviranno almeno 15 anni per ricostruire i boschi e la macchia mediterranea distrutti dalle fiamme. Ovvero, serviranno almeno 15 anni perché la fauna locale possa nuovamente sentirsi a casa.
Ora, Ferruccio respira l’aria di una nuova casa. È molto vispo, rizza la coda e miagola forte quando è ora di mangiare. Simbolo della vita che, anche dopo le situazioni più disperate, prosegue.