Intervista esclusiva a Salvatore “Sasà” Martusciello, imprenditore dello spettacolo tra Svizzera e Italia.

Intervista a cura di Sante Cossentino

STORIA DI BUSINESS, VISIONE E INNOVAZIONE PER LO SPETTACOLO:
Intervista esclusiva a Salvatore “Sasà” Martusciello, imprenditore dello spettacolo tra
Svizzera e Italia.


Buongiorno, Sasà. Grazie per averci dedicato del tempo. Potresti raccontarci come hai
iniziato la tua carriera nel settore spettacolo?

Buongiorno a voi. Certamente! Innanzi tutto è stata la mia passione per lo spettacolo che
intanto e iniziata da giovanissimo e più precisamente nei primi 16 anni compiuti dove
iniziai ad immergermi nel mondo dei deejay realizzandomi ,con l’aiuto dei miei genitori, la
mia prima consolle che comprendeva ricordo ancora un mixer, amplificatore,
equalizzatore, cuffie, casse realizzate da un mio amico tutte artigianali fatte a mano e i
cosiddetti piatti giradischi iconici Technics per creare mix e non da ultimo l’ acquisto di
dischi, dischi e dischi, esibendomi cosi inizialmente tra amici nelle feste private svolte in
casa, dove in quei tempi e per quella età erano molto gettonate. Poi crescendo ho suonato
ad eventi pubblici e privati più importanti fino a quando poi cambiai direzione forse perché
ho sempre corso nella mia vita e nei miei primi 18 anni partecipai a Roma Cinecittà ad un
casting per fotoromanzi e dove inaspettatamente mi scelsero, proponendomi con una
lettera “che ho strettamente conservata da anni” di trasferirmi a Roma alloggiando in un
appartamento messo a disposizione della produzione insieme ad altri ragazzi partecipanti
scelti. Ma anche li essendo che avevo la fidanzata, tra l’altro ad oggi mia moglie, mi
impedì drasticamente di accettare questa proposta, senza sentire alcune ragioni in merito
e quindi costretto forse per amore a non continuare chiaramente questo percorso “colpa
sua il mancato mio successo ahahah”. Poi la relazione appunto e continuata e per il mio
carattere e anche per esigenze ho puntato ad altro, non mollando mai fino a trovare la mia
dimensione e raggiungere l’indipendenza che alla fine ho sempre voluto e avuto e
soprattutto raggiungere il mio obbiettivo quello di lavorare nel mondo dello spettacolo
dietro le quinte in quanto non sono troppo predisposto per la video camera come non lo
sono oggi neanche con i social network. Posso dire che il mio sogno nel cassetto è stato
realizzato “la Svizzera” in primis per una buona vita soprattutto per la mia famiglia e poi
lavorativamente parlando realizzando le mie attività in territorio elvetico; quindi, posso dire
che alla fine ho vinto io e no mia moglie ahahah. Adesso ho altri sogni i primi per i miei figli
e altri che restano solo ad un imprenditore, perché io dico sempre che un imprenditore che
smette di sognare a smesso di vivere professionalmente.

Questa dell’imprenditore e stupenda! Quali sono le principali differenze che hai riscontrato
nel gestire il settore dello spettacolo tra la Svizzera e l’Italia?

Ci sono diverse differenze. In Italia il settore dello spettacolo è molto dinamico e c’è una
grande tradizione culturale e artistica. Tuttavia, può essere complicato a causa della
burocrazia e delle normative che spesso rallentano i processi. In Svizzera, invece, c’è una
maggiore efficienza organizzativa e un forte supporto per le imprese. Anche il mercato è
diverso: in Svizzera, il pubblico è più esigente e c’è un’attenzione particolare alla qualità.


Quali sono le sfide più grandi che hai affrontato come imprenditore nel settore dello
spettacolo? Pur sapendo che hai un’altra società che si occupa di business!

Una delle sfide più grandi e stata senz’altro quella di entrare e restare in Svizzera in
quanto ha un sistema molto selettivo, mentre l’altro è sicuramente la gestione dei rischi.
Gestire, pianificare, organizzare significa dover affrontare molte variabili come quella della
gestione e disponibilità degli artisti per esempio. Inoltre, la pandemia di COVID-19 ha
rappresentato una sfida enorme per il nostro settore, costringendoci a ripensare
completamente il modo di gestire e organizzare le aziende. Un’altra sfida importante e
quella di mantenere alta la qualità e soddisfare le aspettative di imprenditori, partner,
sponsor, collaboratori e pubblico.

Come hai affrontato la pandemia di COVID-19 e quali cambiamenti hai dovuto apportare
alle tue attività?

La pandemia è stato un periodo molto difficile come credo un po’ per tutti. Abbiamo dovuto
cancellare o posticipare determinati lavori e trovare modi creativi per mantenere in attivo le
società e probabilmente abbiamo trovato anche il tempo per fare un restiling delle stesse.
Alla fine, questo ci ha permesso di ritornare nella carreggiata lavorativa continuando ad
offrire servizi di qualità anche se in un formato diverso.

Quali sono i tuoi progetti futuri per le tue aziende in Svizzera?

Sto lavorando, anzi stiamo lavorando su diversi progetti entusiasmanti. In Italia vogliamo
continuare a valorizzare il patrimonio culturale e artistico. In Svizzera, stiamo pianificando
di espandere ulteriormente la nostra offerta collaborando con imprenditori, partner,
sponsor e artisti internazionali creando prodotti e servizi innovativi e all’avanguardia.
L’obbiettivo e sempre quello di offrire esperienze indimenticabili sia in Svizzera che in
Italia, creare lavoro e fare business su importanti circuiti.

Grazie mille, Sasà, per aver condiviso con noi la tua esperienza e i tuoi progetti con i tuoi
racconti. Ti auguriamo il meglio per il futuro.

Grazie a voi! È stato un vero piacere parlare e condividere alcuni aspetti con voi.