Renato Zero riparte in tour: “A 73 anni faccio ancora passi di danza”

L’iconico artista sta riportando la sua musica in tour e per il momento non vuole sentir parlare di un ritiro dalle scene

Renato Zero riparte in tour: “A 73 anni faccio ancora passi di danza”

Credits: Ufficio Stampa

Renato Zero, dopo oltre 50 anni di carriera, non ha certo intenzione di fermarsi, anzi. E lo dimostra il fatto che ha dato il via al suo tour con 6 date al Nelson Mandela Forum di Firenze per poi altre 8 al Palazzetto dello Sport di Roma. 

Ai 14 appuntamenti in programma per tutto il mese di marzo nei palasport di Firenze e Roma, si aggiungono ora due nuove imperdibili date estive, in 2 delle più suggestive venue outdoor del Sud Italia: il 14 giugno all’Arena della Vittoria di Bari e il 21 giugno in Piazza del Plebiscito a Napoli. Zero, che ha ideato, scritto e diretto lo spettacolo, è affiancato on stage da una superband composta da 11 musicisti, mentre la scenografia è curata da Igor Ronchese e Gigi Maresca.

Le emozioni sono sempre le stesse di 50 anni fa: “Per me è un altro battesimo a distanza di oltre 50 anni. Questo palco si presenta definitivamente come la mia seconda casa ed è una frequentazione che difficilmente non mi crea il pathos perché ho vissuto più il palco che lo studio di registrazione. A casa ci sto malvolentieri preferisco il camerino e col mio pubblico ci conosciamo molto bene. Insomma siamo qui proprio a stabilire che noi non vogliamo andare in pensione. A 73 anni suonati io mi permetto ancora magari qualche passetto di danza, mi permetto ancora di farmi mancare il fiato”.

Lo show sarà comunque diverso dagli altri: “Questo spettacolo è forse più minimale degli altri, ma non lo è perché vi offrirò meno, ma perché ragionevolmente la sintesi fa parte del processo di maturazione di un uomo e di un artista finché abbiamo voce per parlare”. E di argomenti di cui parlare Renato ne ha molti: “Stiamo perdendo di vista la comunicazione, l’abbraccio, la fiducia in quello che ci abita di fronte, la conoscenza dei figli degli altri che fanno paio con i nostri figli cercando di rendergli il futuro un po’ più morbido e soave. Penso che i giovani di oggi, in fondo, vogliono essere colti, vogliono impossessarsi della cultura, vogliono avere la possibilità di smentire questo stato comatoso di ignoranza che imperversa in questo Paese”. 

Zero vuole anche dire la sua su Sangiovanni che ha deciso di prendersi una pausa per salvaguardare la propria salute mentale: “È un gesto di grande talento. Questo ragazzo ha avuto il coraggio di togliersi dal banchetto, di non banchettare più e di dire ‘grazie, va bene così’, di prendersi i suoi tempi. Magari tornerà, o forse no, però è una decisione che gli fa onore. Fa onore all’artista, alla persona, fa onore soprattutto a un giovane… Che poi si dice che i giovani sono leggeri, gli piace il casino, gli piace qualsiasi cosa. Invece, in questo caso, abbiamo un esempio concreto di come un giovane possa aver talento nell’analizzarsi e analizzare la propria professione e di prendersi dei tempi per valutare se continuare oppure prendere un’altra strada”.

Altro tema toccato è l’annuncio del ritiro di Baglioni dalle scene. E lui il suo come lo vede? “Ma non parliamo di una moneta che deve essere testa o croce, non possiamo inventarci altre soluzioni. La cosa più elegante, per quello che mi riguarda, sarebbe scendere dal palco, in una ipotetica data come il 24 febbraio 2027 o 2028, salutare il macchinista, l’elettricista, dire ‘ciao, è stato bello eh, una bella tournée e ci siamo divertiti, Renatino non c’è più’. Pensa allo stupore della gente se lasci questa fotografia. Questa favola qui deve avere un finale leggero”.