Lina Wertmuller, camera ardente in Campidoglio. Gualtieri: «Se ne va una leggenda»

Lina Wertmuller, camera ardente in Campidoglio. Gualtieri: «Se ne va una leggenda»

L’annuncio del sindaco di Roma

«Con Lina Wertmüller se ne va una leggenda del cinema italiano, una grande regista che ha realizzato film densi di ironia e intelligenza, la prima donna candidata all’Oscar per la miglior regia. Roma le darà l’ultimo saluto allestendo la camera ardente in Campidoglio». Così, in un tweet, Roberto Gualtieri: la città di Roma si prepara così a salutare, con tutti gli onori, la leggendaria regista scomparsa oggi a 93 anni.

Nata a Roma nel 1928, il carattere deciso di chi non ha mai nascosto le sue idee, che fosse l’adesione al Partito Socialista o la rivendicazione dei diritti della donnanel mondo del cinema. “Ho sempre avuto un carattere forte fin da piccola”, raccontava di sé. “Sono stata addirittura cacciata da undici scuole e sul set ho sempre comandato io“. 

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Sono andata dritta per la mia strada, scegliendo sempre di fare quello che mi piaceva“. E ci e’ riuscita,

come testimonia una carriera fitta di successi.

E’ stata la prima donna ad ottenere una nomination come migliore regista ai tempi di “Pasqualino

settebellezze” (1976) che ne totalizzo’ ben quattro; e’ stata la prima donna ad avere successo in tv ai tempi

degli “sceneggiati” con la trionfale accoglienza del “Giornalino di Giamburrasca” (1964-65) e ha diviso con

Iaia Fiastri il privilegio di avere avuto spazio nella premiata ditta Garinei&Giovannini.

A 17 anni si iscrive all’accademia teatrale di Pietro Sharoff, debutta come regista di burattini con la guida di

Maria Signorelli, scrive per la radio e la televisione mettendo in mostra un estro surreale e comico che

sara’ la sua arma vincente, va a scuola di cinema da Fellini sui set di “La dolce vita” e “8 ½”, collabora alla

prima Canzonissima della Rai e quando debutta nel lungometraggio con “I basilischi” nel 1963 gia’ vince la

Vela d’oro del Festival di Locarno. L’anno dopo il sodalizio con Rita Pavone per “Il giornalino di

Giamburrasca” ne fa d’un colpo una regista ricercata dai produttori. Nello stesso periodo incontra l’apprezzato scenografo teatrale Enrico Job con cui si sposera’ , dividera’ tutta la carriera artistica e adottera’ la figlia Maria Zulima. Il suo primo, grande successo nel 1972, “Mimi’ metallurgico ferito nell’onore”, in cui per la prima volta fa coppia artistica con il suo protagonista per eccellenza, Giancarlo Giannini. Il film ha un travolgente successo in sala e si guadagna l’invito al festival di Cannes.

La sua mania per i titoli di lunghezza fluviale diventa in fretta un marchio di fabbrica, cosi’ come i vistosi occhiali bianchi, la battuta sferzante, la simpatia contagiosa. “Film d’amore e d’anarchia”, “Tutto a posto e niente in ordine”, “Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto”, “Pasqualino settebellezze” segnano in modo assolutamente personale il cinema italiano degli anni ’70 e ogni volta mettono d’accordo critica e pubblico. Arriva un’accentuazione dei temi storici e politici che percorrono gli anni ’80 (da “La fine del mondo…”e “Fatto di sangue tra due uomini…” fino a “Notte d’estate…”).

Dall’inizio degli anni ’90 conosce un nuovo successo scommettendo su attori che plasma e trasforma secondo il suo gusto personale. Ecco allora il sodalizio con Sophia Loren per portare in tv un riuscito adattamento di “Sabato, domenica e lunedi’ ” da Eduardo e quello con Paolo Villaggio per “Io speriamo che me la cavo” dal romanzo-verita’ di Marcello D’Orta. Ritorna due volte a fare coppia fissa con l’amica Loren, tenta l’affresco storico con “Ferdinando e Carolina”, rivisita i suoi personaggi tipici aggiornandoli con volti nuovi come Veronica Pivetti o Claudia Gerini. E’ sempre piu’ attratta dalla cultura partenopea tanto da meritarsi la cittadinanza onoraria di Napoli e da debuttare al Teatro San Carlo con una felice regia della “Carmen” di Bizet. Si diverte anche in veste di doppiatrice per “Mulan” o come esponente dei “poteri forti” in “Benvenuto Presidente” di Riccardo Milani.

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in una nota, esprime il suo cordoglio per la scomparsa di Lina Wertmüller, “regista e intellettuale di grande finezza, che ha dato vita in tutta la sua prestigiosa carriera cinematografica a film e personaggi indimenticabili“.

L’Italia piange la scomparsa di Lina Wertmüller, una regista che con la sua classe e il suo stile

inconfondibile ha lasciato un segno perenne nella nostra cinematografia e in quella mondiale. Prima

regista donna a essere candidata all’Oscar per “Pasqualino settebellezze” nel 1977, premio Oscar alla

carriera nel 2020, ha avuto una carriera lunga e intesa, consegnandoci opere alle quale ognuno di noi

resterà per sempre legato. Grazie, Lina”. Così il Ministro della Cultura, Dario Franceschini, nell’apprendere

della scomparsa di Lina Wertmüller.