Nel suo curriculum vanta diversi film cult del cinema italiano, da ” Sapore di mare” ad ” Amici Miei – Atto II “, ma Enio Drovandi non si ferma qui: in ballo ci sono altri progetti, ce lo spiega in quest’intervista

L’attore toscano Enio Drovandi vanta nel suo curriculum diversi film cult del cinema italiano: da Amici Miei –

Atto II° a Sapore di Mare, passando Eccezzziunale… veramente e tanti altri che hanno fatto davvero la

storia dell’arte cinematografica nostrana. Per lui è infatti impossibile scegliere quale sia il film migliore a

cui ha preso parte, perché sarebbe come chiedere a un figlio chi preferisce di più fra il babbo o la mamma.

Tuttavia, è orgoglioso di un altro traguardo che ha raggiunto nella sua carriera.


“Sono molto orgoglioso di essere l’unico attore al mondo che è stato diretto quattro volte da Mario

Monicelli. Sono felice se penso a quando Marcello Mastroianni, ne Il Fu Mattia Pascal, si è preso la briga di

mettersi lì a insegnarmi recitazione. Ho avuto grandi maestri come Roberto Benigni, Ugo Tognazzi, Lino

Banfi. Pensi che Mastroianni, che mi chiamava Toscanino, mi ha insegnato un’altra cosa, ossia che un

attore, per essere grande nonostante il successo, doveva comunque restare normale. Quella è stata per me

una grande lezione d’umiltà. Ho capito che è così: la vera grandezza la fa la normalità. Uno è grande,

quando è normale. Né quando è umile, né quando è gasato. Se riesci a essere normale quando sei grande,

secondo me sei grande due volte”.


Con il suo volto e la sua recitazione, Drovandi ha dato vita a diversi personaggi indimenticabili del cinema:

Cecco Il Fotografo di Sapore di Mare, Totip de I Ragazzi della 3ª C C,. il ladro di roulotte in Abbronzatissimi.

Un viso, il suo, che è rimasto facilmente impresso nella memoria collettiva poiché i personaggi che ha

interpretato sono entrati davvero nel cuore della gente…


“Ci sono degli attori famosi per il nome e per la loro faccia, ma ce ne sono pochissimi conosciuti

soprattutto per il personaggio che hanno interpretato. E sono quelli, secondo me, i più grandi perché

rimangono. Non ho il nome di Raoul Bova, né la faccia di De Sica. Però se, in Italia, dico che sono stato il

fotografo di Sapore di Mare tutti sanno chi è. La stessa cosa capita con il barista Totip de I Ragazzi della 3ª

C o con il ladro della roulotte in Abbronzatissimi”.


Tra i suoi successi i Ragazzi della 3ª C, serie che per due anni di fila ha vinto il Telegatto e che ha raggiunto

numeri record di ascolto pari a 18 milioni di telespettatori. Nonostante questo, Drovandi ha sempre tenuto

a fare una vita normalissima.


“Faccio la vita normale di tutti i giorni; non mi interessa esibire niente. Agli spettacoli, quando entro e mi

presento, la gente, inizialmente, mi guarda e non sa chi io sia; non associa il mio nome. Tuttavia, dicono tra

sé e sé che, probabilmente, mi hanno visto da qualche parte. Ci sono quelli che mi riconoscono solo per la

voce, alcuni non si rendono bene conto. Ma se vedono uno showreel, dove ci sono i personaggi più iconici

che ho interpretato, la gente ha gli occhi sbarrati, la bocca aperta. A quel punto, è come se avessero

davanti Benigni”.


Dopo aver incontrato casualmente Roberto Benigni, l’attività al cinema di Enio è iniziata grazie ad un

casting svolto a Roma. Attualmente, dopo il film Ti Vogliamo Bene Francesco Nuti, che ha diretto per

omaggiare l’amico e collega, Drovandi è impegnato in diversi progetti.


“Ho tanti progetti in ballo in questo periodo. Uno è un film didattico che vorrei fare con le scuole medie

superiori di tutta Italia. Una cosa che mi è impegnata tanto è il ruolo di responsabile nazionale di ASI

Spettacolo, che è un ente di promozione sociale. Facciamo formazione ed avviamento allo spettacolo per

tutti gli artisti che vogliono introdursi nel settore. Ho i miei uffici a Cinecittà. Ho anche scritto un trattato,

L’Elogio Della Sconfitta, dove spiego che per vincere, nella vita, bisogna imparare a saper perdere. Ritengo

infatti che dalle sconfitte si impari maggiormente qualcosa.