Sara Pedri, trovato un cadavere: si pensa sia della ragazza scomparsa
È atteso per oggi l’arrivo degli ispettori inviati dal Ministero per indagare sulla situazione all’interno del
reparto di genecologia e ostetricia dell’ospedale Santa Chiara di Trento dove Sara Pedri ha lavorato per
diversi mesi prima di scomparire. Intanto continuano le ricerche della ginecologa 31enne originaria di Forlì
all’interno del lago di Santa Giustina dove i cani molecolari avevano nei mesi scorsi individuato la presenza
di un possibile cadavere.
Le ricerche in corso in questi giorni nelle acque del lago di Santa Giustina potrebbero confermare l’ipotesi
degli inquirenti sulla morte della giovane ginecologa di 31 anni originaria di Forlì e scomparsa il 4 marzo
scorso da Cles, in Trentino. È qui che lo scorso marzo i cani molecolari avevano fiutato qualcosa non
lontano dal ponte di Mostizzolo dove fu ritrovata l’auto della dottoressa: al suo interno i carabinieri della
compagnia di Cles che stanno coordinando le indagini avevano trovato i documenti, il cellulare e
alcuni indumenti.
I cani hanno individuato tracce di Sara sul ponte di Mostizzolo
È proprio attraverso questi vestiti che gli inquirenti hanno ricostruito gli ultimi passi compiuti da Sara
individuandone alcune tracce in prossimità di un dirupo alto una cinquantina di metri, che si trova nei pressi
del torrente Noce. Il luogo è tristemente noto alle forze dell’ordine perché oggetto di numerosi suicidi. Le
tracce di Sara sarebbero state individuate proprio lì e in un punto del lago di Santa Giustina dove gli animali
da ricerca sono stati portati su un gommone dei pompieri. L’ipotesi è che là sotto le acque ci sia un
cadavere, ma le tracce avvertite dai cani potrebbero riguardare altre persone. Le operazioni di
perlustrazione del lago, però, non sono semplici a causa della scarsa visibilità dovuta al denso strato
melmoso.
Arrivano al Santa Chiara gli ispettori inviati dal Ministero
Intanto è previsto per quest’oggi l’arrivo degli ispettori inviati dal ministero per indagare sulla situazione nel
reparto di genecologia e ostetricia dell’ospedale Santa Chiara di Trento dove Sara Pedri ha lavorato per
diversi mesi prima di scomparire e dove, secondo il racconto che la dottoressa aveva fatto a famigliari e
amici, vi era un clima piuttosto pesante, quasi invivibile. Per questo i famigliari di Sara, dopo la sua
scomparsa, hanno presentato diverse denunce che hanno portato all’apertura di un’inchiesta interna
all’Apss e appunto all’arrivo degli ispettori inviati dal ministero che ora indagheranno sulla situazione nel
reparto. Proprio nell’ospedale di Trento è rientrato ieri, dopo un periodo di ferie iniziato proprio con l’avvio
della commissione d’inchiesta interna, il primario di ginecologia e ostetricia del Santa Chiara, Saverio Tateo.