Omicidio Vicenza, uccide i genitori e poi si fa un bonifico da 16mila euro: “Non mi piace lavorare”
Diego Gugole, 25 anni, ha ucciso i genitori Sergio Gugole e Lorena Zanin nella loro abitazione di Chiampo, Vicenza. Il giovane aveva programmato l’omicidio da almeno un mese per motivi economici: “Ultimamente non mi piaceva lavorare” avrebbe detto ai Carabinieri.
Ha ucciso i genitori Sergio Gugole e Lorena Zanin, di 60 anni, con alcuni colpi di una pistola detenuta illegalmente. Dopo l’omicidio, avvenuto nel pomeriggio di ieri 15 marzo, ha preso l’auto e ha fatto perdere le sue tracce per diverse ore prima di bussare nottetempo alla porta dei Carabinieri di Vicenza. Lì ha messo l’arma del delitto sul tavolo e ha raccontato agli agenti di aver ucciso i genitori. In realtà, prima della confessione spontanea, Diego Gugole avrebbe fatto diverse altre cose, tra le quali un bonifico.
Necessario però è un passo indietro. Ha prima aperto il fuoco contro il padre, proprietario di una conceria ormai in pensione, e poi contro la madre rientrata a casa in un secondo momento. Nessuna lite alla base del delitto: Diego avrebbe pianificato l’omicidio da almeno un mese. Così si era procurato l’arma da uno sconosciuto a Calogna Veneta per 3.800 euro. La deteneva illegalmente e con quella aveva pensato di uccidere i genitori che non volevano procurargli il denaro. Il 25enne, infatti, aveva lavorato come operaio in una conceria per breve tempo e da qualche mese era disoccupato. Secondo i magistrati, puntava al denaro di famiglia: almeno 800mila euro tra contanti e titoli. Subito dopo l’omicidio, Diego avrebbe spostato tramite bonifico una somma di 16mila euro dal conto del padre.
Solo dopo aver spostato il denaro il 25enne ha preso l’auto, facendo perdere le sue tracce per tutto il pomeriggio. Alle 2.30 del mattino si è presentato dai Carabinieri e ha rilasciato delle dichiarazioni spontanee. Nel corso dell’interrogatorio, ha detto di volere quei soldi per acquistare un’auto e un immobile ad Arzignano. Per quella casa, aveva già corrisposto un anticipo come caparra. Il 25enne è apparso convintissimo dei suoi propositi alle forze dell’ordine che lo hanno arrestato. Per portare a termine l’omicidio, il 25enne aveva acquistato anche sacchi, tele, vernici e pannelli per coprire le macchie di sangue. Interrogato dalle forze dell’ordine, ha riferito che “non gli piaceva lavorare” e che spesso raccontava bugie ai genitori. I due coniugi avevano deciso di fargli intraprendere un percorso di psicoterapia.