In ospedale con dolore al petto, Mario viene dimesso e muore dopo 5 giorni: 2 medici indagati
La Procura di Venezia ha aperto un fascicolo con l’ipotesi di reato di omicidio colposo in ambito sanitario in
relazione alla morte del 65enne Mario Valerio: l’uomo aveva sentito un forte dolore al petto, era andato al
pronto soccorso di San Donà ma era stato rimandato a casa. Cinque giorni dopo è deceduto tra le braccia
della moglie.
Si sentiva letteralmente scoppiare il petto, così è andato in ospedale, dove però i medici l’hanno rassicurato
dicendogli di tornare a casa. Ma due giorni dopo Mario Valerio, 65 anni ed ex dipendente comunale di
Noventa di Piave, dove risiedeva con la sua famiglia, è morto tra le braccia della moglie. Così, riscontrando
subito l’esposto presentato dai familiari, la procura di Venezia ha aperto un fascicolo con l’ipotesi di reato
omicidio colposo in ambito sanitario e al momento sono due i medici iscritti nel registro degli indagati: si
tratta del medico del pronto soccorso di San Donà di Piave che lo aveva seguito, 63 anni, di Caorle, e il suo
medico di base, 66 anni, di Meolo, che gli era stato assegnato da pochi mesi tanto da non aver ancora
avuto modo di conoscerlo di persona. Un atto dovuto. Intanto, è stata disposta anche l’autopsia, prevista
martedì 19 ottobre, che potrà chiarire le cause del decesso.
Era il 7 ottobre scorso quando Mario, intorno alle 9.30, di ritorno dalla corsa mattutina, aveva accusato un
forte dolore al petto. Ha detto alla moglie che gli mancava il respiro, che gli facevano male anche la
schiena, il collo, le mascelle e il volto. Così insieme sono andati al pronto soccorso di San Donà, dove
l’uomo, arrivato in accettazione con codice arancione, è stato sottoposto ad una serie di accertamenti.
Erano le 13.24 circa. Un’ora dopo Mario è stato dimesso con la diagnosi di “epigastralgie”, dopo che gli è
stata prescritta una terapia con un farmaco gastroprotettore ed è stato rinviato al medico curante “per un
esame per la ricerca di batteri Helicobacter pylori”, spiegano i legali di Studio 3A, che assistono la famiglia
della vittima.
Cosa che effettivamente Mario ha fatto. Il medico di base gli ha dato appuntamento per il 15 ottobre, ma
ormai è troppo tardi. “Il paziente nello studio del suo dottore non ha fatto a tempo ad arrivarci – hanno
spiegato i legali -. Alle 10 di sera di martedì 12 ottobre, la moglie, rientrando a casa dopo aver portato fuori
il cane, ha sentito il marito che rantolava in salotto: era incosciente e non respirava. Inutili i tentativi di
rianimarlo”.