Il maiale Peggy raccoglie cibo e rifiuti lasciati dai turisti sul Pordoi, ora è anche un’attrazione per i selfie

Ormai è la star del Pordoi. Tant’è che c’è chi si arrampica fino al rifugio Forcella, a 2.848 metri, solo per un selfie con Peggy. Lei, maiale nostrano, c’è abituata. Accoglie i turisti e intanto lavora in libertà, spazzando via gli avanzi di cibo che gli escursionisti abbandonano lungo il cammino. “Peggy è il ritratto del benessere animale” racconta Graziano Spinel che da anni la porta in quota quando è ora di aprire il rifugio. Non lo sostiene solo lui ma anche i veterinari dell’azienda sanitaria che, più volte chiamati in causa da denunce anonime, hanno scalato le montagne per visitare Peggy. La cartella clinica parla chiaro: “L’animale è in perfette condizioni di salute, non mostra segni di stress e di affaticamento“.

E così tra passeggiate all’ombra delle Dolomiti, dieta fresca quotidiana e riposo notturno in un’apposita suite ricavata dietro la struttura, la scrofa passa le giornate in uno degli ambienti più incontaminati del Trentino. “È un’amica e una collaboratrice fidata – spiega Spinel -. Senza di lei dovrei portare a valle, a spalla, tutti gli scarti di cibo che il rifugio produce ogni giorno. Bucce di patate e mele, polenta avanzata, verdure: parliamo di chili e chili di rifiuti che così invece diventano alimento a chilometro zero per Peggy. Senza contare che i nostri prodotti arrivano esclusivamente dalle aziende agricole trentine: niente di confezionato, nulla di conservato e non certificato. Un ben di dio che Peggy si guadagna ogni giorno razzolando attorno al rifugio in totale libertà. Insomma sta benone“.

C’è però chi sostiene che sia una trovata per portare turisti in alta quota. “Lo dicono le malelingue – replica Spinel -. La verità è che sono ormai tre anni che Peggy sale al rifugio quando salgo io e scende quando la stagione è finita. Se non fosse stato per i turisti, che hanno iniziato a fotografarla, nessuno ne avrebbe parlato. E noi avremmo fatto la vita di sempre. Peggy non è un fenomeno da baraccone. È un animale che vive una vita degna di essere vissuta”.