“Palpeggiate in discoteca, tutti guardavano e nessuno ci ha aiutato”, la denuncia di 3 studentesse

“Palpeggiate in discoteca, tutti guardavano e nessuno ci ha aiutato”, la denuncia di 3 studentesse


Il racconto di tre giovani studentesse venete che hanno denunciato pubblicamente una aggressione

sessuale subita nei giorni scorsi in una discoteca di Padova e alla quale, stando al loro racconto, in tanti

avrebbero assistito senza però intervenire in alcun modo. “Non pretendevamo che vi immolaste per noi.

Sarebbe stato giusto anche solo chiamare il buttafuori” hanno sottolineato le giovani.

“Siamo tutti bravi a dire ‘le donne non si toccano”’, a pubblicare post e indignarci, ma se poi non ci sono le

azioni tutto ciò quanto vale?” è quanto si sono chieste tre giovani studentesse venete denunciando

pubblicamente una aggressione sessuale subita nei giorni scorsi in una discoteca di Padova e alla quale,

stando al loro racconto, in tanti avrebbero assistito senza però intervenire in alcun modo per dare loro una

mano, nemmeno chiamando qualcuno della sicurezza. I fatti si sarebbero svolti venerdì in un noto locale

della zona dove le tre amiche e studentesse universitarie stavano trascorrendo la serata.

Le ragazze sarebbero state avvicinate da un giovane che ha iniziato a molestarle sessualmente con

palpeggiamenti vari e, nonostante i tentativi delle giovani di allontanarlo, lui avrebbe continuano ad

aggredirle tra l’indifferenza generale con strette di polsi, spintoni e insulti. “Volevo ringraziare tutti quelli che

venerdì 1 ottobre erano al Factory e sono rimasti a guardare mentre io e le mie due amiche venivamo

aggredite, in mezzo alla folla da un uomo dopo aver cercato di scostarlo da una di noi” ha raccontato sui

social una delle tre studentesse dell’Università di Padova, annunciando una denuncia formale per

l’accaduto. Dopo i fatti le ragazze sono scappate fuori e sono tornare a casa in taxi.

“Non pretendevamo che vi immolaste per noi. Sarebbe stato giusto anche solo chiamare il buttafuori (che,

comunque, quando gli abbiamo detto dell’accaduto pretendeva che noi gli facessimo vedere chi fosse

stato, in modo tale che poi potesse davvero farci male)” ha aggiunto la giovane, proseguendo: “Non

scriviamo per ricevere pietà, scriviamo perché ci si deve svegliare. Non siamo le prime, non saremo le

ultime e probabilmente non siamo state le uniche quella sera ed è il caso di dire basta”. “No, non dovevamo

stare ferme, senza fargli notare il fastidio che ci provocava, non potevamo semplicemente spostarci. subire

non è la soluzione. Non abbiamo sbagliato noi” ha concluso la giovane che con le amiche ha raccontato al

telefono l’accaduto ai carabinieri in attesa di formale denuncia.