“Dopo la denuncia ai carabinieri continua a seguirmi. Sono in ansia, ho paura”: è quanto scriveva su un
diario Vanessa Zappalà, la 26enne siciliana uccisa a colpi di pistola dall’ex Antonio Sciuto, che si è poi tolto
la vita impiccandosi. La ragazza lo aveva denunciato per stalking, ma il suo arresto arresto non è mai stato
convalidato. Il presidente dell’ufficio del Gip di Catania, Nunzio Sarpietro: “Non mi sento di contestare
alcuna colpa al collega, ha agito secondo legge”.
Vanessa Zappalà aveva paura di Antonio Sciuto, l’ex fidanzato che l’ha uccisa con 7 colpi di pistola sul
lungomare di Acitrezza , a pochi passi di Catania, domenica notte, mentre le faceva una passeggiata con
alcuni amici, prima di togliersi la vita impiccandosi. Era da mesi che la ragazza lanciava segnali
di allarme, aveva persino denunciato per stalking a giugno quell’uomo che, accecato dalla gelosia, l’aveva
più volte minacciata e inseguita. Lo aveva messo anche nero su bianco, appuntando su un bloc-notes tutto
quello che succedeva, segnando orario e luogo preciso in cui Tony si ripresentava. “Dopo la denuncia ai
carabinieri continua a seguirmi. Sono in ansia, ho paura“, ha scritto la giovane, come riporta il quotidiano La
Repubblica. La Procura di Catania aveva chiesto e ottenuto dal Gip che fosse posto agli arresti domiciliari.
Attualmente era sottoposto al divieto di avvicinamento. “La legge aveva già fatto il suo corso ma forse non
hanno capito le cose come stavano. Dopo il suo arresto non l’abbiamo visto e pensavamo fosse finito.
Evidentemente nei due mesi successivi ha maturato la decisione di uccidere mia figlia e di uccidersi”, ha
commentato il papà della vittima Carmelo.
La polemica con la Procura di Catania
Il padre di Vanessa già ieri aveva alzato la voce nei confronti dei giudice che non ha convalidato l’arresto di
Antonio Sciuto: ” La sua morte è una sconfitta per lo Stato. Quell’uomo aveva pianificato tutto, ne sono
sicuro, continuava ad essere accecato dalla gelosia. Abbiamo scoperto che aveva piazzato un Gps sotto
l’auto di Vanessa. E, poi, era riuscito a intrufolarsi nel giardino di casa nostra, per sentire cosa dicevamo,
attraverso un tubo”. A lui ha risposto il presidente dell’ufficio del Gip di Catania, Nunzio Sarpietro: “Non mi
sento di contestare alcuna colpa al collega, ha agito secondo legge: nel fascicolo c’erano anche elementi
contrastanti di cui ha tenuto conto, come un primo riavvicinamento tra i due. E anche se lui fosse stato agli
arresti domiciliari sarebbe potuto evadere e commettere lo stesso il delitto”. Secondo Sarpietro, “è difficile
controllare tutti gli stalker, noi emettiamo come ufficio 5-6 ordinanze restrittive a settimana ed è complicato
disporre la carcerazione perché occorrono elementi gravi e, comunque, non si può fare fronte ai fatti
imponderabili”.
Il lutto cittadino e la fiaccolata
Intanto ieri a Trecastagni, paese alle pendici dell’Etna dove viveva Vanessa, l’amministrazione comunale ha
organizzato una fiaccolata in suo ricordo, ma soprattutto per chiedere al governo una modifica legislativa
che tuteli in maniera più incisiva le donne che denunciano i loro persecutori. Il sindaco Giuseppe
Messina ha inoltre deciso che ci sarà il lutto cittadino, annunciando, per il giorno dei funerali bandiere
listate a lutto e anche la sospensione per questa settimana degli spettacoli previsti.