Roberto Mallo’ al servizio del giornalismo italiano, esperto tv per i famosi siti DavideMaggio.it e TvSoap.it e diversi settimanali nazionali come Visto e Sogno, recensisce con la sua penna attenta e raffinata programmi, serie tv ed intervista i personaggi piu’ noti del mondo dello star system.
Roberto raccontaci un po’ di te. Come nasce la tua passione per la scrittura e il giornalismo?
“Nasce da molto lontano, fin da quando ero un ragazzino. Credo che tutto sia dipeso dalla serie tv Dawson’s Creek, ricordi? Esattamente come il protagonista, ho cominciato a scrivere delle piccole sceneggiature, dei
mini-film, e poi obbligavo, nel vero senso della parola, cugini e amici a girare le varie sequenze. Questa fase, che è durata anche ai tempi delle scuole superiori, ha poi lasciato spazio alla stesura di alcuni articoli per vari blog, dove principalmente mi occupavo di televisione. La vera chance è arrivata nel 2011 quando, dopo alcuni mesi su un sito che avevo aperto con un conoscente, mi fu proposto di entrare nello staff di TvSoap.it, senza che io facessi nulla, nemmeno la richiesta per accedervi. Dico sempre che è stato questo lavoro a scegliere me, perché in effetti è così. Mi ci sono infilato, passami il termine, per caso ed ho provato un amore a prima vista. Un po’ come capita con le grandi storie, quelle che ti segnano a prescindere dal loro finale. Devo dire che, ad oggi, non mi posso lamentare. Spero di fare questo per sempre, perché mi fa davvero stare bene. Tra l’altro, credo che il giornalismo del mondo della televisione e dello spettacolo sia il
percorso giusto per me. Due universi che ho sempre seguito con attenzione e mai distrattamente. E forse è stata anche questa la forza che mi ha portato fin dove sono arrivato. Anche se la strada da fare è ancora lunga”.
Collabori per diversi settimanali nazionali e siti di settore in qualità di giornalista esperto di spettacolo, intervistando diversi personaggi. Ogni pezzo che fai che emozioni ti lascia?
“Sì, a 31 anni posso dire di aver messo la mia firma in siti molto importanti e conosciuti: a parte Reality House, dove scrivevo con un nickname, ho fatto una lunga gavetta, che considero ancora in atto, passando per TvSoap, il blog di Davide Maggio ed i settimanali Visto e Fotoromanzi Sogno. Ci sarebbero anche altre piccole testate da citare, come Notizie Nazionali ad esempio, perché non mi fermo mai. Sono davvero instancabile e spesso faccio persino le ore piccole per scrivere i vari pezzi. Sono uno che fa giornalismo per pura passione, per amore, e quindi ogni articolo che scrivo mi lascia un segno. Sono molto minuzioso e ogni intervista la prendo anche come un’occasione per crescere professionalmente, ma soprattutto
umanamente. In questi ultimi mesi, mi hanno insegnato tanto le interviste dove, gioco-forza, ho dovuto parlare del Coronavirus. Perché mi è capitato di intervistare attori o celebrità direttamente coinvolte nella
pandemia. Il mondo dell’arte, purtroppo, ha risentito di questa situazione: è stato messo spesso da parte, come se non fosse importante per la situazione italiana. Porto nel cuore una frase che mi è stata detta,
proprio in quel periodo, da un giornalista molto più esperto di me: ‘Si vede e si percepisce che vuole fare questo mestiere. Continui così’. Inutile dire che mi sono sciolto”.
Il tuo stile di scrittura è davvero attento e raffinato. Il tuo segreto?
“Grazie per il complimento, fa sempre piacere sentirselo dire. Il mio segreto? Non saprei, cerco sempre di essere attento e onesto. Mi impegno per dare un’immagine quanto più veritiera possibile delle persone con
cui mi trovo a parlare nelle interviste. Probabilmente perché mi metto nei loro panni. Penso che anche io, se fossi il protagonista di una chiacchierata, vorrei essere descritto come realmente sono. Per cui non modifico
mai le parole che mi dicono, a meno che non sia strettamente necessario, e tento di entrare nel cuore dell’intervistato. Non sempre ci riesco, magari, ma l’intenzione c’è tutta”.
Tre aggettivi per definirti.
“Testone, perché se avessi dato ascolto agli altri mi sarei cullato nella mia laurea in giurisprudenza e avrei smesso di sognare di scrivere nei giornali cartacei per fare un lavoro che, a detta degli altri, appariva più
sicuro e saldo. Sono anche profondamente onesto. Non mi piace spingermi oltre certi limiti per arrivare e cerco sempre di mantenermi integro. Sto proprio bene quando mi alzo la mattina e posso guardarmi allo
specchio, certo di non aver fatto del male a nessuno. Mi ritengo anche riconoscente. Infatti, sarò sempre grato a una persona, che non cito ma che capirà appena leggera questa intervista, che mi ha davvero
aperto le porte di questo mondo. Ha riconosciuto in me un valore, che probabilmente nemmeno io sapevo di avere, e ha reso possibile il mio sogno. Ti aggiungo anche l’aggettivo fortunato. E’ così che mi sento quando
leggo la mia firma su un articolo. Dicono che me lo merito, che sono bravo. Ma in fondo so che, in questa vita, la bravura deve essere accompagnata da quel pizzico di fortuna che non guasta mai”.
Un sogno nel cassetto.
“Alcuni dicono che avrei il carattere giusto per fare un reality, ma in realtà non ho un’ambizione in tal senso.
Ho paura di bruciarmi, magari facendo conoscere un lato di me in maniera errata, fraintendibile. Perché sono uno che difficilmente mantiene il sangue freddo in situazioni stressanti. Se proprio dovessi puntare alla
televisione, mi vedrei bene nel ruolo di opinionista. Mi piace avere sempre un parere su tutto e seguo molto i rotocalchi televisivi di questo genere. Chissà, magari un giorno una di quelle poltrone sarà mia. Volere è
potere. E lo dico con cognizione di causa, visto che è tutto partito dalla mia piccola cameretta di Quartu Sant’Elena, nel cagliaritano. Senza la giusta determinazione, accompagnata da sacrifici e tante rinunce,
nulla sarebbe arrivato”.
Progetti futuri
“Sono talmente assorbito dal lavoro che non ho progetti futuri. In questo 2020 volevo partecipare a più conferenze stampa, ma il Covid mi ha obbligatoriamente frenato. In generale, mi auguro di perfezionarmi
ogni giorno che passa”.
Intervista a cura di Nunzio Bellino e Giuseppe Cossentino