L’attrice Gaia Zucchi è pronta a ritornare in pista. Dopo aver studiato al Centro Sperimentale di Cinematografia, la donna ha avviato una grande attività teatrale, arricchita anche da partecipazioni a fiction di successo come Carabinieri, Distretto di Polizia e Camera Cafè. Dopo essersi concentrata, da diverso tempo sui suoi figli, la donna ha come obiettivo quello di tornare a fare emozionare con il suo talento nella recitazione, proprio come ci ha raccontato in questa intervista, dove abbiamo ripercorso anche i momenti più salienti del suo percorso artistico.
Salve Gaia, a quali progetti si sta dedicando in questo momento?
“In questi ultimi anni sono uscita un po’ dal mio lavoro e dal giro perché, avendo avuto una bimba piccola a distanza di 12 anni dall’altro figlio, sono andata a vivere a Napoli, abbandonando un po’ quello che era il mio mondo. Lì, nel capoluogo campano, ho cresciuto la bambina insieme al papà. Mi sono quindi ritrovata ad essere una sorta di desperate housewive, ruolo in cui a dire il vero non mi ritrovo. L’anima artistica, se ce l’hai dentro, esce infatti sempre fuori e, ad un certo punto, ti viene a chiedere il conto. In seguito alla morte di mamma, che è venuta a mancare sei mesi fa, ho deciso di ricominciare a lavorare per onorarla, visto che ci teneva tantissimo alla vita. Che è davvero breve, anche se uno pensa sempre di essere eterno. E così ho capito che dovevo esprimere la mia natura”.
Natura che l’ha portata anche a studiare tanto, giusto?
“Esattamente. Vengo dal Centro Sperimentale, ho fatto diversi laboratori. Ho fatto 14 anni di teatro con i più grandi: da Ronconi al Teatro Vittoria con Daniele Formica. Ho quindi deciso di rincominciare, anche se ormai ho una certa età. Tuttavia, mi sono detta che l’attore non ha età. E’ chiaro che non posso più fare certi ruoli, come quello della ragazzina, per non rischiare di essere ridicola, ma posso trovarne di adatti a me. E mi sono resa conto che, nella società di adesso, conta molto farsi un nome anche sui social, come Instagram. Mio figlio, per primo, mi ha detto: ‘Non esisti, se non ce l’hai’. Mi ha così lanciato una sfida, ossia quella di aprire un profilo Instagram, con la promessa che mi avrebbe aiutato a gestirlo se fossi arrivata a mille follower. Li ho superati, arrivando a duemila e passa, ma lui non mi ha comunque aiutato. Tuttavia, sono andata avanti”.
Immagino non sia semplice orientarsi, al giorno d’oggi, con questi nuovi mezzi di comunicazione.
“No, infatti. Mi trovo in grande difficoltà. Oltre a mio figlio, anche la femminuccia è bravissima a districarsi sui social. Tuttavia, riconosco di stare crescendo piano piano sotto questo aspetto. Con un mio amico, in questo momento, sto cercando un’idea divertente da postare tutti i giorni come sketch comico. E’ vero che su Instagram puoi postare belle foto, ma ad un certo punto, se sei un’artista, devi mostrare ciò che sai fare. L’obiettivo è dunque quello di crescere su questo social per cominciare a far parlare di me e, conseguentemente, tornare a lavorare. Ho anche riaperto la mia fanpage e, prossimamente, farò lo stesso con il sito. Su Facebook ho raggiunto poi i cinquemila follower”.
E con i social ha già ristabilito qualche contatto?
“Sì. Di recente, ho fatto un servizio fotografico per Vanity Fair con il bravissimo ed eccellente fotografo Fabrizio De Blasio. Ho inoltre fatto degli scatti artistici che andranno in alcune mostre fotografiche, visto che sono molto fotogenica. Anche se attualmente, dopo tutto quello che sto passando, la forma fisica ne ha un po’ risentito. Per via del lockdown, dove sono stata chiusa in casa come tutti gli altri, ho ripreso un po’ di peso, visto che il mio più grande rifugio, quando sto molto male, è il cibo, che è la mia valvola di sfogo. Devo quindi ritornare in forma, perché il mio lavoro richiede un determinato aspetto fisico. Insomma, devo investire un po’ su tutto. Motivo per cui, per via delle varie spese per gestire la mia immagine, spero di ricominciare con il teatro. Ho avuto diverse proposte che adesso sto vagliando. Con il teatro si va parecchio in tournee. Mia figlia abita a Napoli, non posso dunque abbandonarla del tutto. E quindi sto prendendo in considerazione spettacoli teatrali localmente più fattibili. Poi ben vengano anche le fiction, la televisione. Mi stanno anche contattando delle aziende per pubblicizzare i loro prodotti. E non mi nascondo dietro un dito: il mio primo intento è proprio quello di guadagnare”.
Guadagnare per?
“Per poter fare dei progetti in cui credo e che mi piacciono; per investire su di me, sulla mia immagine e fare qualcosa di autoprodotto in teatro. I social mi servono per fare questo tipo di lavoro; perché, ad essere sincera, l’idea di fare una storia, di mettere una foto sui social, non mi allieta più di tanto. Riconosco però che è un’operazione da fare. Ci sono però delle difficoltà: bisogna avere tanto da dire, è necessario farsi vedere sempre in forma. Nella vita normale, quella di tutti i giorni, non sono così. Sono un’attrice, è vero, ma non vado sempre in giro con le piume di struzzo, truccata ecc. Amo la semplicità. Mi diverto a trasformarmi sul set, a interpretare diversi personaggi, ma nella vita di tutti i giorni mi piace essere semplice. Altrimenti si rischia di confondere i piani. Mentre a me piace scindere la professione dalla quotidianità”.
La domanda sorge spontanea: chi è Gaia Zucchi nella vita di tutti i giorni?
“Sono una mamma, una donna, una persona. Mi piace bere e mangiare con gli amici nella semplicità. Purtroppo, adesso, ormai esistono solo questi social. E’ tremendo perché mi sono trovata con una realtà nuova. Per lavorare, ti vanno a chiedere se hai il profilo Instagram. E questo è sbagliatissimo. Si giudica un attore dal numero di follower che ha, quando questi si possono pure comprare. Io che ho studiato per tanti anni per fare bene il mio mestiere, mi trovo a dovermi adeguare con questa realtà con fatica”.
Arriviamo a lei come attrice. Quando è arrivato il richiamo del mondo dell’arte? “Ho avuto la fortuna, grazie a madre natura, di avere un aspetto fisico molto piacevole. Camminavo per strada e sono stata fermata, da ragazzina, per fare i fotoromanzi della Lanciostory. Ho iniziato così, dai fotoromanzi. Mi hanno poi rifermato in strada per la pubblicità del tonno e fui presa subito. Da lì, incominciai a lavorare come fotomodella, per le pubblicità e così via. Ho fatto la prima edizione di Striscia la Notizia, la valletta a Scommettiamo Che? di Fabrizio Frizzi. Tuttavia, non ero contenta: volevo fare l’attrice e studiare per realizzare questo sogno. Ho così fatto il concorso al Centro Sperimentale di Cinematografia, la scuola più conosciuta che abbiamo. E sono stata presa tra seimila domande, senza raccomandazione e né nulla, e da lì ho studiato per tre anni, finché non ho preso il diploma. Nel frattempo, ho fatto vari laboratori e seminari di tutti i tipi. Volevo sempre di più approfondire. Finché Attilio Corsini, grandissimo regista teatrale che è morto e fondatore del Teatro Vittoria