Il produttore Valsecchi compra la casa di Pasolini e la dona al Comune: «Sarà un luogo di memoria»

Il produttore Valsecchi compra la casa di Pasolini e la dona al Comune: «Sarà un luogo di memoria»

Appena 40 metri quadri, modestissima e in quella periferia, lontanissima e abrasa, a lungo cantata e amata.

La prima casa romana di Pier Paolo Pasolini, già oggetto di un’asta andata deserta, diventerà un piccolo

museo: il produttore cinematografico Pietro Valsecchi l’ha acquistata e ceduta al Campidoglio che ne farà

un luogo di memoria. «Voglio ringraziare Valsecchi per questo bellissimo gesto d’amore nei confronti della

città e di un grande intellettuale come Pasolini proprio in occasione dei cent’anni della sua nascita», dice il

sindaco Roberto Gualtieri.

La destinazione culturale della piccola casa, già di proprietà di un privato, è stata confermata dall’assessore

alla cultura di Roma Miguel Gotor. «Appena entreremo in possesso dell’immobile lavoreremo per farne un

luogo della memoria di quel grande scrittore che è stato Pier Paolo Pasolini», spiega. «Noi che siamo

‘operatori culturalì dobbiamo produrre cultura per fare memoria storica: mi è sembrato giusto restituire alla

cittadinanza questo forte valore simbolico, realizzare presidi culturali è importante per i giovani e per la

città», spiega il produttore cinematografico e televisivo, fondatore della Taodue Film con la moglie Camilla

Nesbitt.

L’asta per vendere la prima dimora romana di Paolini a dicembre scorso era andata deserta: nessuno aveva

presentato offerte per quel modesto primo piano di 40 metri quadri a Ponte Mammolo, dove lo scrittore

imparò a conoscere le borgate e i suoi abitanti per non lasciarli più . Qui Pasolini, all’epoca insegnante in

una scuola a Ciampino, scrisse anche il primo capitolo di Ragazzi di Vita, romanzo di fondazione del suo

percorso e non solo. La casa di via Giovanni Tagliere, due camere e cucina dove Pasolini si trasferì con la

madre nel 1950, era di un privato e dopo l’atteso e naufragato progetto di farci una Casa internazionale

della Poesia arrivò l’asta giudiziaria senza acquirenti.

Per difendere il valore immateriale di questa piccola ‘casa di poveri, all’estrema periferia, vicina a un

carcerè, come la descrisse lo stesso Pasolini nel ‘Poeta delle cenerì, molte realtà territoriali, dal centro

popolare San Basilio al locale circolo Arci fino alla Cgil, lanciarono una petizione per fermare l’asta e pe

r riconoscere il valore storico della casa. Perchè anche se Pasolini in quella ‘casa di poverì non visse molto di sicuro fu in questa periferia che entrò in contatto per la prima volta con quei volti sinceri e veri che ritroveremo in gran parte del suo mondo artistico.