Omicidio-suicidio a Torino, la chiamata al 112: “Ho ucciso mia moglie. Vi lascio la porta aperta”
“Ho ucciso mia moglie. Vi lascio la porta aperta così potete entrare nell’alloggio”, così il 78enne Bruno
Daniele ha confessato ai carabinieri di aver colpito a morte la moglie 75enne Marita Ivana Pennacchio la
notte tra domenica e lunedì. L’uomo ha poi scritto un biglietto di scuse ai quattro figli e si è tolto la vita
sparandosi un colpo alla tempia.
Stava dormendo Marita Ivana Pennacchio quando il marito ha impugnato la sua Beretta calibro 7,65,
regolarmente detenuta, e le ha sparato uccidendola. Poi ha composto il 112 per avvertire i carabinieri di
quanto appena fatto: “Ho ucciso mia moglie. Vi lascio la porta aperta così potete entrare nell’alloggio”. Il
tempo di scrivere su un biglietto per i quattro figli la parola “Scusate”, e poi Bruno Daniele, 78 anni, ha
impugnato quell’arma e l’ha rivolta verso se stesso per togliersi la vita. Quando i carabinieri sono entrati
nell’appartamento di via San Quintino a Torino hanno trovato il cadavere dell’uomo sul divano, con in pugno
ancora la Beretta semiautomatica, e quello della moglie a letto.
Un omicidio-suicidio di cui nessuno dei vicini si è accorto, sono stati svegliati dalle sirene delle auto dei
carabinieri e delle ambulanze. Ai militari che li hanno interrogati hanno tutti raccontato la stessa storia,
quella di una coppia mite, che si vedeva poco: si erano trasferiti in quello stabile signorile del capoluogo
piemontese circa tredici anni fa. Bruno Daniele era andato in pensione già da qualche tempo perché
sembra perché soffrisse di una profonda forma di depressione. Era taciturno, a volte cupo, e con la
la situazione era forse peggiorata: le già poche uscite erano diventate per la coppia rarissime, tanto da
scegliere di farsi recapitare anche la spesa a casa. Lei invece era cordiale con tutti, di poche parole ma
sempre disponibile a fare due chiacchiere se qualcuno le chiedeva qualcosa. Una donna mite, la descrivono
così i vicini di casa all’indomani della tragedia. Nessuno avrebbe mai immaginato quanto accaduto la
notte di Halloween. I punti interrogativi ruotano ora intorno all’arma detenuta dall’uomo e al motivo per il
quale gli fosse stato rinnovato il porto d’armi pur avendo una evidentemente diagnosticata una
depressione.