Forlì-Cesena, il dramma di una donna ucraina: “Tuo figlio è morto in guerra”, Lyuba sviene in piazza

Forlì-Cesena, il dramma di una donna ucraina: “Tuo figlio è morto in guerra”, Lyuba sviene in piazza


Il post del Comune di Sarsina: “Una nostra concittadina per via di questa guerra nefasta, ha subito un grave

lutto. A lei tutta la comunità si stringe in questo momento di dolore”.

“La guerra non è purtroppo lontana, poche ore fa abbiamo appreso di una nostra concittadina di origine

ucraina che, per via di questa guerra nefasta, ha subito un grave lutto. A lei tutta la comunità si stringe in

questo momento di dolore”: sono le parole affidate al profilo Facebook del Comune di Sarsina, piccolo

centro di 3500 abitanti nella provincia di Forlì-Cesena. Un comune nel quale vivono 17 cittadini ucraini, tra

cui una donna che con l’inizio della guerra ha subito un gravissimo lutto. Ha saputo di aver perso il figlio in

Ucraina, morto durante un attacco mentre scappava dalla fabbrica in cui lavorava.

A raccontare quanto accaduto a Lyubov, per tutti Lyuba a Sarsina, sono i quotidiani locali. La signora, che

vive in Italia da una decina di anni e ha lavorato come badante, ha ricevuto la drammatica telefonata

mentre sabato attraversava la piazza. Si è accasciata dopo aver saputo della morte del figlio 36enne in

Ucraina. Subito la signora è stata soccorsa dai presenti, poi sul posto sono intervenuti forze dell’ordine e

118, mentre il telefono attraverso il quale ha ricevuto quella tragica notizia è rimasto a terra. Lyuba è stata

portata in ospedale per le cure del caso, poi è stata dimessa. Il figlio sarebbe stato ucciso mentre cercava

di mettersi in salvo, secondo il racconto che dall’Ucraina hanno fatto alla madre.

“A tutti i nostri cittadini ucraini va la nostra massima disponibilità per offrire loro tutto il supporto che

l’amministrazione comunale può dare in questo momento tremendo per il loro popolo tramite i canali della

Prefettura e della Farnesina – fa sapere il Comune sui social – Possiamo solo immaginare cosa significhi

avere i propri cari nel mezzo di un conflitto bellico di questa portata”.