Morto Bruno Arena, dei Fichi d’India. Il ricordo social dell’amico Max Cavallari

Morto Bruno Arena, dei Fichi d’India. Il post di Max Cavallari in ricordo dell’amico

Bruno Arena, comico e cabarettista, è morto a 65 anni: a darne la notizia è stato il figlio Gianluca. Nel 2013

era stato vittima di un aneurisma dopo la registrazione di una puntata di «Zelig»: la malattia l’aveva

costretto al ritiro

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Bruno Arena, l’altra metà dei Fichi D’India con Max Cavallari, è morto all’età di 65 anni. Era in condizioni

fragili e precarie ormai da tempo, dopo essere stato vittima di un aneurisma quasi 10 anni fa (era il 17

gennaio 2013) mentre registrava una puntata di Zelig. Operato d’urgenza, il comico aveva dovuto affrontare

un lungo periodo in coma da cui era uscito un mese e mezzo dopo per iniziare la fase di riabilitazione. Era

migliorato, ma non abbastanza per poter tornare ad assaporare gli applausi del palcoscenico.

Bruno Arena era nato a Milano il 12 gennaio 1957 e aveva mosso i primi passi nel mondo dello spettacolo

da animatore turistico, ma la sua carriera svolta grazie all’incontro con Max Cavallari nel 1988: una

passeggiata sulle spiagge di Palinuro li convince a formare un duo comico e il nome Fichi d’India viene

scelto proprio per rendere omaggio alle piante che fanno cornice a quella passeggiata. Vicini di casa, Bruno

e Max hanno condiviso tutto: il debutto sul palco di un locale di Varese, la Milano del cabaret, le prime

incursioni televisive (il programma Yogurt su Italia 1), il film con Benigni (in Pinocchio erano,

azzeccatissimi, il Gatto e la Volpe), il successo grazie alle barzellette di La sai l’ultima? (su Canale 5), la

consacrazione a Zelig, i libri. Il loro tormentone più celebre era «Amici Ahrarara» dedicato al coreografico e

folcloristico protagonista delle televendite Sergio Baracco: marcata «erre moscia», urla fino a diventare

paonazzo, Baracco vendeva gemme che a suo dire valevano milioni alla deprezzatissima cifra di centomila

lire. E Max, con un post su Facebook, ha salutato così il suo amico: «Hai preso la valigia e le parrucche?

Adesso farai ridere i grandi lassù? È solo un arrivederci. Ti amerò per sempre. P.S. La sala di Zelig si

chiamerà Bruno Arena».

La vita di Bruno Arena era stata segnata anche da un altro incidente. Nel 1984 fu coinvolto in un grave

incidente d’auto che lo obbligò a sottoporsi a diverse operazioni, la conseguenza fu la perdita parziale

della vista da un occhio. Proprio questo infortunio, che aveva reso il suo volto picassiano, era sempre stato

sdrammatizzato in ogni suo spettacolo con battute continue sulla sua «bruttezza»; un punto debole che

era diventato un punto di forza comico.

Nella carriera dei Fichi d’India c’è stata anche qualche polemica, soprattutto per la partecipazione a varie

edizioni di Miss Padania, il concorso di bellezza organizzato dalla Lega Nord (le critiche soprattutto per

alcune battute sui siciliani). «Come posso immaginare un futuro senza mio “fratello” — diceva Max

Cavallari – il sipario è sempre aperto, non lo chiudo perché qui con me devi esserci anche tu».

Fonte Il Corriere della Sera