L’aviazione e le forze di terra stanno conducendo operazioni sulla Striscia, ma non ci sono truppe a Gaza, fa
sapere l’esercito israeliano. Domenica riunione del Consiglio di sicurezza dell’Onu. Il premier israeliano su
Twitter: “Ho detto che avremmo fatto pagare un prezzo molto alto ad Hamas. Lo facciamo e continueremo
a farlo con grande intensità”. Dalla Striscia sono stati lanciati centinaia di razzi
Dopo giorni di tensione crescente tra Israele e Hamas, l’ aviazione e le truppe di terra israeliane “stanno
attualmente conducendo attacchi su obiettivi nella Striscia”. Lo ha reso noto, nella notte, il portavoce
militare israeliano Jonathan Conricus precisando che – contrariamente a quanto comunicato in un primo
momento – “attualmente non ci sono
truppe di terra all’interno della Striscia di Gaza”, palando di “un problema di comunicazione interno”. Nelle
scorse ore il Wall Street Journal ha raccolto testimonianze dagli abitanti della Striscia: le truppe israeliane
sono entrate a Gaza da nord, avanzando con il supporto dei carri armati.
Netanyahu: “Avanti per il tempo necessario”
Il premier israeliano Benyamin Netanyahu in un messaggio su Twitter scrive: “Ho detto che avremmo fatto
pagare un prezzo molto alto ad Hamas. Lo facciamo e continueremo a farlo con grande intensità. L’ultima
parola non è stata detta e questa operazione proseguirà per tutto il tempo necessario”.
Domenica 16 maggio, alle 16 in Italia, si terrà una riunione virtuale del Consiglio di sicurezza delle Nazioni
Unite sul conflitto in corso tra israeliani e palestinesi. Lo hanno riferito fonti diplomatiche.
L’attacco a Gaza
L’IDF ha detto ai residenti delle comunità del Negev occidentale di restare al riparo, confermando che i forti
boati nella zona sono il risultato del fuoco dell’esercito. Dallo scorso lunedì, quando è iniziata l’operazione
Guardiani delle Mura, l’esercito israeliano ha colpito più di 700 obiettivi di Hamas, tra cui alti comandi e
droni d’attacco lanciati dal gruppo terroristico.
Israele aveva rafforzato lo schieramento prima dell’attacco
L’esercito nei giorni scorsi aveva rinforzato il suo schieramento attorno alla Striscia. Tre razzi erano stati
lanciati dal sud del Libano verso il mar Mediterraneo a largo delle coste della Galilea. Secondo i protocolli,
le sirene d’allarme non avevano suonato.
Hamas: oltre 100 morti, tra cui 27 bambini
Nelle scorse ore i corpi di una famiglia intera – fra cui quello di una donna incinta – erano stati recuperati in
una zona vicino Gaza, scrive l’agenzia ufficiale palestinese Wafa. Fra le vittime anche un padre di famiglia e
quattro figli. Fonti locali aggiungono che l’artiglieria israeliana ha in seguito colpito un quartiere composto
da alti condomini. In questa seconda fase si sono avute altre vittime. Centinaia di abitanti si sono dati alla
fuga. È così salito a 103 morti, inclusi 27 bambini e 11 donne il bilancio dei bombardamenti israeliani su
Gaza dall’inizio delle ostilità, riferisce il ministero della Sanità di Hamas.
Lanci di razzi e attacchi delle scorse ore
Nelle ultime ore erano andati avanti i lanci di razzi da Gaza sul territorio israeliano e, al contempo, la
risposta dei raid aerei dello Stato ebraico sul territorio palestinese. Nel mirino dei razzi la vicina città
israeliana di Sderot e i villaggi agricoli della zona, oltre all’aeroporto di Eilat. Sirene d’allarme anche a Tel
Aviv, con Hamas che ha rivendicato il lancio di razzi sulla metropoli. Sono circa 1.500 i razzi lanciati da
Gaza questa settimana. L’esercito israeliano aveva risposto colpendo altri obiettivi militari nella Striscia,
oltre 600 dall’inizio del conflitto: tra questi un tunnel di Hamas e anche infrastrutture e centri di comando.
Secondo media locali, il villaggio Um el-Nasser, presso Sheikh Zayed, nel nord della Striscia di Gaza,
sarebbe stato colpito da un un bombardamento israeliano: 11 palestinesi sarebbero rimasti uccisi e 50
feriti.
