
Esce il 9 ottobre “Chicago Blues” (WM Edizioni), un romanzo ambientato nell’omonima metropoli
americana negli anni Trenta, nel periodo del proibizionismo e prima della Grande depressione del 1929
scritto da Angelo Fabbri e Marilena Migiani, con la prefazione di Mario Donatone, uno dei pianisti e delle
vocalità più rilevanti della scena blues in Italia.
Angelo Fabbri e Marilena Migiani s’incontrano per la prima volta sul web, scoprendo nella diversità della
loro scrittura, evocativa quella di Marilena, cinematografica quella di Angelo, armonie piuttosto che
discordanze. Stili diversi ma compensativi, che non si sovrappongono ma si completano. Da qui è nato il
progetto di Chicago Blues, romanzo al confine tra fantasia e realtà, ambientato nella Chicago degli anni
’30: un racconto in bianco e nero, sentimentale e crudele, col sottofondo emotivo di una colonna sonora
blues.
Uno dei fili conduttori di “Chicago Blues” è la storia dei componenti di una famiglia di immigrati
italoamericani attraverso l’atmosfera turbolenta di quegli anni in cui ogni cosa sembrava possibile e niente
era davvero proibito.
Il secondo filo conduttore è quello della nascita del blues, raccontato attraverso i personaggi reali che ne
hanno fatto la storia e altri di pura invenzione.
Una storia in cui le tensioni razziali sono vissute dai protagonisti senza enfasi, come una realtà quotidiana,
accettata e considerata normale da tutti.
“Chicago Blues nasce da una domanda che io e Marilena ci siamo posti mentre stavamo lavorando alla
correzione di alcuni testi – ha dichiarato Angelo Fabbri.
Io avevo appena finito di scrivere un racconto sul viaggio degli emigrati italiani, le loro speranze, le loro
ansie e le loro paure. Marilena aveva trattato il tema dello schiavismo, della negritudine, intesa come
l’insieme dei valori propri della tradizione culturale nera nelle sue diverse affermazioni ed espressioni. Era
una serata invernale, di quelle che invogliavano più alle riflessioni che ad uscire, ad ascoltare della buona
musica con in mano un bicchiere di liquore, ed è stato un attimo cercare su youtube una vecchia incisione
di Robert Johnson, Me and the Devil Blues. Ecco, io credo che il romanzo sia nato in quel momento, perché
in quella scarna melodia che veniva da quasi un secolo fa, nella voce malinconica di Johnson che si
arrampicava sulle dissonanze, c’era tutto: il mistero, la sofferenza di un popolo, il fascino oscuro di un
di sommerso che stava prepotentemente per uscire alla luce.
Dall’altro lato della giovane società americana c’erano loro, gli immigrati dalla vecchia Europa, una
generazione di poveri, straccioni che fuggivano dalla fame e dalla morte per cercare oltre Oceano una
speranza. Non la libertà, non la ricchezza, soltanto una speranza per loro e per i loro figli, anch’essi
scacciati da una società ingrata per cui erano soltanto della manodopera da sfruttare, se non dei pesi.
Un melting pot esplosivo: È da questo – ci siamo detti – che è nato il sogno americano, quell’incredibile e
inarrestabile esplosione che ha trasformato in poco più di una generazione gli States da una giovane
nazione con enormi problemi di integrazione ad una potenza di livello mondiale.
Il blues ha rappresentato in questo contesto molto di più che un fenomeno culturale. Chicago Blues nasce
dal tentativo di raccontarlo e anche di mostrare che pur nella violenza possono esistere i sentimenti, perché
l’uomo non è mai diverso sa sé stesso ed ogni essere umano può trovare dentro di sé risorse inaspettate”.
GLI AUTORI:
Marilena Migiani nasce nel 1956 a Roma, dove vive e lavora. Scrive da sempre, ma con il matrimonio e la
maternità ha un lungo periodo d’arresto. Riprende la sua attività di scrittrice dopo il divorzio, nel 2008, con il
blog L’Antro Della Strega, diario on line e vetrina di racconti, alcuni dei quali pubblicati in raccolte collettive
da Writer Monkey, la piattaforma di scrittura creativa con la quale da circa quattro anni collabora.
Angelo Fabbri nasce nel 1953 a Genova, dove vive. Ha lavorato in una grande azienda, occupandosi della
comunicazione verso l’esterno ed è attualmente in pensione. Da circa tre anni fa parte dello staff editoriale
del Laboratorio di Scrittura Creativa Writer Monkey, di cui ha curato diverse pubblicazioni, sia come
caporedattore che partecipando direttamente alla scrittura e all’editing.