L’amore per l’Italia e l’Erasmus: chi era Meredith Kercher, uccisa a Perugia e a tratti dimenticata

L’amore per l’Italia e l’Erasmus: chi era Meredith Kercher, uccisa a Perugia e a tratti dimenticata
La vita e il destino di Meredith Kercher si è incrociato il primo novembre 2007 con la vita e il destino di altri tre ragazzi: Amanda Knox, Raffaele Sollecito e Rudy Guede. Ma chi era davvero la studentessa londinese?

Che il male sia il motore di ogni racconto e sia il cattivo a fare la storia è quasi un dogma. Ed è forse per questo motivo che Meredith Kercher, unica vittima della tragedia, è stata dimenticata a tratti.

Sepolta dalla fascinazione mediatica di chi ha prepotentemente ricoperto il ruolo da protagonista sulla sinistra scena.

Proprio per tali ragioni, è con la storia della sua vita che è doveroso ricordare la tristissima vicenda della quale è rimasta vittima. Quella della sua morte, avvenuta a Perugia il 1 novembre 2007.

Meredith Susanna Cara “Mez” Kercher è nata il 28 dicembre 1985 a Southwark, un sobborgo di Londra. Ha vissuto durante la sua infanzia, prima che i genitori si separassero, a Croydon, nel sud della capitale. Aveva due sorelle e un fratello.

Sua madre, Arline, con origini anglo-indiane, faceva la casalinga. Mentre il padre, John Kercher, di professione faceva il giornalista freelance. Sarà proprio da lui che Mez erediterà la passione per il giornalismo.

La ragazza londinese aveva frequentato la scuola superiore Old Palace School e, una volta conseguito il diploma, si era iscritta all’Università di Leeds, nel West Yorkshire, dove studiava politica europea e la lingua italiana. Coltivava infatti il sogno di diventare una reporter e, per mantenersi gli studi, alternava il lavoro da barista con quello di guida turistica.

Oltre alla passione per la scrittura, però, negli anni Meredith si era innamorata della pizza, del mare e dell’Italia in generale. E proprio nel nostro Paese aveva deciso di trascorrere le vacanze estive a casa di una famiglia casertana, nella località di Sessa Aurunca.

Meredith era anche affascinata dal mondo della recitazione, della musica e del teatro. Per questo, a diciannove anni, era il 2004, aveva preso parte nel video musicale di Some Say, una canzone di Kristian Leontiou.

Terminata l’Old Palace School, Mez era arrivata a Perugia nell’agosto del 2007. In vista del percorso universitario che intendeva intraprendere, aveva affittato la casa in via della Pergola n.7. E nell’ottobre dello stesso anno, come studentessa in scambio presso l’Università di Leeds, si era iscritta all’Università degli studi del capoluogo umbro.

Nello specifico, seguiva il corso di Teoria politica, Storia moderna e del cinema. Determinata a diventare una giornalista di successo o un funzionario europeo.

Ma prima che ciò potesse accadere la sua vita, e il suo destino, si è incrociato a Perugia con la vita e il destino di altri tre ragazzi: Amanda Knox, Raffaele Sollecito e Rudy Guede.
I funerali di Meredith celebrati nel dicembre del 2007

Meredith aveva scelto proprio Perugia perché quest’ultima rappresentava, e rappresenta, la città universitaria popolata da cittadini del mondo che scelgono di vivere l’indimenticabile esperienza dell’Erasmus.

Miraggio di ogni studente universitario, sinonimo e conquista delle prime libertà, l’Erasmus è del resto il miglior strumento a disposizione per imparare ad accettare le diversità, conoscendo e, al contempo, amando le culture di tutto il mondo. E questo Meredith lo sapeva bene.

Il destino negli anni non ha smesso di accanirsi nei confronti della famiglia Kercher. Nel gennaio 2020 John Kercher, il padre di Meredith, è stato rinvenuto cadavere a pochi passi da casa, a Croydon. Presentava fratture multiple sul corpo e alla testa.

Si è ipotizzato che fosse rimasto vittima di uno scippo o che fosse stato investito da una automobile e il suo conducente lo avesse lasciato a terra agonizzante. Il caso è stato catalogato dalla polizia di Scotland Yard come un caso di morte sospetta.

Kercher senior, infatti, non ce l’ha fatta ed è deceduto dopo alcuni giorni dal ricovero in ospedale. Anche la sua morte resta un giallo.