Lanciati 1.500 missili dall’inizio dell’escalation
Sia questa mattina presto che a metà giornata, le sirene hanno suonato di nuovo nella metropoli di Tel Aviv.
I voli passeggeri in arrivo all’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv sono stati dirottati verso lo scalo di Ramon,
vicino ad Eilat, a Sud. Dall’inizio dell’escalation militare tra Hamas, il movimento islamista armato che
governa la Striscia di Gaza, e Israele, lunedì sera, circa 1.500 razzi sono stati lanciati dall’enclave
palestinese in territorio israeliano, secondo l’ultimo rapporto dell’esercito. Sette persone sono state uccise,
tra cui un bambino di 6 anni e un soldato, dal fuoco di razzi o missili anticarro dalla Striscia di
Gaza. Dall’inizio delle ostilità con Israele 83 palestinesi sono rimasti uccisi a Gaza e quasi 500 sono stati
feriti, ha reso noto a sua volta il ministero della Sanità di Hamas secondo cui fra le vittime ci sono 17
bambini e sette donne.
Israele: operazioni continueranno
Il ministro della Difesa israeliano, Benny Gantz, ha assicurato che le operazioni continueranno finché la
situazione non sarà “del tutto tranquillizzata”. E ha ordinato “un massiccio rinforzo” delle forze di Polizia di
Frontiera in varie città di Israele per “raffreddare gli attacchi contro civili ebrei ed arabi”. Nelle centinaia di
operazioni dei giorni scorsi, l’aviazione dello Stato ebraico ha ucciso anche quattro comandanti militari e
decine di funzionari di Hamas. Due palazzi ritenuti basi del movimento islamista sono stati rasi al suolo. E il
primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha assicurato che l’uccisione dei capi militari di Hamas “è
solo l’inizio”. “Infliggeremo loro colpi che nemmeno immaginano”, ha dichiarato promettendo l’uso di
“crescente forza”. “Chiunque a Gaza impugna un’arma è per noi passibile di morte. Finora ne abbiamo
neutralizzati 60-70, forse anche 80″, ha inoltre affermato alla radio pubblica Kan il portavoce militare
israeliano Hedai Zilberman.
Scontri a Lod e Haifa
Intanto nelle città a popolazione mista araba e israeliana si sono verificati altri scontri intercomunitari. A
Bat Yam, un sobborgo di Tel Aviv, estremisti ebrei hanno tirato fuori dall’auto un uomo che ritenevano arabo
e lo hanno picchiato. Nella città di Lod è stato dichiarato lo Stato di emergenza dopo che una sinagoga è
stata incendiata e un residente arabo è stato ucciso a colpi d’arma da fuoco. Sempre a Lod un ebreo è
stato accoltellato da un arabo vicino a una sinagoga. Ad Haifa alcuni arabi hanno appiccato il fuoco alle
automobili parcheggiate sotto ad un edificio abitato da ebrei ortodossi. Sono state intossicate 60 persone,
per lo più bambini.
Blinken sente Abu Mazen. Chiesta nuova riunione Consiglio sicurezza Onu
Intanto il segretario di Stato americano Antony Blinken ha annunciato di aver parlato con il presidente
dell’Autorità palestinese Abu Mazen e ha chiesto la fine del lancio di razzi dalla striscia di Gaza verso
Israele. “Ho espresso le mie condoglianze per la perdita della vita. Ho sottolineato la necessità di porre fine
agli attacchi missilistici e di abbassare le tensioni”, ha twittato il funzionario americano. Tunisia, Norvegia e
Cina nel mentre hanno chiesto un’altra riunione di emergenza del Consiglio di sicurezza dell’ONU sul
conflitto, questa volta in pubblico, hanno riferito fonti diplomatiche. La sessione, alla quale dovrebbero
partecipare Israele e i palestinesi, sarà la terza riunione del Consiglio di sicurezza da lunedì. Durante le
prime due videoconferenze, tenute a porte chiuse, gli Stati Uniti si sono opposti all’adozione di una
dichiarazione congiunta del Consiglio di sicurezza volta a fermare gli scontri, ritenendola
“controproducente” in questa fase, hanno detto i diplomatici. La compagnia petrolifera statunitense
Chevron, nel mentre, ha annunciato la chiusura per ragioni di sicurezza della piattaforma di gas naturale di
Tamar, sulla costa israeliana. Lo Stato ebraico ha assicurato che la chiusura non avrà impatto sugli
approvvigionamenti energetici.