Martina, la carabiniera che ha salvato la donna dal suicidio: ”Ci siamo abbracciate e abbiamo pianto

Martina, la carabiniera che ha salvato la donna dal suicidio: ”Ci siamo abbracciate e abbiamo pianto insieme”
A noi, Martina Pigliapoco, la carabiniera che questa mattina ha evitato che una donna si buttasse nel vuoto, da un ponte tibetano, in provincia di Belluno, ha detto: “Sono stati momenti difficili, sul filo del rasoio tra la salvezza e il vuoto. Poi ci siamo abbracciate e abbiamo pianto insieme. Un’emozione immensa”

Martina Pigliapoco ha 25 anni e oggi è l’eroe del giorno. Nella mattina del 4 ottobre 2021 ha salvato una donna che voleva lanciarsi, a causa di problemi economici, da un ponte tibetano in provincia di Belluno. Raggiunta telefonicamente da Fanpage.it, ha raccontato questo difficile salvataggio: “È stata un’emozione immensa e una grande soddisfazione sapere di aver salvato una persona in un momento così difficile”.

Cosa è successo questa mattina al ponte tibetano di Perarolo?

Con un collega eravamo in zona Pieve di Cadore e dalla centrale operativa ci hanno avvisato che dei passanti hanno segnalato che una donna aveva scavalcato un ponte tibetano. Stava per buttarsi nel vuoto. Siamo corsi sul posto e abbiamo visto da lontano che la donna era davvero in pericolo. Poi, sul ponte sono salita solo io.


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Che cosa ti ha detto la signora appena ti ha visto?

A circa 100 metri da lei ho dovuto fermarmi perché ha gridato di volersi buttare giù se avessi proseguito e ha chiesto di non fare avvicinare nessun altro. Poi, il nulla. Non riusciva a parlare, aveva la faccia tesa. Era sconvolta. La vedevo persa, immersa nei suoi pensieri.

A un certo punto ti sei seduta. Qual è la ragione di questo gesto?

La signora continuava a ripetermi di non avvicinarmi. Ho avuto l’impressione che se fossi rimasta in piedi, avrebbe pensato che da un momento all’altro potessi lanciarmi su di lei. Ho deciso di sedermi e le ho fatto capire che ero lì per lei, ma rispettavo la sua volontà. Da quel momento sono trascorse circa tre ore e mezza sul filo del rasoio, in cui non è stato chiaro che decisione avesse preso. Ho cercato di instaurare una conversazione produttiva, di aprire un argomento con cui capire quale fosse il suo problema.

Hai scoperto quale fosse il motivo del gesto?

Motivi economici. Il pensiero di non riuscire a dare alle figlie il futuro migliore che si meritano. Ha avuto paura di non farcela a pagare tutte le spese di casa.

In quale momento hai capito di averla convinta a indietreggiare?

Ho capito che non lo avrebbe fatto quando ho visto trascorrere così tante ore. Non era decisa, altrimenti non avrebbe aspettato. Abbiamo parlato dei figli e ho intuito di aver centrato il suo punto debole. Spontaneamente ha fatto una telefonata a un suo familiare. Chiuso il telefono è scoppiata a piangere e sono riuscita a fare dei passi verso di lei, finché non le sono arrivata accanto. Le ho preso la mano e l’ho aiutata ad arrampicarsi sul lato sicuro del ponte, all’interno del parapetto.

Cosa ti ha detto quando vi siete avvicinate?

Ci siamo abbracciate forte e siamo scoppiate insieme in un pianto liberatorio. È stata un’emozione immensa. Poi siamo rientrate insieme. Per strada mi ha detto di aver fatto un errore. Ha capito che, nonostante tutte le difficoltà, la famiglia è sempre con lei e l’ha sempre sostenuta. È stata una vittoria per entrambe e per me una grande soddisfazione quella di sapere di aver salvato una persona in un momento così difficile.