Miracolo della vita in Abruzzo: è nata Hina, piccola profuga afghana. La mamma, 32 anni, era fuggita
dall’inferno di Kabul e aveva chiesto aiuto al personale sanitario della base logistica dell’esercito di
Roccaraso dove era stata trasferita il 18 agosto, in uno dei tanti voli della speranza. La loro è una storia
drammatica: i talebani hanno bruciato la loro casa e ucciso il papà della bambina.
“Dalla paura per la fuga alla gioia per una nuova vita che nasce”. Comincia così il post condiviso dalla Croce
Rossa italiana sulla propria pagina Facebook per annunciare la nascita della piccola Hina, figlia di una
donna di 32 anni fuggita dall’Afghanistan e accolta nei giorni scorsi in Italia. La madre dall’inferno di Kabul
aveva chiesto aiuto al personale sanitario della base logistica dell’esercito di Roccaraso dove era stata
trasferita il 18 agosto, in uno dei tanti voli della speranza. E all’ospedale di Sulmona ha dato alla luce la sua
piccola Hina, che in lingua araba significa “fragranza”. Entrambe stanno bene. Adesso la donna è in attesa
di terminare la sua quarantena ed entrare nel percorso di accoglienza dei profughi. In sala parto è stata
aiutata da un mediatore culturale dal momento che non parla italiano.
“Lei è la piccola Hina, figlia di una delle donne afghane riuscite a fuggire da Kabul negli scorsi giorni – si
legge ancora nel post della Croce Rossa -. In Italia è stata accolta in una struttura militare a Roccaraso, in
Abruzzo, seguita da volontari e operatori Croce Rossa, a cui si è legata al punto da volerli con sé anche in
sala parto. “È stata una grande emozione, mamma e figlia stanno bene”, spiegano gli operatori CRI. Hina
l’abbiamo soprannominata la nipote della Croce Rossa“.
La storia delle due è drammatica, come quella di tanti profughi fuggiti nei giorni scorsi dall’Afghanistan. La
32enne ha vissuto in pieno l’inferno afghano delle ultime settimane. Prima di riuscire a essere imbarcata in
Italia, infatti, ha visto la sua casa bruciata dai talebani. Inoltre, il marito e papà della piccola Hina è ucciso
proprio dagli estremisti proprio davanti a lei nell’aeroporto a Kabul. L’uomo era stato accusato di essere un
collaboratore delle forze straniere.